Sabato 18 Maggio 2024

15.09.22 Berlino, Werner Faymann e Angela Merkel - CopiaL’Austria tiene sott’occhio i suoi confini orientali, preoccupata dall’arrivo di nuove ondate di profughi. Noi teniamo d’occhio l’Austria, perché preoccupati a nostra volta che un eventuale blocco dei confini austriaci possa dirottare sul nostro – quello tra il Friuli Venezia Giulia e la Slovenia – la carovana dei disperati in arrivo dall’Asia, così come era accaduto nei giorni scorsi per la Croazia e la Slovenia, che si erano viste improvvisamente entrare in casa i profughi respinti dalla barriera di Orban.

In realtà per ora il pericolo sembra remoto. Gli arrivi dalla Slovenia ci sono, e in gran numero, ma l’Austria non sembra intenzionata a chiudere le sue frontiere. Basti dire che nel solo weekend ha accolto 21.000 rifugiati. Ieri il flusso è calato. Per mezzogiorno era atteso dall’Ungheria un treno con 1.000 profughi. Nel corso della notte al valico di Nickelsdorf ne erano già arrivati 3.200, in due gruppi distinti.

Ai valichi di frontiera con la Slovenia l’affluenza è molto minore. La polizia, con il supporto dell’esercito (330 uomini inviati qui dalla Carinzia e dalla Bassa Austria), cerca di fermare i migranti e di rispedirli indietro, ma è una fatica di Sisifo: i profughi passano comunque e, dopo una sommaria registrazione, vengono inviati ai centri provvisori di accoglienza, dove vengono dati loro cibo, indumenti e, quando occorre, cure mediche.

Gli unici valichi in cui in questi giorni si registrano i transiti sono quelli di Spielfeld (lungo la direttrice principale tra Maribor e Graz) e di Bad Radkersburg (spostato leggermente più a est). Nessun passaggio, invece, viene segnalato ai valichi con la Carinzia. Per questa ragione i campi di accoglienza si trovano tutti in Stiria: a Graz, a Unterpremstätten e a Feldkirchen. Ieri mattina vi erano ospitate 1.900 persone, di cui soltanto 81 avevano chiesto asilo.

La realtà è che la quasi totalità dei profughi vuole raggiungere la Germania. Per essi l’Austria è soltanto un territorio di transito. Le autorità austriache lo sanno e il loro principale impegno in questo frangente è dare una dignitosa assistenza ai tanti disperati in arrivo. Lo fanno in maniera eccellente, grazie anche alla generosa collaborazione di un esercito di volontari della Caritas, della Croce Rossa, del Samaritenbund e di altre organizzazioni.

L’intesa tra Austria e Germania consente di gestire al meglio la marea di arrivi. Il governo di Bonn stima che quest’anno il Paese accoglierà 800.000 migranti in fuga dalla Siria o da altri Paesi in guerra, ma mette in conto che il numero totale possa salire a un milione. La cancelliera Angela Merkel non ha fatto dietro front rispetto alla sua decisione iniziale di accogliere i fuggitivi, nonostante le pressioni contrarie ricevute soprattutto dalla Csu bavarese. Inequivocabili le parole da lei pronunciate davanti ai giornalisti tedeschi e austriaci, nel corso di una conferenza stampa tenuta dopo l’incontro con il cancelliere austriaco Werner Faymann: “Se noi dobbiamo scusarci – ha detto la cancelliera – perché in una situazione di bisogno mostriamo un volto amico, allora questo non è il mio Paese!”

[Per consentire ai lettori di valutare meglio le parole di Angela Merkel, ne riportiamo anche il testo originale in tedesco: “Wenn wir uns entschuldigen müssen, dass wir in einer Notsituation ein freundliches Gesicht zeigen, dann ist das nicht mein Land!”]

 

NELLA FOTO, la cancelliera tedesca Angela Merkel con il collega austriaco Werner Faymann, durante la conferenza stampa di qualche giorno fa a Berlino.

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