Sabato 18 Maggio 2024

15.10.23 Parlamento Vienna; Giorgio Marrapodi, Maria Romana De Gasperi, Gottfried Kneifel - CopiaMaria Romana De Gasperi, figlia dello statista Alcide De Gasperi, ha fatto visita a Vienna nell’anno in cui in Austria e in Italia si ricorda lo scoppio della Prima guerra mondiale, che vide i due Paesi combattersi ferocemente. La coincidenza è casuale, perché in realtà il viaggio nella capitale austriaca sarebbe dovuto avvenire già un anno fa, in occasione del 60.mo anniversario della morte del padre. Ma alle volte il caso aiuta a capire meglio i tortuosi percorsi della storia.

Quello di De Gasperi si può dire che fosse incominciato proprio qui, a Vienna, dove l’allora giovane trentino, suddito dell’impero austroungarico, era venuto a studiare filosofia e letteratura, per ritornarvi qualche anno dopo la laurea da deputato, eletto nel collegio di Fiemme, allora parte del Tirolo austriaco. Era il più giovane deputato dell’impero, eletto ad appena 30 anni, che al tempo era l’età minima per accedere a quello che allora si chiamava il Reichsrat, il “consiglio dell’impero”.

Maria Romana, giunta a Vienna, ha messo piede nell’emiciclo dei Reichsrat, che esiste ancora nel palazzo neoclassico del Parlamento, ma che non viene mai usato, salvo che per il giuramento del Capo dello Stato e per qualche altra evenienza straordinaria, perché troppo grande per la piccola Austria, qual era risultata dalla frantumazione dell’impero. Il presidente del Bundesrat, Gottfried Kneifel, dopo aver iscritto il nome dell’ospite nell’albo d’oro del Senato, l’ha accompagnata tra i banchi in legno massiccio della storica aula, fino al seggio numero 184, quello assegnato nel 1911 ad Alcide De Gasperi, come ricorda una targhetta con il suo nome.

È l’unico seggio “nominativo” in tutto il Reichsrat. La targhetta fu apposta nel 2004, nel 50.mo anniversario della morte di De Gasperi, e attesta la stima che l’Austria riserva nei confronti di quest’uomo politico, che era stato suo cittadino e parlamentare e che in seguito era entrato nella storia come uno dei padri fondatori dell’Italia repubblicana e dell’Europa.

L’omaggio che Maria Romana De Gasperi ha reso all’aula dove il padre iniziò il suo itinerario politico (ma, in realtà, aveva mosso i primi passi già qualche tempo prima da consigliere al Comune di Trento) assume quasi il valore simbolico di un ciclo che si conclude proprio nel modo in cui Alcide De Gasperi avrebbe desiderato. Perché l’Austria e l’Italia di oggi non sono più quelle che si erano combattute cento anni fa, ponendo De Gasperi di fronte alla difficile scelta tra la fedeltà all’impero, che era la sua patria di allora, e gli interessi della comunità trentina di lingua italiana.

A differenza del socialista Cesare Battisti, lui pure trentino, De Gasperi non era stato un irredentista. Si era battuto per una maggiore autonomia della minoranza italiana della sua provincia, ma ritenendo sempre che dovesse rimanere nell’ambito dell’impero. Mutò il suo atteggiamento soltanto nel corso della guerra, di fronte al trattamento che Vienna riservò ai suoi connazionali, giudicati politicamente inaffidabili, sospettati di spionaggio e deportati in aree del Paese distanti dal fronte. La sofferta lacerazione di quegli anni troverebbe conforto nelle eccellenti relazioni che esistono oggi tra Italia e Austria, rese manifeste dall’accoglienza riservata alla figlia Maria Romana.

Alla visita al Parlamento è seguito un incontro nella sede dell’Ambasciata d’Italia a Vienna, in palazzo Metternich, dove Maria Romana De Gasperi è stata accolta dall’ambasciatore Giorgio Marrapodi. Tra i presenti, il presidente della commissione esteri del Parlamento, Josef Cap, e Romano Prodi, in questi giorni a Vienna per un altro incontro internazionale. Maria Romana ha offerto ai presenti un ritratto del padre, tratteggiandone soprattutto alcuni aspetti privati e poco noti della sua vita, sia nella prima fase “austriaca”, sia negli anni del fascismo, sia negli anni della faticosa ricostruzione dell’Italia dopo la seconda guerra mondiale.

Josef Cap, intervenendo poco dopo, ha sottolineato come “la memoria di Alcide De Gasperi faccia parte del nostro comune patrimonio europeo” e come “questo statista si erga a simbolo di un’Europa delle molteplicità”. La dimensione europea di De Gasperi è stata sottolineata anche da Prodi. L’Europa – ha detto fra l’altro – fu costruita con grandi ideali di solidarietà, che permisero durante la sua presidenza l’allargamento a 25 dell’Unione. Oggi, purtroppo, quegli ideali appaiono meno presenti.

Prima e dopo gli interventi si è esibito nelle sale dell’ambasciata il Coro del Noce, giunto dalla val di Sole, la stessa terra trentina che aveva dato i natali ad Alcide De Gasperi.

 

NELLA FOTO, Maria Romana De Gasperi, tra il presidente del Bundesrat, Gottfried Kneifel (a destra), e l’ambasciatore italiano, Giorgio Marrapodi, nell’aula storica del Parlamento dell’impero. Appoggiata sul banco davanti a lei, la foto incorniciata del padre Alcide, che appare curiosamente con i baffi.

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