Mercoledì 4 Dicembre 2024

15.05.01 20 Giasbana, az. Komjanc; Gisela Hopfmüller - CopiaSe il cancelliere austriaco Sebastian Kurz è pronto ad aprire i confini del suo Paese con tutti, ma non con l’Italia, dà prova di mancanza di solidarietà, perché vuole accogliere i turisti tedeschi, ma non vuole che quelli austriaci se ne vadano in Italia. E dà prova di mancanza di solidarietà anche quando respinge la proposta di “recovery fund” di Merkel e Macron, senza nemmeno provare a discuterne. Ad esprimere questi severi giudizi sul giovane cancelliere non è un italiano, ma Gisela Hopfmüller (nella foto), giornalista austriaca, per molti anni alla guida di Report, trasmissione di dibattito politico dell’Orf, molto seguita. Da quando è in pensione ha preso casa con il marito Franz Hlavac (lui pure ex giornalista dell’Orf) a Varmo, nel Medio Friuli, dove trascorre sei mesi all’anno, coltivando una piccolo vigneto. Ma ha continuato sempre a scrivere e con il marito ha già pubblicato sei libri sul Friuli Venezia Giulia, alcuni dei quali sono diventati dei best-seller in Austria e in Germania. L’ultimo “111 luoghi del Friuli Venezia Giulia assolutamente da vedere”, pubblicato in Germania, è stato un successo, tanto da convincere l’editore a stamparne prossimamente anche un’edizione in lingua italiana.

Abbiamo raggiunto telefonicamente Gisela Hopfmüller nella sua abitazione di Vienna.

  • Da quando non mette piede nella sua casa di Varmo?

“Manco da quasi tre mesi, da quando siamo rimasti bloccati qui dal Coronavirus. Per fortuna eravamo a Varmo in febbraio e abbiamo potato e legato le nostre viti. E per fortuna abbiamo dei meravigliosi amici in Friuli che hanno provveduto al trattamento del vigneto mentre eravamo assenti e hanno addirittura seminato per noi nel nostro orto”.

  • Sono tanti gli austriaci in una situazione come la vostra?

“Sì, ne conosciamo molti e, dai post che leggo nella pagina Facebook, sono tanti quelli che hanno un appartamento a Grado o in altre località di mare”.

  • Che cosa impedisce a lei e ai suoi connazionali di tornare in Italia? In fondo i confini non sono chiusi, c’è soltanto un controllo Covid.

“Come si fa a venire in vacanza in Italia per poi essere costretti a una quarantena di due settimane quando si torna in Austria, senza nemmeno poter uscire per fare la spesa o per lavorare. Certo, si può fare il tampone che certifichi l’assenza del contagio, ma non è sempre facile trovare il laboratorio che possa fare subito il test. È questa la ragione per cui nessuno si arrischia a venire in Italia”.

  • Kurz ha concluso accordi bilaterali con la Germania, con la Svizzera e con altri Paesi, per eliminare ogni controllo ai valichi di confine a partire dal 15 giugno. L’Italia per ora resta esclusa. Che ne pensa?

“È una mancanza di solidarietà nei confronti dell’Italia. Ogni estate entrano in Austria 1,5 milioni di tedeschi per farvi la vacanza e altrettanti austriaci scendono in Italia. Secondo me, l’unico scopo è di aprire le porte ai tedeschi e trattenere gli austriaci. Capisco che si voglia aiutare il turismo austriaco, ma non lo si deve imporre, togliendo la libertà a chi preferisce invece andare al mare in Italia o in Slovenia”.

  • Kurz, però, giustifica la chiusura con l’Italia con l’elevato rischio di contagio nel nostro Paese.

“Italia Paese a rischio? Non lo credo. Se guardiamo i dati in Germania e in particolare in Baviera, sono peggio di quelli in Friuli Venezia Giulia o in Alto Adige”.

  • Chi attraversa il valico a Tarvisio o al Brennero, però, non resta nella prima regione italiana che incontra. Può viaggiare in tutto il Paese, anche nelle aree più a rischio, e poi riportare il virus in patria.

“Gli austriaci sono abbastanza intelligenti per sapere dove andare e non vogliono ammalarsi. D’estate credo che poca gente vorrà andare a Milano, quasi tutti preferiranno il mare”.

  • Quindi la strategia di Kurz è di lasciare che i tedeschi vadano dove vogliono, concedendo loro un “corridoio” di attraversamento dell’Austria, ma di dissuadere gli austriaci dal fare le vacanze in Italia?

“Per me non funzionerà. I tedeschi hanno perso la fiducia nei confronti dell’Austria, dopo quello che è successo a Ischgl, mentre gli austriaci non vogliono sentirsi forzati nelle loro scelte. Tanti mi scrivono per dirmi che l’Italia fa parte della loro vita e non vogliono rinunciarvi”.

  • Kurz ha preso una posizione ostile all’Italia anche a proposito del “recovery fund” proposto da Merkel e Macron per Paesi in difficoltà come il nostro.

“Un’altra decisione sbagliata, nel merito e nel metodo. Si può essere contrari alla proposta, ma si deve trattare. Respingerla a priori segnala un’altra mancanza di solidarietà europea. In questo modo l’Ue rischia la rovina, un passo dopo l’altro. L’Austria non deve dimenticare che l’Italia è il suo secondo partner commerciale dopo la Germania. Se l’Italia entra in crisi per una decisione austriaca sbagliata, il danno poi è anche per l’Austria”.

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