Sabato 18 Maggio 2024

Freeride_ Ski Nassfeld-Hermagor - CopiaIl contenzioso infinito sull’assetto proprietario della società degli impianti di risalita di Pramollo – la Bergbahnen Nassfeld-Pramollo Ag – è giunto alla fine del suo viaggio. L’ultima parola l’ha pronunciata qualche giorno fa la Corte Suprema di Vienna, davanti alla quale era approdata la vicenda, dopo aver già fatto tappa in Tribunale a Klagenfurt e in Corte d’appello a Graz. La sentenza è definitiva e per questo abbiamo parlato della fine di un “viaggio” durato circa 5 anni.

Dal punto di vista giuridico la questione è molto complicata, ma possiamo semplificarla in questi termini. La Bergbahnen Nassfeld-Pramollo, proprietaria delle principali seggiovie del polo sciistico e della telecabina di arroccamento che sale al passo dal fondovalle austriaco, ha molti azionisti, ma, per semplicità di ragionamento, possiamo dividere il capitale sociale in tre fette, pressoché uguali: un terzo, un terzo e un terzo.

Il primo terzo è costituito dagli operatori turistici della zona, che facevano capo ad Arnold Pucher senior, il pioniere di Pramollo, recentemente scomparso. Il secondo terzo appartiene al Land Carinzia. Il terzo restante è di Heta Asset Resolutions, la bad bank nata dalle ceneri di Hypo Bank Alpe Adria. In questo ultimo terzo possiamo inserire, per comodità di ragionamento, anche Grawe, la società di assicurazioni di Graz, che era già stata azionista anche di Hypo Bank. Quindi tre gruppi di azionisti: Pucher con i suoi, Land Carinzia, Heta-Grawe.

Heta non ha alcun interesse a restare socia della Bergbahnen. Anzi, è nata proprio con l’obiettivo di liberarsi di tutti i beni mobili e immobili di Hypo Bank, per coprire la voragine di debiti lasciati dall’istituto e a cui hanno dovuto far fronte, in parte lo Stato e in parte il Land Carinzia. Per questo cinque anni fa mette in vendita la sua quota al miglior offerente. Quasi contemporaneamente anche il Land Carinzia decide di seguire la sua strada. Il fallimento di Hypo Bank gli è costato 1,2 miliardi, per cui la vendita della sua quota nella Bergbahnen può servire a ridurre, sia pure in misura limitata, il suo debito di bilancio.

All’acquisto delle quote di Heta-Grawe e del Land sono interessati due acquirenti: un imprenditore slovacco, già proprietario di impianti di risalita sui Tatra e di quelli del  Mölltaler Gletcher, in Carinzia, e una cordata di imprenditori carinziani. Alla gara questi ultimi offrono 500.000 euro più del concorrente slovacco.

La vicenda potrebbe considerarsi chiusa, ma non è così. Arnold Pucher non ne vuol sapere della cordata locale, preferisce l’investitore slovacco, benché abbia presentato un’offerta meno vantaggiosa. Si oppone alla vendita delle quote appellandosi a un articolo dello statuto della società, secondo il quale l’ingresso di nuovi azionisti deve avere l’approvazione di almeno il 75% del capitale sociale. Pucher ha meno del 20%, ma assieme agli altri piccoli azionisti che gli hanno dato carta bianca raggiunge oltre il 30% e può bloccare così la vendita.

Dopo un calvario giudiziario durato tre anni – con peregrinazioni anche questa volta in Tribunale, in Corte d’appello e davanti alla Corte Suprema – lo stallo viene sbloccato dal giudice che, sostituendosi all’assemblea, riconosce legittimo l’acquisto delle quote di Heta-Grawe e del Land da parte della cordata carinziana.

Ma Pucher non si dà per vinto e ottiene che le quote poste in vendita (il 66% del capitale) vadano a un acquirente terzo, alle stesse condizioni, anziché al gruppo carinziano a lui sgradito. È una soluzione contemplata dalla legge austriaca in situazioni del genere e l’acquirente viene definito proprio per questa ragione “sostitutivo”, perché sostituisce l’acquirente che aveva fatto l’offerta migliore. A ben vedere, ai venditori (Land Carinzia ed Heta-Grawe) interessa vendere, non importa a chi.

Ma importa molto, invece, ai candidati carinziani, che non vogliono rinunciare all’ingresso nella Bergbahnen Nassfeld-Pramollo, per le cui quote avevano presentato l’offerta migliore. Decidono così di ricorrere contro la decisione, facendosi assistere dall’avv. Werner Hochfellner, dello studio AHP Rechtsanwälte, che già aveva assistito con successo Heta-Grawe nella prima vertenza.

La questione sta in questi termini. Pucher, pur di non avere a che fare con la cordata carinziana, aveva chiesto la nomina di un “acquirente sostitutivo”. Alla nomina provvede l’amministratore della Bergbahnen, che è un uomo di Pucher e che sceglie quindi acquirenti “graditi” a Pucher.

La nomina è impugnata dall’avv. Hochfellner, perché tale nomina sarebbe spettata all’assemblea della società (di cui in quel momento il Land Carinzia ed Heta-Grawe avevano ancora i due terzi delle quote) e non semplicemente al suo amministratore. Si va in Tribunale, che respinge l’impugnazione. Si va in Corte d’appello e anch’essa respinge l’impugnazione. Si arriva infine, per la seconda volta, davanti alla Corte Suprema, che capovolge le sentenze di primo e secondo grado e dà ragione alla cordata carinziana: la nomina degli “acquirenti sostitutivi” non poteva essere fatta soltanto dall’amministratore, serviva anche un voto dell’assemblea. E, dato che nel frattempo erano scaduti tutti i termini, la nomina fatta dall’amministratore doveva essere considerata non valida e la vendita delle quote di Heta-Grawe e del Land ai carinziani diventa così definitiva.

Che la sentenza della Corte Suprema sia stata preceduta soltanto di pochi giorni dalla morte di Arnold Pucher è solo un caso. Non sarebbe stata diversa se Pucher fosse ancora vivo. Con la morte del pioniere di Pramollo, il “Nassfeld-Kaiser”, cui va il merito di aver creato dal nulla uno dei dieci poli sciistici più importanti dell’Austria, viene tuttavia meno una delle ragioni di conflittualità che per 5 anni aveva paralizzato il rinnovo dell’assetto societario della Bergbahnen.

Che le cose stiano cambiando lo si deduce dal fatto che i successori di Pucher e i nuovi azionisti di maggioranza pare abbiano accantonato i litigi e stabilito le basi per una nuova collaborazione, volta a favorire lo sviluppo della società e di tutta la valle del Gail. Se sono rose, fioriranno. Lo capiremo forse tra qualche settimana, quando a Pramollo non fioriranno le rose, ma la leggendaria wulfenia.

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