Sabato 18 Maggio 2024

21.10.30 Sabine Beinschab (Research Affairs)Non si mette bene per Sebastian Kurz e soci. Sabine Beinschab (nella foto) sembra intenzionata a vuotare il sacco. La donna, come è noto, è titolare di un istituto di indagini demoscopiche ed è accusata di aver “addomesticato” i suoi sondaggi in favore dell’ex cancelliere. Ovviamente dietro compenso. Veniva pagata perché facesse sembrare che “Basti Fantasti” godesse di maggiori consensi nell’opinione pubblica di quanti già ne avesse. E veniva pagato anche il quotidiano “Österreich”, perché pubblicasse quei sondaggi, decantando le qualità dell’aspirante cancelliere.

I compensi al giornale avvenivano in forma di spazi pubblicitari acquistati dal Ministero delle Finanze. In tedesco le inserzioni pubblicitarie si chiamano “Anzeige”, mentre il tedesco-austriaco preferisce il termine “Inserat”. Da ciò il neologismo in uso solo in Austria di “Inseratenkorruption”, che significa appunto “corruzione effettuata per mezzo di inserzioni pubblicitarie”. Beinschab, invece, per farsi pagare emetteva fatture false per prestazioni mai fornite allo stesso Ministero delle Finanze. Che pagava senza batter ciglio, perché a dirigere la musica in quella sede era il segretario generale Thomas Schmid, uno degli uomini del cerchio magico di Kurz.

Tutti questi intrallazzi li conosciamo grazie all’enorme quantità di messaggi in chat scambiati tra Schmid e il cancelliere e tra Beinschab e gli editori (e giornalisti) di “Österreich”: i fratelli Wolfgang ed Helmut Fellner e il figlio del primo Nikolaus (che però nel giornale e nelle apparizioni nella web-tv “oe.24.at” si fa chiamare Niki). Ma presto forse li conosceremo meglio, perché pare che Sabine Beinschab intenda collaborare con la giustizia e vuotare il sacco. Lo si evince da un rapporto sulle indagini in corso redatto dall’Ufficio anticorruzione del Ministero degli Interni (la denominazione completa è Bundesamt zur Korruptionsprävention und Korruptionsbekämpfung, in sigla Bak, che significa “Ufficio federale per la prevenzione e la lotta contro la corruzione”). Il rapporto probabilmente doveva rimanere riservato, ma da ieri è sui tavoli di tutte le redazioni.

Se Beinschab parla, non lo fa per pentimento e per desiderio di liberarsi la coscienza, ma perché il sistema giudiziario austriaco in tal caso le attribuirebbe i privilegi del “Kronzeugenstatus”, qualifica che potrebbe corrispondere a quella del nostro “collaboratore di Giustizia”. La traduzione di “Kronzeuge” non è “testimone con la corona”, ma “testimone della corona”, perché si richiama alla tradizione giudiziaria anglosassone, in cui l’ufficio dell’accusa agisce “in nome di sua maestà”, ovvero della corona. Collabori con la Giustizia, racconti quello che sai, inchiodi i tuoi complici alle loro responsabilità e la Giustizia sarà magnanima nei tuoi confronti.

Probabilmente magnanima lo è già stata, nel momento in cui ha concesso alla donna la libertà provvisoria. Ma per godere dei benefici nella determinazione della pena è necessario che il collaboratore fornisca agli inquirenti informazioni importanti e soprattutto non già emerse nel corso delle indagini. Altrimenti il collaboratore rischia di aver “tradito” i suoi complici inutilmente. Se, quindi, Sabine Beinschab, consigliata dal suo legale, ha scelto questa strada, probabilmente ritiene di avere cose importanti da dire sul piano accusatorio. Per questo all’inizio abbiamo scritto che per Kurz e soci non si mette bene.

Nell’ordinamento giuridico austriaco il ruolo di “collaboratore di Giustizia” non esonera completamente dalla pena. L’imputazione resta, ma l’eventuale condanna viene aggirata attraverso quella che viene definita una “Diversion”: ovvero nessuna sanzione penale, nessuna iscrizione nel casellario giudiziario, ma il semplice pagamento di una multa o, in alternativa, lo svolgimento di lavori socialmente utili oppure il risarcimento dei danni, se ci sono danni.

La figura del “Kronzeuge” venne istituita in Austria nel 2011, a titolo sperimentale e per un periodo limitato a 5 anni, per verificarne l’efficacia. Alla scadenza fu prorogata di altri 5 anni, che, guarda caso, scadranno il 31 dicembre prossimo. Il primo a servirsene nel 2011 fu un manager di Telekom Austria, società telefonica controllata dallo Stato, coinvolto in uno dei più grandi scandali per corruzione della Seconda Repubblica, che aveva riguardato tra l’altro finanziamenti illeciti a quattro partiti (ovvero tutti, tranne i Verdi). L’uomo riuscì a cavarsela, rivelando tutto il sistema di malaffare della società pubblica.

Sabine Beinschab spera di uscirne senza troppi danni allo stesso modo. Ha ancora due mesi di tempo per farlo.

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