Sabato 18 Maggio 2024

13.11.18 Klagenfurt, processo Hypo azioni privilegiate IINon bastavano le disavventure finanziarie di Hypo Group Alpe Adria, costate allo Stato austriaco ormai circa 5 miliardi di euro. Ora uno a uno stanno venendo al pettine anche i nodi giudiziari, per i modi a dir poco spregiudicati con cui era stata gestita la banca carinziana nell’era Kulterer e anche dopo nel breve “interregno” di Tilo Berlin. A Klagenfurt si è iniziato un nuovo processo, che vede sul banco degli imputati gli stessi Kulterer e Berlin, con altri ex dirigenti della holding. Siamo ormai al sesto processo per illeciti bancari di Hypo e il secondo in cui al centro delle accuse figura una sospetta emissione di azioni privilegiate.

 

I comportamenti delittuosi contestati dall’accusa risalgono agli anni 2006-2008. La banca, come al solito, si trovava con il capitale proprio insufficiente e aveva bisogno di risorse fresche. Per trovarle decide di emettere azioni privilegiate per 100 milioni di euro. Le azioni privilegiate, come è noto, consentono di allargare il capitale a nuovi soci, che partecipano quindi al rischio di impresa, ma non hanno diritto di voto nell’assemblea. Il privilegio consiste nel più favorevole rendimento del titolo.

 

Il marchingegno messo in piedi questa volta da Kulterer & Co. sembra fatto apposta per favorire gli “amici degli amici”. Le nuove azioni non vengono vendute al miglior offerente, ma a una dozzina di personaggi ben ammanigliati dell’economia austriaca, tra cui Ingrid Flick, vedova del multimiliardario tedesco Friedrich Karl Flick e sorella dell’attuale leader del Partito liberalnazionale (Fpö) in Carinzia, Christian Ragger. Anzi, azioni per un controvalore di 25 milioni (in due tranche rispettivamente di 15 e 10 milioni), vengono vendute alla fondazione che amministra l’ingente patrimonio della vedova (stimato nel 2005 intorno a 6,5 miliardi), fondazione di cui Kulterer è presidente e quindi in evidente contrasto di interesse con il suo ruolo di direttore generale di Hypo Bank.

 

L’elemento che ha rilevanza penale nel processo, tuttavia, non è tanto questo doppio ruolo di Wolfgang Kulterer, quanto il fatto che, accanto alla stipula di acquisto delle azioni, i compratori sottoscrivono anche un secondo contratto che riserva loro una “put option”: in altre parole, in qualsiasi momento possono rivendere le azioni alla banca al prezzo d’acquisto. Ne deriva che i 100 milioni incamerati da Hypo Bank, proprio perché soggetti al rischio di un’improvvisa restituzione, non possono essere considerati un aumento di capitale e l’averli considerati tali nel bilancio costituisce un falso. I nuovi azionisti non solo non hanno corso alcun rischio, ma hanno anche beneficiato di un generoso dividendo di 2,5 milioni e di un interesse sul denaro versato tra il 6,5 e il 7%. Insomma, gli “amici degli amici” grazie a quell’operazione avevano vinto la lotteria di Capodanno, guadagnando in tempi rapidi una barca di soldi e provocando un danno alla banca stimato dall’accusa in 8 milioni di euro (ma secondo Hypo Bank, che si è costituita parte civile, sarebbe addirittura di 25 milioni).

 

Il processo è soltanto alle prime battute e si preannuncia come uno scontro tra periti giudiziari e di parte. Ne vedremo delle belle.

 

Nella foto, il banco degli imputati all’apertura del sesto processo Hypo Bank. Wolfgang Kulterer è l’unico senza cravatta.

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