Sabato 18 Maggio 2024

19.07.02 Divieto di fumo, sigaretteDal 1. novembre anche in Austria il fumo sarà bandito da bar, ristoranti, caffetterie e, insomma, da tutti i locali in cui si mangia e si beve o si confezionano e distribuiscono cibi. La legge che impone il divieto è stata approvata ieri mattina a larga maggioranza dal Parlamento. Hanno votato a favore i deputati di tutti gruppi politici, tranne quelli dell’Fpö, il partito della destra sovranista.

L’Austria, come è noto, era rimasto l’unico Paese europeo dove il fumo nei pubblici esercizi era ancora tollerato. Per gli ospiti stranieri, in particolare per quelli italiani, abituati ormai da 16 anni a gustare il sapore dei cibi in ambienti senza fumo, la puzza del tabacco era diventata insopportabile. Capitava spesso di vedere avventori italiani che entravano in una Gasthaus e, quando si accorgevano dei portacenere sui tavoli, facevano dietrofront per andare alla ricerca di uno dei tanti locali che avevano volontariamente scelto di non accogliere fumatori.

Da novembre il problema sarà definitivamente risolto, grazie a una iniziativa legislativa che ha avuto un cammino che definire travagliato è un eufemismo. Ricordiamo brevemente che nel 2015 il governo di allora, fatto da socialdemocratici (Spö) e popolari (Övp), aveva finalmente e a fatica approvato una legge che introduceva il divieto di fumo nei locali pubblici a partire dal 1. maggio 2018.

Le elezioni di fine 2017, però, avevano portato alla nascita di un governo di centro-destra, formato da popolari e liberalnazionali (Fpö), quelli che sopra avevamo definito sovranisti di destra, perché ormai assomigliano più alla Lega di Salvini che a un tradizionale partito di estrema destra, con connotati neonazisti, come era stato in anni passati. Il nuovo governo aveva subito approvato una legge che abrogava quella del 2015, in modo da evitare che in maggio scattasse il divieto di fumo. Avevano votato a favore anche i popolari, quelli stessi che nel governo precedente avevano votato contro il fumo.

Da allora però lo scenario politico è cambiato. Lo scandalo di Ibiza ha determinato la caduta del governo Övp-Fpö, che è stato sostituito da un governo tecnico, che resterà in carica fino alle elezioni anticipate di autunno. Assomiglia ai governi balneari della prima Repubblica italiana. Deve occuparsi soltanto dell’ordinaria amministrazione e di null’altro.

In frangenti come questi, però, privi di un governo politico, ritorna in auge in Austria il parlamentarismo, nel senso che i gruppi parlamentari riacquistano una inusitata vivacità, facendosi promotori di iniziative di legge che volta per volta trovano la maggioranza necessaria. È una fase molto rischiosa, perché a volta si formano maggioranze occasionali su provvedimenti che comportano costi elevati per il bilancio dello Stato. Si stanno ancora pagando le conseguenze delle spese pazze deliberate da un’aula senza timoniere in gran tempesta, dopo la caduta del governo Faymann.

Ieri è accaduto qualcosa del genere, anche se la legge approvata non comporterà alcun costo per le casse pubbliche. Unici contrari, come si è detto, i deputati dell’Fpö, che hanno motivato il loro voto con il timore per i danni economici che il bando delle sigarette comporterà per i pubblici esercenti. La circostanza che il divieto di fumo non abbia comportato alcun danno agli esercenti italiani e di tutti gli altri Paesi europei, non è stata presa evidentemente in considerazione.

Resta il dubbio se il governo che verrà – e del quale potrebbe far parte di nuovo l’Fpö – deciderà il bis, abrogando la nuova legge e reintroducendo le sigarette. È una ipotesi che può essere fatta, ma che appare del tutto improbabile, se non altro per ragioni di calendario. Le elezioni si terranno a fine settembre e, prima che nasca il nuovo governo, ci vorrà del tempo (in passato è stato in media da un mese a un mese e mezzo). In altre parole, si arriverà quasi a Natale. Nel frattempo il divieto delle sigarette sarà già in vigore e a quel punto sarà molto difficile tornare indietro.

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