Sabato 18 Maggio 2024

19.09.22 28 Stadio di Klagenfurt, For forest - CopiaSono ormai più di 70.000 le persone che hanno visitato “For forest”, un vero e proprio bosco trapiantato sul campo di calcio dello stadio di Klagenfurt. L’installazione, che porta la firma del mediatore culturale svizzero Klaus Littmann, è stata inaugurata l’8 settembre scorso ed è stata accompagnata, com’era lecito prevedersi, da qualche polemica.

Per la verità le uniche voci contrarie sono state quelle degli esponenti dell’Fpö, il partito della destra sovranista, sempre contrari a concedere l’uso dello stadio. Secondo loro l’iniziativa artistica è un flop, perché 70.000 visitatori sarebbero pochi e tra essi andrebbero contate tutte le scolaresche della città, costrette controvoglia al “pellegrinaggio” fino allo stadio per “fare numero”.

Pochi o molti che siano, il bosco di Littmann (299 diverse essenze arboree sul rettangolo di gioco dello stadio, circondate da un prato) sta suscitando curiosità e interesse. Domenica abbiamo effettuato un sopralluogo e abbiamo potuto constatare un’affluenza continua di persone di ogni età. Certo, non c’era la ressa che aveva richiamato sul lago d’Iseo la passerella galleggiante di Christo, ma sarebbe non veritiero affermare che i visitatori siano soltanto alunni di scuola trascinati a forza.

C’è molto interesse per l’intervento anche all’estero. In Italia ne hanno riferito quasi tutte le testate giornalistiche. Ieri è uscito un articolo sul New York Times, frutto di un’intervista telefonica con Littmann e con il governatore della Carinzia, Peter Kaiser. Il quotidiano americano non si limita a sottolineare il significato dell’installazione arborea, che vuole richiamare il drammatico problema ambientale di oggi, con un bosco “prigioniero” di uno stadio, ma anche “protetto” da esso. Il giornale dà anche notizia delle polemiche sollevate dall’estrema destra e cita il suo leader, Gernot Darmann, che si vanta di non aver ancora messo piede nello stadio e di aver proibito a suo figlio di farlo.

Il New York Times è solo l’ultimo di una serie di autorevoli testate straniere che hanno parlato di “For forest” e dello stadio di Klagenfurt. Tra gli altri giornali, ricordiamo il “Guardian” di Londra, che ha definito il progetto “la più grande installazione artistica pubblica dell’Austria”. E inoltre il settimanale tedesco “Der Spiegel”, l’edizione on-line di “Die Welt”, quella della “Frankfurter Allgemeine Zeitung”, la svizzera “Neue Zürcher Zeitung”. Tra le principali reti televisive, ricordiamo Zdf (Germania), Cnn (Usa) e Bbc (Gran Bretagna). La rassegna stampa comprende una dozzina di altri Paesi, dal Camerun all’Uruguay, da Puerto Rico al Messico, alla Russia.

Insomma, se il numero dei visitatori resta contenuto, l’eco mediatico è stato notevole. Inevitabile il confronto con la mostra dedicata dieci anni fa a Jörg Haider, nell’anniversario della morte, dove anche erano attese folle di visitatori. Nella prima settimana ne arrivarono invece solo 3.000 e la mostra dovette essere chiusa anticipatamente. La differenza rispetto a oggi è che la mostra su Haider fu a spese del Land e del Comune di Klagenfurt, mentre “For forest” (che costa 2 milioni) è interamente finanziata da sponsor privati.

E il calcio che fine ha fatto. In trasferta? No, perché il problema dello stadio di Klagenfurt è proprio quello di essere sottoutilizzato, perché non ci sono squadre che vi possano giocare. Probabilmente è questa la ragione per cui Littmann ha pensato di realizzare qui la sua installazione e non altrove. Era un progetto che coltivava da anni, da quando aveva visto un disegno a matita dell’artista austriaco Max Peintner, che mostrava una foresta dentro a uno stadio, e voleva tradurlo in realtà. Un progetto impossibile da realizzare, perché dove mai si può bloccare per due mesi uno stadio? Poi ha scoperto quello di Klagenfurt.

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