Sabato 18 Maggio 2024

12.07.17 07 IkariaRisale al 1382 la “dedizione” di Trieste all’Austria. Il 2012 potrebbe essere l’anno della “dedizione” all’Austria dell’isola di Ikaria. Ma, se Trieste si trovava allora ai confini dell’impero, non altrettanto si può dire dell’isola, una delle tante del mar Egeo, a ridosso delle coste turche, che dista dall’Austria di oggi alcune migliaia di chilometri.

 

Perché dunque la stravagante ipotesi di un “Anschluss” di quella remota isola? Perché  – secondo la notizia pubblicata da “Libero”, che però potrebbe trattarsi di una bufala – sarebbero i suoi stessi cittadini a chiederlo, proprio come i triestini 630 anni fa. Ikaria appartiene per lingua e cultura alla Grecia, come si intuisce anche dal nome, che rimanda al mito di Icaro. La leggenda vuole che il giovane nella sua fuga in volo fosse precipitato proprio nel mare di fronte all’isola, dove sarebbe stato seppellito dal padre Dedalo.

 

In realtà, Ikaria appartiene storicamente alla Grecia soltanto dal 1912, dopo secoli di dominazione ottomana. Ma proprio nel centenario di quella “redenzione” i poco più di 8.000 abitanti dell’isola non ne vorrrebbero più sapere della loro madrepatria, percepita piuttosto come matrigna.

 

La richiesta di separarsi da Atene e di affidarsi al governo di Vienna, ritenuto più affidabile, prenderebbe le mosse da un’argomentazione di diritto internazionale. Ikaria apparterrebbe alla Grecia in virtù di un accordo che porta la data del 17 luglio 1912 e che sarebbe scaduto proprio pochi giorni fa. Se così stanno le cose, gli isolani si troverebbero ora nelle condizioni di riconfermare quell’accordo o di denunciarlo e rivendicare la propria indipendenza.

 

Un’indipendenza, peraltro, già goduta dopo la rivolta del 1907, capitanata dall’eroe locale Georgios Spanos, e la cacciata degli occupanti turchi. Gli ikarioti rimasero “liberi” per cinque anni, finché nel 1912 decisero di riunirsi alla Grecia, che allora era coinvolta nella guerra dei Balcani (ricordiamo che proprio in quell’anno l’Italia occupò nell’Egeo le isole del Dodecaneso).

 

Non è stato sempre un “matrimonio” felice. Complice anche la lontananza da Atene, gli isolani si sono sentiti spesso dimenticati. Lamentano l’assenza di un ospedale, la mancanza di strade (la morfologia montuosa rende praticamente impossibile il collegamento via terra tra un versante e l’altro dell’isola). Tra il 1967 e il 1973, negli anni della dittatura dei colonnelli, Ikaria divenne un penitenziario per dissidenti comunisti.

 

Insomma, i motivi di astio con Atene non mancano. Per questo gli abitanti dell’isola penserebbero di indire un referendum, per poter pretendere un’indipendenza giustificabile sul piano del diritto internazionale. Naturalmente sono consapevoli di non potersi reggere da soli e della necessità di aggregarsi a un altro Paese. Ma quale? Non certo la Turchia, antica dominatrice. Ecco allora l’idea di proporsi all’Austria.

 

Per quali ragioni si sia guardato così lontano “Libero” non lo spiega ed è proprio questo dettaglio che fa dubitare dell’autenticità della notizia. Ma nella piccola repubblica transalpina l’appello giunto dall’estremo Egeo, tramite il quotidiano italiano, è stato accolto con divertita simpatia, come testimoniano i tanti commenti apparsi nei siti web dei giornali. “Noi finanziamo già la Grecia e un accesso al mare sarebbe impagabile”. Un altro lancia lo slogan: “Vacanze al mare in Austria!”.  C’è chi tenta un’analisi sociologica (“Gastronomia austriaca in un’atmosfera greca, calma greca per la nostra gente stressata e uomini simpatici e ospitali costituirebbero una buona miscela”) e chi addirittura si candida a diventare “comandante della nuova marina austriaca”.

 

Non mancano valutazioni più seriose, probabilmente sollecitate dagli organi di stampa di Vienna. Così il prof. Franz Leidenmühler, docente di diritto internazionale all’università di Linz, dichiara al quotidiano „Heute“ che un’annessione di Ikaria all’Austria non costituirebbe un problema. „Certo, sarebbe necessaria prima l’approvazione dell’Austria. E il presidente austriaco dovrebbe poi sottoscrivere un accordo internazionale con l’isola“. Ma l’acquisizione avrebbe anche un prezzo, perché Vienna dovrebbe farsi carico dell’enorme debito pubblico greco, per la quota spettante all’isola, che il prof.  Leidenmühler stima in 250 milioni su un debito complessivo di 350 miliardi.

 

Ma a spegnere gli entusiasmi austriaci giunge la presa di posizione ufficiale dell’ambasciata greca a Vienna. “Non esiste alcun accordo tra il governo greco e l’isola giunto a scadenza dopo 100 anni. Il 17 luglio si è celebrato il centenario della rivoluzione, che consentì all’isola dell’Egeo orientale di rendersi autonoma dall’impero ottomano, ma la sua annessione alla Grecia fu stabilita dal Trattato di Losanna del 1923, che all’art. 12 stabilisce l’appartenenza alla Grecia delle isole dell’Egeo orientale, tra cui anche Ikaria”. Insomma, la Grecia resa una e indivisibile, fino all’estrema isoletta presso cui precipitò Icaro.

 

Nella foto, uno scorcio dell’isola greca di Ikaria, nell’Egeo orientale.

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