Venerdì 8 Novembre 2024

Vienna è la città dell’Austria con il maggior numero di immigrati islamici, ma gli spazi dove si avverte maggiormente la loro presenza sono quelli della scuola. Le ragioni sono intuibili. Le famiglie musulmane sono quelle con il numero maggiore di figli, cui fanno riscontro famiglie tradizionali austriache con pochi figli o nessun figlio.

Questa è la ragione per cui nell’anno scolastico che si è appena concluso gli alunni delle scuole elementari più numerosi erano quelli islamici: oltre un terzo. Erano tanti anche lo scorso anno, ma arrivavano al 28%, preceduti dai cattolici (31%). Quest’anno, invece, gli islamici sono al primo posto con il 35%, seguono i cattolici con il 21%, gli ortodossi con il 13%, i protestanti con il 2%. Un quarto degli scolari ha dichiarato di non aderire ad alcuna fede religiosa, un atteggiamento che in parte potrebbe derivare dal fatto che in Austria l’appartenenza religiosa comporta il pagamento di una “tassa” che è ben maggiore del nostro 5 per mille.

I dati sono stati rilevati dalla Direzione scolastica di Vienna, secondo criteri che non corrispondono a quelli applicati lo scorso anno. Per questo il confronto tra i due anni scolastici non è possibile e quello che abbiamo fatto prima non è corretto, ma serve soltanto a individuare una tendenza.

Quali considerazioni si possono trarre dalla progressiva “islamizzazione” della scuola dell’obbligo, almeno nel primo ciclo (che in Austria è di 4 anni)? Christopher Wiederkehr, vicesindaco e assessore all’istruzione, ne deduce la necessità di introdurre fin dalla prima elementare una nuova materia di insegnamento, che potrebbe chiamarsi “Democrazia” o “Vivere in una democrazia”. Non dovrebbe essere sostitutiva della tradizionale ora di religione, che però verrebbe svolta soltanto per gli alunni che ne fanno richiesta.

Nella nuova materia “Democrazia” andrebbero insegnati i valori democratici, i principi dell’etica occidentale, la conoscenza delle altre religioni riconosciute dallo Stato austriaco (quella islamica è riconosciuta dal 1908, in seguito all’annessione della Bosnia). Attualmente i principi di etica sono insegnati soltanto nel secondo ciclo della scuola dell’obbligo (corrisponde alla nostra scuola media, ma è di 4 anni, anziché 3) e soltanto per chi rinuncia all’ora di religione.

Wiederkehr è un esponente di Neos (liberali di centro), un partito che nel suo programma mette al primo posto la scuola. La sua proposta di insegnare la democrazia a una fascia di alunni sempre più numerosa in arrivo da Paesi dove quasi mai la democrazia esiste, incontra un ostacolo costituzionale: in materia Vienna, benché equiparata a un Land con potestà legislativa, non può intervenire, perché la competenza è dello Stato. E l’attuale governo statale non ne vuol sapere.

In particolare non ne vuol sapere l’Övp, il Partito popolare. I Verdi, alleati di governo, non si sono espressi. Il ministro per l’Istruzione, Martin Polaschek ha definito “sconcertante” il solo pensare di abolire l’ora di religione, in tempi di crescenti tensioni culturale. Susanne Raab, ministra di tante cose, tra cui il Culto, ha dichiarato che l’ora di religione è prevista dalla Costituzione e così deve rimanere. Tanto più che, a suo parere, i valori e la tolleranza di un sistema democratico possono essere trasmessi anche in una lezione di religione. Secondo Maximilian Krauss capogruppo dell’Fpö (estrema destra sovranista), quelle dell’assessore Wiederkehr sono soltanto “fantasie di islamizzazione”.

Le motivazioni di Wiederkehr, al contrario, sono diverse. Nascono dalla constatazione che negli alunni islamici si riscontra una quota elevata di bambini che provano disprezzo per gli altri gruppi religiosi, in particolari per gli ebrei, o nei confronti delle donne o degli appartenenti alle comunità non eterosessuali. Queste tendenze al disprezzo hanno un fondamento culturale e non dipendono dalla religione di appartenenza in sé, tant’è vero che sono presenti anche nell’estrema destra austriaca. È questa pertanto la ragione, secondo Wiederkehr, dell’importanza di diffondere precocemente i valori della democrazia, perché poi potrebbe essere troppo tardi.

NELLE FOTO, alunni islamici di una scuola elementare di Vienna e l’assessore all’istruzione Christoph Wiederkehr.

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