Sabato 18 Maggio 2024

PahorGli austriaci non condividono l’azione del governo nei confronti delle migliaia di profughi che bussano alle porte del Paese. Lo rivela un sondaggio svolto dall’istituto demoscopico Unique per conto del settimanale “Profil”. L’83% degli intervistati giudica negativamente il modo in cui il governo sta gestendo il fenomeno. Addirittura peggiore il giudizio nei confronti della politica dell’Unione Europea nei confronti degli immigrati, bocciata dal 93% degli intervistati. Il 77%, inoltre, è del parere che l’Austria sia giunta alla saturazione nell’accoglienza dei profughi.

Va detto che il sondaggio si è svolto prima del vertice di governo che mercoledì scorso ha fissato un tetto nell’ammissione di nuovi richiedenti asilo nel 2016, ma è probabile che anche se gli intervistati fossero stati a conoscenza di quel tetto – su cui, peraltro, pochi nutrono fiducia – il giudizio sarebbe stato altrettanto negativo. Il che fa pensare che l’atteggiamento di grande solidarietà manifestato nei mesi scorsi da migliaia di volontari, accorsi ad assistere i profughi ai valichi di confine, alla Westbahnhof di Vienna e in altri luoghi di raccolta, non sia condiviso dalla stragrande maggioranza della popolazione.

L’emozione suscitata nell’agosto scorso dalla scoperta, a pochi chilometri da Vienna, di un camion frigorifero con dentro 71 cadaveri, tra cui anche quattro bambini, evidentemente è soltanto uno sbiadito ricordo. E anche le esortazioni all’accoglienza del vescovo di Vienna, cardinale Christoph Schönborn, entrano da un orecchio ed escono dall’altro. Oggi convincono di più le voci di chi vorrebbe erigere una barriera al confine orientale, così come ha fatto l’Ungheria.

Nessuna meraviglia, quindi, che dallo stesso sondaggio di Unique emerga che il 24% degli austriaci, in fatto di immigrazione, si identifichino nell’Fpö, il Partito liberalnazionale, e con il suo atteggiamento xenofobo e di netta chiusura nei confronti di chi chiede rifugio in Austria. Il 17% dichiara di approvare la linea dell’Övp e soltanto il 13% fa propria la “Willkommenskultur” (la “cultura del benvenuto”) espressa finora dall’Spö.

Di conseguenza anche nella parte del sondaggio di Unique che ha riguardato le scelte politiche degli intervistati, l’Fpö si è trovato in prima posizione. Alla classica domanda “se oggi, domenica, ci fossero le elezioni, a chi andrebbe il vostro voto?”, il 30% ha risposto Fpö, il 24% Övp, il 23% Spö, il 13% i Verdi, l’8% i Neos.

I sondaggi che Unique conduce per conto di “Profil” comprendono anche la classica domanda su chi gli intervistati vorrebbero avere per cancelliere. È una domanda fittizia, perché in Austria – come in Italia – non esiste l’elezione diretta del capo del governo, che viene invece incaricato dal capo dello Stato e deve ottenere la fiducia del Parlamento. Ciononostante, i risultati del sondaggio servono a misurare la popolarità dei vari leader politici. Anche in questa rilevazione il segretario politico dell’Fpö, Heinz Christian Strache, risulta al primo posto, con il 19%; lo seguono i leader dell’Spö, Werner Faymann, e dell’Övp, Reinhold Mitterlehner, entrambi con il 16%.

* * *

Il tema dei profughi è stato anche al centro di una visita che il presidente della Slovenia, Borut Pahor, ha fatto ieri in Carinzia, in occasione del 60.mo anniversario di fondazione dell’Unione centrale delle organizzazioni slovene presenti nel Land. L’ospite è stato ricevuto nella sala degli specchi del palazzo del governo regionale, a Klagenfurt, dal governatore Peter Kaiser, presente anche il ministro federale Josef Ostermayer.

I tre hanno convenuto sulla necessità che l’attuale crisi dei profughi sia affrontata congiuntamente da tutti i 28 Paesi membri dell’Unione Europea. Non basta – è stato detto – che alcuni Stati si dimostrino solidali. Kaiser ha elogiato la buona collaborazione esistente tra le autorità austriache e slovene, nel coordinare il transito dei migranti dalla Slovenia all’Austria e poi alla Germania, in tutte le scorse settimane e gli scorsi mesi.

Da venerdì ha ripreso a funzionare il valico di Spielfeld, in Stiria, che è stato potenziato con ben 48 postazioni per poter ricevere e registrare fino a 11.000 transiti al giorno. Ora anche i profughi che entravano in Austria attraverso il tunnel delle Caravanche e la Carinzia saranno dirottati a Spielfeld, anche se il varco carinziano continuerà a rimanere aperto.

Nelle scorse settimana si registravano mediamente 3.000 transiti al giorno. Ultimamente, in concomitanza con la riapertura graduale di Spielfeld, il numero a questo valico di frontiera si è sensibilmente ridotto: la polizia carinziana segnala 648 migranti mercoledì scorso, 1.248 giovedì, circa 400 venerdì.

Alla luce dei dati riferiti appare sconcertante che la gran parte dei media italiani, Rai compresa, diano per avvenuta la chiusura dei confini austriaci e la sospensione del trattato di Schengen. Fino ad oggi, invece, i confini dell’Austria con tutti i Paesi confinanti (Slovacchia, Cechia, Germania, Svizzera, Liechtenstein, Italia) sono attraversabili senza controlli di polizia e senza dover esibire documenti. I controlli vengono svolti soltanto al confine con la Slovenia, ma limitatamente ai profughi (mentre nessun controllo, invece, è svolto sull’autostrada Maribor-Graz, che passa pure per Spielfeld, ma non è usata dai migranti).

Insomma, sono in molti a voler celebrare il funerale di Schengen, prima che il trattato sia effettivamente morto.

 

 

NELLA FOTO, il presidente della Slovenia Borut Pahor, al centro, mentre esce dal palazzo del governo regionale della Carinzia, a Klagenfurt. Alla sua destra, il governatore Peter Kaiser e, alla sua sinistra, il ministro Josef Ostermayer.

________________________

AUSTRIA VICINA è anche su Facebook. Clicca “mi piace” alla pagina https://www.facebook.com/austriavicina.

 

Lascia un commento