Sabato 18 Maggio 2024

In Tirolo accadono “cose che voi umani non potete nemmeno immaginare”. Il Land ospita da quasi un anno circa 250 ragazzi e bambini ucraini, provenienti dalle zone del Donbas, dove si combatte. Sono in gran parte orfani o sofferenti per menomazioni. Ci sono anche alcuni giovani atleti, che qui hanno potuto riprendere gli allenamenti che già seguivano in patria. Questi minori vivono in una specie di ostello per la gioventù, che si trova a Kematen, alla periferia ovest di Innsbruck.

Un bel giorno – o un brutto giorno, sarebbe meglio dire – alla direzione dell’ostello si presenta un alto funzionario del Land, con un documento in mano. È una procura firmata dalle madri di due dei minori del gruppo che pratica attività sportive. Le donne chiedono che i loro i figli, un maschio e una femmina, rispettivamente di 17 e 16 anni, siano riportati a Mosca, dove si trovano attualmente.

Il responsabile dell’ostello cade dalle nuvole e non sa spiegarsi la ragione di quel “rimpatrio”, che poi in realtà non è un rimpatrio, perché tanto le madri che i figli sono ucraini. Tuttavia di fronte alla procura esibitagli si convince che sia tutto in regola. Anche perché l’”ambasciatore” della richiesta non è il primo che passa per la strada, ma un alto funzionario regionale, il quale fa sapere che sarà proprio lui ad accompagnare i ragazzi dalle madri. Prima in treno, da Innsbruck a Vienna, e poi in aereo a Mosca. A nessuno viene in mente di consultare il console onorario ucraino, che pure esiste perfino in Tirolo e si chiama Walter Peer, e men che meno l’ambasciata dell’Ucraina a Vienna.

Del destino dei due ragazzi nessuno avrebbe saputo nulla se l’ambasciatore ucraino a Vienna, Vasyl Khymynets non fosse incappato casualmente in un video postato su Telegram da una certa Tatjana Moskalkowa, che risulta essere una specie di “difenditrice civica per i diritti umani”. La donna si dice “lieta” per il “ritorno” presso i loro genitori di “due giovani che erano stati portati di contrabbando in Austria”. Moskalkowa ringrazia i diplomatici e i servizi di intelligence che avevano permesso di rintracciare i due ragazzi. Nel video appaiono al suo fianco i giovani e le loro madri, che non sembrano affatto “lieti” per come sono andate a finire le cose.

L’ambasciatore Khymynets non sapeva nulla del trasferimento dei due profughi. Telefona immediatamente al console onorario Peer, ma anche lui era ignaro di tutto. Nemmeno i vertici del Land Tirolo ne erano stati informati. Insomma, pare che il funzionario abbia agito di testa sua. L’unica spiegazione del suo comportamento potrebbe essere data dal fatto che era lui stesso “difensore civico” e fino a poco tempo prima era stato addirittura segretario generale dell’Europäisches Ombudsmann Institut (Eoi), l’agenzia europea dei “difensori civici”, attraverso la quale avrebbe potuto aver conosciuto la russa Tatjana Moskalkowa.

Questo non spiega, in ogni caso, le ragioni di un trasferimento di due minori avvenuto con una segretezza che suscita legittimi sospetti. Difficile credere che il funzionario del Land, con laurea in giurisprudenza e lunga esperienza politica e amministrativa, si sia lasciato abbindolare e abbia assecondato le richieste giunte da Mosca per semplice ingenuità.

Non è certo di questo avviso l’ambasciatore Khymynets, che è convinto che il funzionario tirolese fosse consapevole che il rimpatrio dei due ragazzi era un atto illegale e proprio per questo non ne aveva fatto cenno ad alcuno. Non crede nemmeno all’autenticità della procura firmata dalle due madri, probabilmente costrette con le minacce a firmare. Erano state le stesse due madri, un anno fa, ad autorizzare il trasferimento dei loro figli in Austria, proprio perché desideravano che fossero al sicuro, in un Paese dove non cadono i missili di Mosca. Come mai ora avrebbero cambiato idea?

L’ambasciatore ucraino ritiene inoltre che nella vicenda sia direttamente coinvolta l’ambasciata russa a Vienna. Solo così si spiega che due minori abbiano potuto lasciare il suolo austriaco senza che nessuno all’aeroporto di Schwechat abbia sollevato obiezioni. Qualcuno inoltre deve aver pur pagato il viaggio di ritorno a Mosca. Di certo non lo ha fatto il Land Tirolo e non c’è ragione per cui avrebbe dovuto farlo un suo funzionario. Si interpretano così più facilmente le parole di Tatjana Moskalkowa, che nel video postato su Telegram aveva ringraziato “i diplomatici e i servizi di intelligence”.

Per ora resta il mistero, su cui è improbabile che si riesca a fare luce, nonostante un’interrogazione parlamentare presentata al ministro degli Interni, Gerhard Karner, dal gruppo di Neos. Il funzionario che si era prestato al viaggio di ritorno dei due ragazzi (l’ambasciatore Khymynets lo ha definito “rapimento”) è stato sospeso nel frattempo dal servizio.

NELLA FOTO, al centro, la “difenditrice civica” Tatjana Moskalkowa e, accanto a lei, le due mamme con i rispettivi figlio e figlia. Dai loro volti si capisce chiaramente quanto siano felici di essere stati riportati a Mosca.

__________________________

Austria vicina è anche su Facebook. Clicca “mi piace” alla pagina https://www.facebook.com/austriavicina.

Lascia un commento