Sabato 18 Maggio 2024

19.10.30 Wolfgang FellnerIn Austria non si scherza con la giustizia. Se sei citato in Tribunale come testimone, devi andarci. Altrimenti l’assenza può costarti cara. A Heinz-Christian Strache, ex vicecancelliere ed ex segretario dell’Fpö, il partito dell’estrema destra sovranista, è costata 700 euro. E gli è andata ancora bene, perché il giudice avrebbe potuto anche ordinarne l’accompagnamento in aula con la forza. Non lo ha fatto e si è limitato a comminare al testimone latitante una sanzione pecuniaria. L’udienza è stata rinviata al 14 novembre e si vedrà quel giorno se Strache comparirà in aula oppure no.

In questo momento, come ben sappiamo, l’ammenda di 700 euro non è la preoccupazione principale di Strache, che ha ben altri grattacapi, dopo l’espulsione dal partito. Ma è un segnale che i problemi non vengono mai da soli. A quelli politici si aggiungono ora anche quelli giudiziari.

Nel processo di cui stiamo parlando, Strache non è imputato, ma potrebbe diventarlo, perché è una conseguenza diretta del video-scandalo di Ibiza e delle cose da lui dette in quella calda notte di luglio di due anni fa, in compagnia della bella miliardaria russa (che poi non era miliardaria e nemmeno russa). Si tratta di una causa per diffamazione intentata da Wolfgang Fellner, editore del quotidiano gratuito “Österreich” (nella foto), nei confronti di “Heute”, altro quotidiano gratuito in distribuzione a Vienna.

In agosto “Heute” aveva pubblicato un articolo sulla ormai “famosa” notte di Ibiza. In esso si leggeva che Strache avrebbe apostrofato Fellner con l’epiteto “Schneebrunzer”. È una parola del vocabolario viennese che non è facilmente traducibile nella lingua italiana. Serve a definire una persona che millanta cose che non può fare e che quindi non si può prendere sul serio, perché è un citrullo, un pirla, un rimbambito.

Ma Strache aveva usato davvero quell’insulto? Il video di Ibiza dura un paio d’ore, ma i giornalisti delle due testate tedesche (il settimanale “Der Spiegel” e il quotidiano “Süddeutschezeitung”), autori dello scoop, ne avevano fatto vedere soltanto alcuni minuti. La parola “Schneebrunzer” sarebbe stata pronunciata nella parte del video non resa pubblica. Ma gli stessi giornalisti avevano pubblicato anche un libro sulla vicenda e in essa la parola “Schneebrunzer” è effettivamente messa in bocca a Strache.

Il quotidiano viennese si era limitato a riprenderla, ma commettendo un errore di interpretazione. Nel libro, infatti, Strache parla genericamente di uno “Schneebrunzer” del giornale popolare “Österreich”, ma senza menzionare per nome Wolfgang Fellner. Insomma, l’insulto c’è, ma non è rivolto esplicitamente all’editore del quotidiano.

Il Tribunale di Vienna aveva citato come testimone Strache, per sapere da lui se avesse davvero pronunciato quell’epiteto e a chi fosse diretto. È ciò che desidera sapere anche Fellner, che in questo modo, dopo aver querelato il giornale concorrente, potrebbe querelare anche lo stesso Strache e chiedere a entrambi un risarcimento danni. La risposta la conosceremo forse il 14 novembre, ma possiamo già immaginare quale sarà, perché Strache, interpellato in proposito dai giornalisti, se l’è cavata nel modo più semplice e banale: ha detto di non ricordarsi di ciò che aveva detto quella notte.

Se le cose stanno così, il Tribunale potrebbe tagliare la testa al toro e ordinare la visura dell’intero video di Ibiza. E allora si saprà chi ha detto cosa.

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