Sabato 18 Maggio 2024

14.12.24 Elicottero di soccorsoIl protagonista della storia che raccontiamo oggi ha 5 anni e vive a Vienna. Il 19 ottobre era andato con i suoi genitori e con il fratellino di 3 anni a fare una passeggiata sulla Hohe Wand, una zona montuosa nel sud della Bassa Austria, nel comune di Höflein. La famigliola stava seguendo un sentiero chiamato Springlessteig, niente affatto difficile, ma con alcuni tratti molto esposti. Su uno di questi il piccolo non aveva messo il piede al posto giusto ed era caduto in un precipizio di 150 metri. Il padre, nel tentativo di afferrare il figlio prima che volasse, aveva perso l’equilibrio ed era a sua volta precipitato, trascinando con sé l’altro figlioletto di 3 anni. La mamma aveva assistito impietrita alla tragedia a pochi passi di distanza.

Il padre e il figlio minore erano morti sul colpo. Il bambino di 5 anni, quello precipitato per primo, era sopravvissuto, pur con gravissime lesioni, ed era stato trasportato in elicottero al Donauspital di Vienna. I sanitari disperavano di poterlo salvare. La diagnosi, al momento del ricovero, era di grave trauma cranico, grave trauma al cervello, frattura del seno mascellare, contusioni polmonari, frattura di entrambi i femori, circolazione sanguigna instabile dovuta a una prolungata emorragia.

Invece, a poco più di due mesi dall’infortunio, i medici hanno sciolto la prognosi e il piccolo non soltanto si è ristabilito fisicamente, riprendendo tutte le funzioni motorie (che pure richiederanno tempi lunghi di fisioterapia), ma anche il cervello ha ripreso a funzionare lucidamente, come se nulla fosse accaduto. Al Donauspital non avevano visto prima nulla di simile e parlano perciò di un “miracolo di Natale”.

Il merito è sicuramente della catena dei soccorsi che ha funzionato alla perfezione: dal recupero  del soccorso alpino effettuato sul luogo della caduta al trasporto in elicottero, al trattamento sanitario prestato al piccolo infortunato in un centro interdisciplinare altamente specializzato. “Ma – osserva il direttore della clinica del Donauspital, Lothar Mayerhofer – c’è una parte imponderabile del successo che è dovuta alla Provvidenza”.

Insomma, da Vienna ci giunge una buona notizia che riscalda il cuore in questi giorni di Natale contraddistinti invece da tante altre notizie di segno negativo. La cronologia del “salvataggio” del bambino viennese la riassume Alexander Rokitansky, primario di chirurgia infantile al Donauspital: “Il bambino è rimasto per 39 giorni in terapia intensiva ed è stato tenuto per 20 giorni in coma artificiale. Il 26 novembre si è reso possibile il suo trasferimento in un reparto normale. Da allora abbiamo potuto dare inizio a una terapia di riabilitazione. Il piccolo ha reagito bene, rispondendo coerentemente alle domande che gli ponevamo”.

I medici temevano possibili ricadute, per cui hanno atteso settimane prima di sbilanciarsi e dare la buona notizia alla madre – unica superstite della famiglia – che il figlio poteva considerarsi salvo. Lo hanno fatto l’altro ieri. Che fosse l’antivigilia di Natale è stato un caso, ma proprio questa casualità ha suggerito l’immagine di un “miracolo di Natale”. Siamo lieti anche noi di poterne dare notizia in questo blog proprio oggi.

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