Sabato 18 Maggio 2024

22.04.02 Wolfgang SobotkaIl Partito popolare austriaco (Övp) sta attraversando un brutto momento. Molti dei suoi esponenti di vertice sono indagati per corruzione, finanziamento illecito, falso, malversazione, peculato. Al centro delle indagini sono soprattutto l’ex cancelliere Sebastian Kurz e i suoi sodali. Alcuni di essi, che rivestivano incarichi di governo, a cominciare dallo stesso Kurz, sono stati costretti a dimettersi, per cui si è reso necessario procedere a un rimpasto. Ma anche chi è rimasto al suo posto non è indenne da sospetti.

La situazione è talmente grave che il Parlamento ha costituito una commissione di inchiesta, il cui compito esplicito è di fare luce sui comportamenti illeciti dell’Övp. A presiederla è stato designato il primo presidente del Parlamento, Wolfgang Sobotka (nella foto), esponente dell’Övp e lui pure tra i sodali di Kurz. Siamo al teatro dell’assurdo, perché ci troviamo di fronte a una commissione di inchiesta il cui presidente appartiene proprio al partito su cui dovrà indagare.

Inevitabile la reazione furibonda dei partiti di opposizione, che vorrebbero che Sobotka rinunciasse all’incarico, per lasciare il posto a un politico meno coinvolto. Ma Sobotka è irremovibile. La presidenza delle commissioni parlamentari d’inchiesta – non sappiamo se per regolamento e per prassi – spetta al presidente del Parlamento. Se questa è la norma, andrebbe disattesa in situazioni di evidente incompatibilità. Ma manca la maggioranza dei voti per procedere in tal senso, perché i parlamentari dell’Övp ovviamente sono schierati con il loro presidente (che farà l’impossibile perché la commissione non cavi un ragno dal buco), ma anche i Verdi sono consenzienti, per evitare la crisi di un governo già abbastanza instabile.

Wolfgang Sobotka è un politico di lungo corso. Viene dalla Bassa Austria, ha 66 anni e milita nei ranghi dell’Övp da 40. Di lui si ricordano i metodi subdoli e brutali con cui aveva contribuito al sabotaggio del precedente governo Kern, di cui pure era ministro, e in cui il leader del suo partito, Reinhold Mitterlehner, era vicecancelliere. L’obiettivo era fare fuori Kern e Mitterlehner in una volta sola, per aprire la strada a Sebastian Kurz (che infatti di lì a poco sarebbe diventato segretario dell’Övp e cancelliere). In un libro di memorie scritto due anni dopo, Mitterlehner definisce il compagno di partito Sobotka come “demolitore” e “capo artificiere”.

Dopo le elezioni anticipate del 2017, che videro il trionfo di Kurz (anche grazie ai sondaggi pilotati di cui abbiamo scritto in passato in questo blog), il neocancelliere si sdebitò con Sobotka, facendolo eleggere presidente del Parlamento, seconda carica dello Stato, dopo quella del presidente della Repubblica. Siamo nel 2022, Kurz è scomparso dalla scena, ma Sobotka è sempre presidente del Parlamento e, dai primi di marzo, anche presidente della commissione di inchiesta sui presunti casi corruzione dell’era Kurz, ovvero del giovanotto per il quale aveva contribuito a silurare Mitterlehner e dal quale era stato premiato con la seconda carica dello Stato.

Come scrivevamo sopra, siamo al teatro dell’assurdo.

Ma la situazione due giorni fa è diventata ancora più assurda. Perché nel frattempo la Procura anticorruzione ha avviato indagini anche nei confronti di Sobotka per presunto abuso di ufficio. Nel 2017, da ministro degli Interni, aveva pilotato la nomina di un certo Franz Eigner alla Vicedirezione di Polizia di Vienna (in tutti i Länder si definisce “vicedirezione” questo ruolo, soltanto nella capitale si usa il termine “vicepresidenza”), per evitare che il posto fosse occupato da una candidata che per altro ne aveva tutti i titoli, ma ritenuta troppo vicina al Partito socialdemocratico (Spö).

La commissione d’inchiesta dovrà occuparsi anche di questo caso e dovrà farlo avendo come presidente proprio la persona ora sotto accusa.

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