Sabato 18 Maggio 2024

20.03.25 Ischgl, bar Après-ski Kitzloch (primo contagio)Forse i gestori degli impianti sciistici di Ischgl si auguravano che sullo scandalo dei contagi da Coronavirus calasse presto il silenzio. Probabilmente se lo augurava anche il governatore del Tirolo, Günther Platter, che è politicamente il principale accusato (e forse non solo politicamente). Invece le cose stanno prendendo un’altra piega.

Abbiamo scritto ieri dell’esposto inviato dal Distretto di Landeck (dove si trova Ischgl) alla Procura di Stato di Innsbruck, su segnalazione dell’emittente televisiva pubblica tedesca Zdf. Riguardava un episodio tutto sommato marginale: la mancata denuncia alle autorità sanitarie di un primo caso di probabile contagio verificatosi già in febbraio in un’azienda di Ischgl. Un’inadempienza amministrativa da parte dell’azienda, con modesti risvolti penali. Nulla in confronto alla gravità del danno causato a mezza Europa dall’aver chiuso gli occhi davanti all’esplodere del contagio, prolungando irresponsabilmente per una settimana la stagione sciistica – con hotel aperti e impianti di risalita in funzione – dopo che ormai il fenomeno era stato ufficialmente segnalato da molti governi del centro e del nord Europa.

Ora invece pare che la magistratura intenda occuparsi del caso nella sua interezza. Al primo esposto inviato alla Procura si è aggiunta, infatti, una denuncia dell’Associazione consumatori. L’ha presentata ieri il presidente dell’associazione, Peter Kolba, che accusa le autorità tirolesi di aver ritardato la chiusura degli hotel e delle piste di Ischgl. Il documento punta il dito, tra gli altri, contro il governatore Platter, esponente di spicco dell’Övp (Partito popolare).

La denuncia rileva che fin dal 5 marzo le autorità regionali dovevano essere al corrente della minaccia che il contagio da Coronavirus si diffondesse in tutto il Land e anche in Europa, vista la nazionalità straniera di migliaia di ospiti. Alla Procura di Stato viene chiesto di verificare se le autorità sanitarie e politiche abbiano deliberatamente agito con lentezza, per salvaguardare gli interessi degli operatori turistici tirolesi. Kolba avanza l’ipotesi che nel comportamento omissivo dei responsabili del Land si possa configurare il reato di epidemia colposa e di abuso d’ufficio. Un’ulteriore accusa prende in considerazione il dolo o la colpa nella diffusione di malattie (l’influenza da Covid-19) soggette a denuncia.

La denuncia, come si diceva, è rivolta contro il governatore Günther Platter, che detiene anche la delega per il turismo, contro due assessori della sua giunta, contro alcuni sindaci di note località sciistiche nella zona (oltre a Ischgl anche Galtür, St. Anton am Arlberg, St. Christoph e altre località meno note) e contro i titolari di tre consorzi di impianti di risalita.

In parallelo con la denuncia penale, l’Associazione consumatori ha avviato un’azione per riunire tutte le persone che potrebbero aver contratto l’infezione a Ischgl e dintorni. Non soltanto gli abitanti della zona e le persone che lavorano nelle strutture turistiche, ma anche e soprattutto gli ospiti austriaci e stranieri. Kolba ha menzionato, a titolo esemplificativo, un punto di riferimento costituito ad Amburgo per i tedeschi della zona contagiati a Ischgl. Ma aggregazioni analoghe esistono anche in Danimarca e Norvegia.

Di fronte al clamore suscitato dalla vicenda e agli sviluppi giudiziari, l’amministrazione del Land sta ora cercando di correre ai ripari, dopo aver negato per giorni ogni responsabilità e aver sostenuto di “aver fatto tutto ciò che andava fatto”. Ieri i partiti che formano il governo del Tirolo, Övp e Verdi, hanno annunciato l’intenzione di istituire una commissione indipendente di esperti, che dovrà valutare quel che è accaduto nella Paznauntal e individuare eventuali responsabilità. La proposta è stata esaminata ieri pomeriggio dai capigruppo in consiglio regionale. Prima dell’inizio dei lavori, il capogruppo dell’Spö (Partito socialdemocratico), Georg Dornauer, aveva sostenuto la necessità che l’eventuale commissione sia composta da esperti di altri Länder austriaci, se non addirittura di altri Paesi. Giocare in casa sarebbe servito soltanto a confermare la tesi di Platter, che non vi sono responsabilità e che per fronteggiare il Coronavirus è stato fatto tutto ciò che andava fatto.

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CORONAVIRUS CON IL SENNO DI PRIMA.

Il 25 gennaio scorso, oggi due mesi fa, il Coronavirus mette per la prima volta piede in Europa. Non in Austria, naturalmente, dove si farà conoscere molto più tardi, e neppure in Italia. Il primato spetta alla Francia, dove sono confermati ufficialmente due casi di contagio, uno a Parigi e l’altro a Bordeaux. La notizia passa quasi inosservata, tanto che oggi molti saranno sorpresi nel leggerla. Ma il 25 gennaio si è convinti ancora che il contagio sia un problema esclusivo dei cinesi. Per questo il Ministero degli Esteri austriaco sconsiglia viaggi nella provincia cinese di Hubei, dove si trova la metropoli di Wuhan. Per il momento non si parla di divieti, solo “consigli”. E mentre a Wuhan si lavora giorno e notte per costruire dal nulla il famoso ospedale da mille letti, i cittadini di Graz si preparano per la 22. Grazer Opernredoute, che è l’equivalente stiriano del Ballo dell’Opera di Vienna. L’incubo del Covid-19 è lontano e si può ancora folleggiare.

 

NELLA FOTO, l’insegna dell’ormai celebre bar Kitzloch, di Ischgl, chiuso dopo che 16 dei suoi baristi e dipendenti erano risultati positivi al test del Coronavirus.

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