Sabato 18 Maggio 2024

22.02.25 Herbert KicklL’Austria è sotto choc dopo l’intervento militare russo. L’Ucraina, per gli austriaci, non è un remoto Paese dell’Est, ma quasi un vicino di casa. Basti dire che la distanza per andare da Vienna al Bodensee, ovvero al lago su cui si affaccia il Vorarlberg, il Land più occidentale dell’Austria, è maggiore della distanza che separa Vienna dal confine ucraino. Per non parlare poi dei forti legami economici e soprattutto personali (basti pensare alle badanti presenti in molte famiglie austriache), che fanno sentire l’ex Repubblica dell’Unione Sovietica più vicina.

Il cancelliere Karl Nehammer ha convocato in seduta permanente un’unità di crisi, che segue minuto per minuto l’evolversi della situazione. Al momento la risposta su cui convengono le forze politiche sia di maggioranza che di opposizione prevede severe sanzioni alla Russia, da concordare a livello europeo. Del resto sarebbe difficile non essere d’accordo.

Difficile, ma non impossibile. Non è d’accordo l’Fpö, il partito dell’estrema destra sovranista, il cui segretario Herbert Kickl (è quello che a suo tempo scriveva i discorsi per Jörg Haider) ha una propria bizzarra interpretazione della neutralità austriaca. Un’interpretazione che non gli consente di sottoscrivere la mozione presentata da Övp, Spö, Verdi e Neos (cioè tutti i partiti, meno il suo) per chiedere sanzioni contro la Russia.

Certo, ammette Kickl, l’invasione dell’Ucraina “non si può in alcun modo giustificare”. Ma il conflitto tra i due Paesi – Russia e Ucraina – sarebbe “complesso e multidimensionale” e coverebbe fin dal tempo della disintegrazione dell’Unione Sovietica. Secondo il segretario dell’Fpö, pertanto, si dovrebbero ricercarne le cause in entrambe le parti, non soltanto in quella russa, prima di pensare a sanzioni. Ma le ragioni per non volere le sanzioni Kickl le individua soprattutto nella sua interpretazione della neutralità austriaca. La loro applicazione da parte di un Paese neutrale costituirebbe una violazione del diritto internazionale.

Il leader dei sovranisti austriaci, inoltre, ritiene che le sanzioni siano un’arma spuntata e controproducente. Quelle inflitte nel 2014 avrebbero danneggiato soltanto l’Austria e avrebbero favorito l’avvicinamento della Russia alla Cina. “Chi crede di poter mettere in ginocchio la Russia con le sanzioni – è perentorio Kickl – è un ingenuo”. Meglio allora percorrere la strada della “fruttuosa collaborazione” con la Russia. Proprio il suo partito, del resto, cinque anni fa aveva stretto un accordo di amicizia e collaborazione con “Russia Unita”, il partito di Putin.

Nel frattempo il deputato dell’Fpö Axel Kasseger ha presentato una mozione in cui si impegna il governo “a sostenere una politica estera neutrale ed equidistante nei confronti di Usa e Russia”, rinunciando alle sanzioni.

Critici nei confronti dell’Fpö tutti gli altri partiti. Beate Meinl-Reisinger, segretaria di Neos, ha osservato come “le destre in Europa e qui, in casa nostra, l’Fpö” contribuiscano alla campagna di disinformazione russa e si facciano finanziare da Putin. Ai membri dell’Fpö ha ricordato come in Russia gli esponenti dell’opposizione e la stampa libera vengano avvelenati o messi in carcere. “Voi non siete rappresentanti della libertà (la sigla Fpö significa letteralmente Partito liberale austriaco) – ha affermato Meinl-Reisinger – siete traditori della libertà”.

 

NELLA FOTO, Herbert Kickl, segretario dell’Fpö.

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