Sabato 18 Maggio 2024

19.02.28 Corte costituzionaleC’è la concreta possibilità che l’Austria metta al bando le sigarette nei locali pubblici. Non sarà a disporlo il governo – che, al contrario, nel nome della libertà individuale, è favorevole al fumo nei luoghi in cui si mangia e si beve – ma la Corte costituzionale, chiamata a pronunciarsi in materia. Il più alto organo giurisdizionale non si è ancora espresso ufficialmente, ma si era già occupato della vicenda in dicembre, ascoltando le parti che avevano presentato ricorso contro la legge a favore del fumo e raccogliendo tutti gli elementi di valutazione. In quella circostanza aveva annunciato che la sentenza sarebbe stata pronunciata nella sessione di marzo, vale a dire tra pochi giorni.

La Corte costituzionale è un organo collegiale ed è probabile che uno dei suoi componenti si sia lasciato sfuggire qualche parola, che è stata raccolta e subito pubblicata da “Oberösterreich Nachrichten”, quotidiano di Linz. Il messaggio trapelato, dunque, è che il reclamo dei ricorrenti dovrebbe essere accolto, con conseguente dichiarazione di incostituzionalità della legge che un anno fa aveva abolito il divieto di fumo negli esercizi pubblici che sarebbe dovuto scattare il 1. maggio scorso.

Ricordiamo, per chi non ha letto ciò che avevamo scritto in passato in questo blog, che l’Austria è probabilmente l’unico Paese d’Europa dove il fumo non è bandito dai locali pubblici (in Italia fu messo fuori legge dal ministro Girolamo Sirchia nel 2003). Nel 2015 l’allora governo di centro-sinistra Spö-Övp aveva finalmente approvato una legge che bandiva le sigarette a far data dal 1. maggio 2018.

Poco prima del Natale 2017, però, era entrato in carica il nuovo governo di destra Övp-Fpö, la cui componente nazional-populista (Fpö) aveva preteso che nell’accordo di coalizione fosse prevista l’abrogazione della legge del 2015 e, di conseguenza, fosse mantenuta la libertà di intossicare con il fumo i locali dei pubblici esercizi. Era stato questo una dei cavalli di battaglia nella campagna elettorale dell’Fpö. L’Övp, che pure nella precedente legislatura aveva unanimemente approvato il divieto di fumo, aveva dovuto accettare la richiesta, sia pure a denti stretti. Il risultato è che in Austria si continua a fumare in bar e ristoranti, salvo in quelli che volontariamente hanno scelto di vietare le sigarette, rinunciando alla clientela tabagista (attualmente sono 3373, di cui 210 in Carinzia, 671 in Stiria, 313 nel Salisburghese e 160 in Tirolo).

Ma l’Fpö – come scrivevamo l’8 giugno 2018 – non aveva fatto i conti con Vienna, che è una città a statuto speciale (ha i poteri di un Land) e come tale può sollevare eccezioni di legittimità costituzionale sulle leggi federali. Lo ha fatto sulla base del principio di uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge. Due, in particolare, le contestazioni. L’ordinamento giuridico austriaco tutela i lavoratori, vietando il fumo in fabbriche, uffici e nelle aziende. Consentirlo nei locali pubblici, significherebbe mettere a rischio la salute di camerieri e personale di servizio, che sarebbero sottoposti al fumo passivo, contro la loro volontà, durante tutta la giornata lavorativa.

La seconda contestazione riguarda i minori, a cui la legge vieta la vendita di sigarette. Ma anch’essi, entrando in bar e ristoranti sarebbero sottoposti al fumo degli altri avventori. Lo sarebbero anche negli esercizi con vani separati per non fumatori, perché, come risulta da un’indagine svolta, anche questi sono contaminati dal fumo proveniente dalle stanze adiacenti, che ovviamente non sono a tenuta stagna (lo si è accertato nel 62% dei controlli effettuali).

Alla Corte costituzionale hanno fatto ricorso non soltanto il Comune di Vienna, ma anche i gestori di due ristoranti e due cittadini, padre e figlia, non fumatori. A quanto si è appreso, la Corte costituzionale starebbe per accogliere i ricorsi, avendo riguardo soprattutto alla condizione dei lavoratori minorenni, costretti anch’essi a lavorare in ambienti dove si fuma. Le norme attualmente in vigore in Austria prevedono infatti che i giovani possano lavorare in ambienti dove si subisce il fumo passivo al massimo per un’ora al giorno. Ma questo limite temporale non può essere applicato a quanti lavorano in esercizi pubblici frequentati da fumatori. Verrebbe violato così il principio di uguaglianza sancito dalla Costituzione, nonché la tutela dell’integrità fisica, che è uno dei diritti fondamentali dell’uomo.

Se le anticipazioni di “Oberösterreich Nachrichten” dovessero trovare conferma nella sentenza della Corte, la legge in vigore decadrebbe e tornerebbe in vita quella precedente, che vietava il fumo. Una simile soluzione sarebbe accolta con favore dalla stragrande maggioranza della popolazione austriaca. Basti ricordare che il referendum consultivo indetto lo scorso anno dal movimento “Don’t smoke” aveva raccolto in pochi giorni 881.692 firme (il 10 per cento dell’intera popolazione, compresi anche i cittadini non elettori) e che in un sondaggio on line del quotidiano di Linz (da prendere con le pinze, come tutte le consultazioni in rete) i contrari alle sigarette erano ieri sera il 75,57%.

 

NELLA FOTO, i giudici della Corte costituzionale; al centro la presidente Brigitte Bierlein.

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