Sabato 18 Maggio 2024

16-09-19-nickelsdorf-controlli-di-polizia-al-confineCi eravamo ormai dimenticati di Nickelsdorf, ma ora il ministro degli Interni austriaco, Wolfgang Sobotka, ci ha rinfrescato la memoria. È un piccolo comune di 2.000 abitanti, al confine tra Austria e Ungheria, dove nei giorni scorsi è stato dato il via ai lavori di predisposizione di una nuova barriera, per l’eventualità che anche da queste parti ricominci il flusso dei profughi. Ora per il valico di Nickelsdorf non passa più nessuno. Il flusso si era fermato già lo scorso anno, dopo che l’Ungheria aveva deciso di sigillare le proprie frontiere a sud, per cui le ondate migratorie avevano deviato lungo la rotta balcanica, spostandosi verso la Croazia e la Slovenia, con ingresso in Austria attraverso i valichi di Stiria e Carinzia (l’accordo Ue-Turchia, dunque, qui c’entra poco).

Ma fino all’estate dello scorso anno Nickelsdorf era stata la principale porta d’ingresso dei disperati in arrivo da Siria, Afghanistan e Pakistan. È su un’area di sosta dell’autostrada Budapest-Vienna, in località Parndorf, a poco più di venti chilometri dal confine, che alla vigilia di ferragosto 2015 la polizia austriaca aveva trovato un camion frigorifero abbandonato, con 71 cadaveri nel cassone, tutti morti per asfissia e assideramento. Parndorf era stata chiamata allora la “Lampedusa” del centro Europa, perché aveva aperto gli occhi anche agli austriaci sulla tragedia dell’emigrazione clandestina, in balia di passeur senza scrupoli, che sembrava dovesse esistere solo nel Mediterraneo.

Anche se ora il flusso lungo questa direttrice si è prosciugato, il piano del Ministero degli Interni ha predisposto anche qui misure di prevenzione, nell’eventualità che i transiti riprendano in futuro. Un timore giustificato dalla possibile rottura dell’accordo con la Turchia e dallo stillicidio quotidiano di profughi, che, nonostante i blocchi, riescono comunque ad attraversare le frontiere tra Serbia, Ungheria e Slovenia, o tentano di aggirarle (è di una settimana fa la notizia del naufragio nel Danubio di un barcone che stava traghettando dalla sponda bulgara a quella rumena una decina di persone fuggiasche dall’Iraq).

La barriera in allestimento ora a Nickelsdorf segue in fotocopia il modello già collaudato a Spielfeld alla fine dello scorso anno e poi riproposto anche al Brennero e in altri valichi. Non si tratta di filo spinato per impedire l’attraversamento del confine, ma di reti metalliche, montate ai lati del valico, per convogliare gli eventuali profughi in arrivo nei centri di controllo. In questa fase a Nickelsdorf (come del resto è avvenuto anche altrove) non viene stesa alcuna recinzione. Gli interventi si limitano a preparare le basi nel terreno per i pali che dovranno reggere la recinzione e questa sarà srotolata soltanto in caso di emergenza.

A Nickelsdorf la situazione è complicata dalla presenza, a breve distanza tra loro, della strada statale 10, dall’autostrada orientale A4 e dalla ferrovia. La recinzione – come ha spiegato Christian Knopf,  il comandante della polizia di frontiera del Burgenland (il Land più orientale dell’Austria, dove si trova Nickelsdorf) – dovrà impedire gli attraversamenti fra queste tre vie di comunicazione, affinché tutti i migranti, se arriveranno, siano convogliati in un centro di identificazione, ristoro e accoglienza, dove saranno montati 130 container, come a Spielfeld. Si tratta di una barriera di 1,8 chilometri, che a sud si allungherà fino alla spianata che ospita a giugno il “Nova Rock”, un festival di musica haevy metal che richiama ogni anno 150.000 spettatori da tutta Europa.

I lavori iniziati ieri a Nickelsdorf sono simili a quelli in via di completamento a Tarvisio, subito oltre il confine e in altre località lungo la frontiera slovena, a Grablach, Lavamünd, Raunjak e Leifling. Lo scopo anche qui – come ci ha dichiarato il portavoce della polizia carinziana, Rainer Dionisio – non è di impedire ai profughi l’ingresso in Austria, ma di evitare che arrivino in ordine sparso, per i campi e per i boschi circostanti, a volte con pericolo per la loro incolumità.

 

NELLA FOTO, controlli di polizia al valico di Nickelsdorf tra Austria e Ungheria.

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