Sabato 18 Maggio 2024

21.06.24 Horst Pirker (foto Heribert Corn, Der Standard)Il settimanale “News” pubblica un articolo critico nei confronti del governo di Sebastian Kurz e del suo Partito, l’Övp. Il titolo è eloquente: “Ai turchesi va da schifo”. I “turchesi” sono i membri dell’Övp, che da quando Kurz ne ha assunto la guida è stato rivoltato come un guanto e ha cambiato persino colore: dal nero tradizionale al turchese.

Come reagisce il partito del cancelliere? Replica contestando o smentendo le critiche del settimanale? Oppure incassa il colpo e sta zitto? Né l’una cosa, né l’altra. Invece il Ministero delle Finanze, guidato da Gernot Blümel, braccio destro di Kurz, ordina lo stop alla pubblicità istituzionale su “News” e su tutte le altre testate del gruppo, la holding Vgn-Medien, che comprende anche il settimanale di economia “Trend”, il periodico femminile “Woman” e la rivista dedicata ai programmi televisivi “Tv Media”. Il Ministero delle Finanze smentisce la rappresaglia, ma Horst Pirker (nella foto), a capo del gruppo editoriale, conferma i tagli e li definisce “una forma di orbanizzazione”. Insomma, un tentativo di far tacere le voci scomode, quasi come fa Viktor Orban in Ungheria, e “un tentativo di Kurz di concentrare tutto il potere” nelle sue mani.

Horst Pirker non è l’ultimo arrivato nell’editoria austriaca e non è nemmeno un industriale o un uomo della finanza che nel tempo libero si occupa per hobby della stampa. Ha dedicato tutta la sua vita al mondo dell’informazione, da quando era solo stampata a quando è diventata multimediale. Per molti anni ha guidato con successo il gruppo Styria, portando al successo il suo cavallo di battaglia, la “Kleine Zeitung”, quotidiano leader in Stiria e in Carinzia. Ma anche acquisendo altre testate, tra cui “Die Presse”, fondando nuovi quotidiani in Slovenia e in Croazia, sviluppando la comunicazione nel campo digitale. Per qualche tempo il gruppo Styria aveva avuto il controllo anche del settimanale di Udine “Il Friuli”

In un’intervista al quotidiano “Der Standard”, Pirker spiega senza peli sulla lingua ciò che pensa di Kurz. “Con il dare e togliere inserzioni pubblicitarie pagate con i soldi dei contribuenti – dice – le imprese editoriali vengono premiate, sedate o punite”. Questa non è una novità in Austria. Tutti i governi precedenti hanno cercato in vari modi di ottenere il consenso della stampa. Ma con il giovane “Basti”, secondo Pirker, questa strategia “ha raggiunto una nuova dimensione”.

Kurz, infatti, avrebbe “combinato” questa strategia con una “marcia attraverso le istituzioni”, in modo da ottenere un po’ alla volta il controllo di tutti i tradizionali poteri del sistema democratico. Ha la maggioranza relativa in Parlamento (potere legislativo), è il partito dominante nel governo (potere esecutivo), esercita attacchi massicci alla magistratura (potere giudiziario).

Dice Pirker: “Kurz e il suo partito operano per acquisire il potere totale in questo Paese”. Il nocciolo del partito, quello che gravita attorno al cancelliere, lo fa in modo attivo; gli altri uomini dell’Övp lo fanno in modo passivo, stando a guardare e senza reagire. “Lo dico senza polemica. Se si cerca di criticare la situazione, si giunge purtroppo alla conclusione che ho descritto. E questo lo dice uno che un tempo si era sentito molto vicino all’Övp”.

Nell’intervista Pirker spiega come dovrebbero essere ripartiti i fondi pubblici destinati alla stampa, per evitare gli attuali arbitri. Un terzo dovrebbe andare in parti uguali a tutte le testate, per sostenere quelle più piccole e più deboli; un altro terzo potrebbe essere assegnato in base alle dimensioni (copie vendute, numero di lettori, visualizzazioni nel web e durata). L’ultimo terzo, infine, andrebbe assegnato in base a criteri di qualità stabiliti da una giuria indipendente.

Ma Pirker non ha mai proposto la sua idea al cancelliere. “Kurz – spiega – è interessato al controllo, non a un confronto di idee” e questo atteggiamento rappresenterebbe il problema maggiore del giovane che attualmente è alla guida del governo. “Presumo che Kurz non sia malvagio”, aggiunge, gli mancano soltanto la maturità e la cultura richieste per il suo ufficio. Questa la conclusione: “Semplicemente non è adatto a fare il cancelliere”.

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