Sabato 18 Maggio 2024

Conference of Committee Chairs (CCC) - Exchange of views with Karoline EDTSTADLER, State Secretary, Austrian PresidencyMario Draghi intende porre sul tavolo il problema dei migranti al vertice europeo in programma lunedì e martedì prossimi a Bruxelles. Il tema non è all’ordine del giorno e quindi non è prevedibile una vera e propria discussione, ma il nostro presidente del consiglio vuole comunque richiamare l’attenzione dei suoi 26 colleghi su un’emergenza che era stata accantonata a causa dell’epidemia, ma che è tornata in primo piano dopo i recenti sbarchi a Lampedusa e dopo la crisi di Ceuta, che ha inasprito i rapporti tra Spagna e Marocco.

Francia e Germania sono favorevoli a discutere una ridistribuzione dei migranti, per non lasciare che se ne facciano carico soltanto l’Italia e gli altri Paesi che si affacciano sul Mediterraneo. Altri Paesi invece non ne vogliono sentir parlare. Tra questi, l’Austria di Sebastian Kurz.

Benché il Paese sia governato da una coalizione di cui fanno parte anche i Verdi, ispirati ai valori della solidarietà europea, la linea politica in materia di immigrazione la detta l’Övp, che da quando ha al timone Sebastian Kurz ha imboccato la strada del sovranismo euroscettico.

In questi ultimi giorni non ci risulta che il giovane cancelliere sia intervenuto sull’argomento profughi, ma le sue posizioni sono ben note e sono state ribadite di recente da Karoline Edtstadler, ministra per i rapporti con l’Europa (nella foto). L’Austria – ha detto – ha una posizione molto chiara in proposito: la ridistribuzione dei profughi non è risolutiva. È necessario invece un intervento a livello europeo nei Paesi di provenienza dei migranti. Servono accordi di rimpatrio, processi accelerati di verifica dello status di rifugiati e va assicurato sostegno ai Paesi di primo arrivo, come l’Italia.

Ovviamente le soluzioni indicate da Edtstadler sono condivise da Draghi e dalla ministra dell’Interno Luciana Lamorgese, che è appena tornata dalla Tunisia, dove si era recata ieri proprio per trovare un accordo sui rimpatri. Così come è condivisa l’idea che si debba intervenire con aiuti ai Paesi di provenienza dei profughi. Ma, se iniziative in queste direzioni saranno intraprese, i risultati si vedranno tra alcuni anni, mentre per Lampedusa e per l’Italia il problema va affrontato oggi, non domani o chissà quando.

Di fronte all’emergenza dell’Italia e di altri Paesi mediterranei l’Austria di Kurz (che non è tutta l’Austria, sia ben chiaro) mostra il suo volto peggiore. Le parole della ministra Edtstadler, che ripetono quelle di Kurz, servono soltanto a mascherare l’egoismo di un Paese che ha la fortuna – in questo frangente è davvero una fortuna – di non avere confini marittimi. Kurz finge di non sapere che il flusso dei profughi forse può essere fermato ai confini terrestri, ma non sul mare, dove il soccorso di chi rischia di annegare non è un’opzione.

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