Sabato 18 Maggio 2024

12.03.22 Josef Martinz _726_neuDue mesi fa Josef Martinz, segretario regionale dell’Övp, il Partito popolare della Carinzia, si era dimesso dalla carica di assessore del Land. Lo aveva fatto perché aveva avuto notizia che si stava indagando nei suoi confronti in relazione a una parcella scandalosa di 12 milioni di euro incassata dal suo commercialista privato, chiamato come consulente nella vendita avvenuta 5 anni  fa della quota del Land di Hypo Group Alpe Adria alla tedesca Bayern Landesbank. Ieri gli è stato notificato ufficialmente di essere indagato. L’accusa è di infedeltà patrimoniale, perché ritenuto responsabile di aver avallato assieme ad altri (tra cui il defunto governatore Jörg Haider) una parcella d’oro per una prestazione tutto sommato modesta (una consulenza riassunta in sei pagine), che secondo una recente perizia sarebbe dovuta costare soltanto 200.000 euro e non 12 milioni.

 

L’imputazione, almeno per il momento, si limita a questo. Non spiega perché il commercialista sia stato pagato così tanto, anche se il sospetto molto forte è che quei soldi non fossero destinati soltanto a lui, ma avessero preso altre strade.

 

Ciò che preme rilevare in questo momento, tuttavia, è un’altra circostanza. Martinz aveva saputo con due mesi di anticipo di essere indagato. Ai giornalisti che gli chiedevano da chi lo avesse saputo aveva risposto con una battuta: “Voi avete le vostre fonti e io ho le mie”. In realtà è molto probabile che la notizia fosse giunta a lui attraverso il Ministero della giustizia, retto da una ministra del suo partito.

 

La circostanza consente di capire meglio i meccanismi del sistema giudiziario austriaco. Quando un inchiesta riguarda esponenti politici con incarichi pubblici, una Procura non può procedere se non con il nulla osta del ministero, da cui i pubblici ministeri dipendono gerarchicamente (non sono indipendenti come, almeno per ora, i pubblici ministeri in Italia). Può succedere così – e anzi spesso succede – che procedimenti delicati vengano semplicemente archiviati. L’indagine sullo scandalo delle tangenti pagate nella costruzione degli Ospedali generali di Vienna – il più grande complesso sanitario d’Europa – fu archiviata, a suo tempo, perché coinvolgeva esponenti socialdemocratici e il ministro della giustizia di allora era socialdemocratico. Si andò al processo solo perché un giudice istruttore, una donna, contravvenendo a ogni prassi, respinse la richiesta di archiviazione che le era stata sottoposta dalla Procura.

 

Nel caso di Martinz, le indagini per la parcella del commercialista erano già state archiviate due volte e sono state riaperte soltanto per nuovi elementi d’accusa sottoposti alla magistratura dai consiglieri regionali Verdi. A questo punto la ministra della giustizia non ha più potuto disporre l’archiviazione, ma, contravvenendo al segreto d’ufficio, ha fatto la “cortesia” di informare Martinz che sarebbe stato imputato. Con due mesi di anticipo!

 

Martinz non è il solo personaggio coinvolto nella vicenda. Assieme a lui sono indagati il commercialista, Dieter Birnbacher, e i due presidenti della Kärntner Landesholding (la società del Land che controllava la partecipazione nel capitale di Hypo Group), Hans-Jörg Megymorez e Gert Xander. Se non fosse morto, sarebbe indagato probabilmente anche Haider, che aveva gestito la vendita di Hypo Group assieme a Martinz.

 

Naturalmente siamo ancora in una fase iniziale dell’inchiesta giudiziaria e nei confronti di tutti gli imputati vale la presunzione di innocenza. Va sottolineato, a questo proposito, come Martinz, pur protestandosi innocente, non abbia esitato a dimettersi dalla carica che ricopriva nel governo del Land (sollecitato da Vienna, si dice). In Italia perché questo avvenga non basta un avviso di garanzia, a volte non basta neppure una sentenza di condanna passata in giudicato (in Parlamento molti deputati e senatori si trovano in questa condizione). In Austria si arriva all’eccesso opposto: non si attende la condanna per dimettersi e non si attende nemmeno l’iscrizione nel registro degli indagati: ci si dimette prima, addirittura con due mesi di anticipo.

 

Va detto, per amor di verità, che anche qui c’è chi ha il sedere incollato alla poltrona (un altro assessore carinziano, Uwe Scheuch, già condannato in primo grado a 18 mesi per corruzione, non si è dimesso in attesa del processo di appello), ma si tratta di eccezioni. Le dimissioni di Martinz non sono un eccezione, sono la regola.

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