Domenica 2 Giugno 2024

17.08.04 Maria Teresa con figli (tela di Friedrich Heinrich Füger) - CopiaDi Maria Teresa ci è stato detto ormai tutto o quasi tutto. Nel tricentenario della nascita  l’Austria ha reso omaggio alla sua grande imperatrice con cicli di conferenze, pubblicazione di libri, nuove ricerche storiche, articoli di giornale. Anche in Italia si è colta l’occasione per ricordarla e ricordare le tracce da lei lasciate, soprattutto nel Lombardo-Veneto. Tracce così evidenti e durature nel tempo, che a Trieste c’è addirittura un quartiere cittadino che porta il suo nome.

Numerose anche le mostre che le sono state dedicate. A quelle già aperte fin dalla primavera a Vienna, al Kunsthistorisches Museum, alla Nationalbibliothek e in altre sedi della capitale, nonché in due castelli della Bassa Austria, si aggiunge ora una particolare, proposta dal museo del Belvedere. Se tutte le altre ci avevano aiutato a conoscere meglio il contesto storico in cui visse Maria Teresa, quest’ultima ci permette di capire meglio il suo rapporto con l’arte, finora solitamente trascurato, ma non meno importante (la stessa galleria del Belvedere, tanto per dare l’idea, è oggi quella che è grazie soprattutto alla sovrana).

La mostra comprende 120 opere scelte dal curatore Georg Lechner con il preciso intendimento di far luce sull’“impegno culturale della signora della casa d’Austria per la posterità”. L’imperatrice era pienamente consapevole dei suoi doveri di rappresentanza, ma tuttavia era molto parsimoniosa nell’acquisto di opere degli “antichi maestri” (quelli che più tardi avrebbero tanto coinvolto la vena di Thomas Bernhard). Preferiva artisti a lei contemporanei, meno costosi, dimostrando tuttavia nelle scelte il coraggio di soluzioni non convenzionali e una concezione dell’arte molto aperta alle nuove tendenze. Le collezioni che oggi costituiscono il patrimonio del Belvedere furono dovute agli acquisti disposti da lei.

La mostra è articolata in sei settori. Nel primo sono proposti esempi di ritratti, che al tempo di Maria Teresa ebbero un grande sviluppo. Vi si ritrovano i ritrattisti prediletti dall’imperatrice, primo fra tutti Martin van Meytens il Giovane, che meglio di altri seppe cogliere i gusti della casa imperiale.

Un altro capitolo è dedicato allo scultore Balthasar Ferdinand Moll, lui pure tra i favoriti dell’imperatrice e beneficiario di molte commesse. A molti forse il suo nome non dice granché, ma sicuramente tutti quelli che hanno visitato a Vienna la cripta dei Cappuccini, dove sono sepolti gli imperatori della casa d’Absburgo e i loro familiari, ricorderanno il monumentale doppio sarcofago che Maria Teresa fece costruire per sé e per il marito Francesco Stefano. L’opera, che esprime stupendamente lo spirito del tempo in cui fu realizzata, è frutto dello scalpello di Moll. Naturalmente non è stato possibile trasferirla nelle sale del Belvedere, ma nelle collezioni imperiali esistono copie dei bassorilievi che ne ornano i lati (con scene di vita della coppia imperiale) e ora sono state esposte nella mostra.

Una successiva sezione è dedicata a Wilhelm Beyer, modellista della manifattura di porcellane di Ludwigsburg. L’imperatrice si rivolse a lui per la realizzazione del parco di Schönbrunn. Le 36 statue che ancor oggi sono presenti lungo i viali e i giardini sono state ideate da lui e realizzate materialmente con l’intervento di 16 scultori.

Un capitolo a parte della mostra riguarda il rapporto di Maria Teresa con il palazzo (talvolta chiamato anche “castello”) del Belvedere. Il complesso venne costruito a suo tempo per il principe Eugenio di Savoia e alla sua morte, non avendo questi figli, andò alla nipote Vittoria, che però non aveva alcun interesse a servirsene. Maria Teresa e il figlio Giuseppe II (divenuto imperatore dopo la morte del padre) decisero di acquistarlo, per trasferirvi tutte le collezioni d’arte imperiali. Così nel 1777 il Belvedere da residenza principesca fu trasformato in un museo con libero accesso a tutti i cittadini. I dipinti presentati in questa sezione sono gli stessi che i visitatori avevano potuto vedere nelle sale del palazzo quasi tre secoli fa.

Un’altra sezione della mostra è dedicata alla pittura paesaggistica, nella quale spiccano le opere di Johann Christian Brand. Nominato nel 1765 “pittore di camera” dall’imperatrice e in seguito “professore” all’Accademia di Vienna, Brand ebbe l’incarico da Maria Teresa di realizzare due celebri dipinti: “La caccia all’airone a Laxenburg” e “La battaglia di Hochkirch”. Entrambe si trovano oggi in possesso del Belvedere e sono esposte nella mostra.

L’ultima sezione della mostra illustra gli affreschi del soffitto e le allegorie. Il curatore ha voluto dedicare a questi dipinti un capitolo a parte, perché costituiscono una specialità della dinastia degli Absburgo al tempo di Maria Teresa. Essi dovevano servire alla glorificazione della casa imperiale. Nella mostra del Belvedere sono esposti schizzi a olio di Franz Anton Maulbertsch, Gregorio Guglielmi, Daniel Gran e altri, propedeutici alla realizzazione di affreschi di grande formato, alcuni dei quali si sono conservati fino ad oggi in molti palazzi di Vienna e documentano l’influsso che Maria Teresa ebbe anche in campo artistico.

La mostra è allestita nelle sale del Belvedere Inferiore e resterà aperta fino al 5 novembre. È visitabile tutti i giorni della settimana, dalle 10 alle 18 (venerdì fino alle 21).

 

NELLA FOTO, la tela di Friedrich Heinrich Füger, esposta nella mostra del Belvedere, che ritrae l’imperatrice Maria Teresa con alcuni dei suoi numerosi figli.

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