Sabato 18 Maggio 2024

16-11-26-norbert-hofer-con-fiordaliso-alla-seduta-insediamento-parlamentoLa “storia infinita” delle elezioni presidenziali austriache si arricchisce di un nuovo, curioso capitolo. Norbert Hofer, candidato del partito della destra liberalnazionale (Fpö), è andato a cercare il voto dei suoi connazionali residenti all’estero (sono circa 400.000), spedendo loro una mail. Di per sé si tratta di una iniziativa legittima: gli austriaci che vivono in altre parti del mondo hanno anch’essi diritto di voto (se ne avvalgono abitualmente circa 35.000) ed è logico che un candidato rivolga il proprio appello anche ad essi.

Ciò che nel caso di Hofer va contro la legge, tuttavia, è l’invio del messaggio elettorale per posta elettronica. Il problema non è l’acquisizione degli indirizzi, che è avvenuta in modo perfettamente legale (il Ministero degli Interni deve far pervenire semestralmente ai partiti gli elenchi aggiornati degli elettori, alcuni dei quali usano indicare, accanto al loro indirizzo di residenza, anche quello e-mail). Il problema è la quantità di mail spedite.

La legge austriaca sulle telecomunicazioni dispone, infatti, che non si possano inviare mail a più di 50 indirizzi, senza il consenso dei destinatari, e che le mail non debbano avere carattere di pubblicità. Non si sa quante siano le mail spedite dall’ufficio di Hofer, ma ormai al Ministero degli Interni sono giunte decine di proteste da cittadini residenti all’estero, che non avevano gradito i saluti del candidato.

Il Ministero degli Interni ha segnalato il caso all’Autorità delle telecomunicazioni, che ha avviato indagini in proposito. Il prossimo passo – secondo quanto ha dichiarato un portavoce dell’Autorità – dovrebbe essere la richiesta al Parlamento di sospendere l’immunità di cui Hofer gode nella sua veste di deputato, oltre che di terzo presidente dell’assemblea, per indagare nei suoi confronti.

Ci troveremmo così nella bizzarra situazione di un candidato alla presidenza della Repubblica – e tra pochi giorni forse presidente – indagato dalla magistratura, privato dell’immunità e forse, tra non molto, condannato. Non siamo nel campo della fantapolitica, perché c’è un precedente: alle elezioni comunali di Vienna dell’autunno scorso (le più recenti, prima di quelle presidenziali in corso), il segretario dei Neos era stato condannato a una pena pecuniaria, per aver spedito mail elettorali a 10.000 viennesi. Non si vede perché l’Autorità per le telecomunicazioni dovrebbe usare due pesi e due misure e non procedere anche nei confronti di Hofer, come aveva fatto nei confronti del leader dei Neos.

Un accanimento nei confronti del candidato della destra? Hofer lo ha sostenuto al Mittagsjournal, il notiziario radiofonico di mezzogiorno dell’Orf. Ha parlato di “indignazione strumentale” e ha dichiarato di non vedere “nulla di sbagliato” nell’aver inviato pubblicità elettorale agli austriaci all’estero. Peccato però che alle elezioni di autunno a Vienna fosse stato proprio il suo partito a “indignarsi” per le mail spedite dai Neos. Un suo deputato, Peter Wurm, aveva presentato addirittura un’interpellanza al ministro competente, Rudolf Hundstorfer, e il sito web “Unzensuriert”, vicino all’Fpö, era andato a caccia delle mail galeotte, titolando “L’Fpö sulle tracce delle mail in massa dei Neos”. Tanto zelo si è rivelato un boomerang: ora c’è chi va a caccia delle mail di Hofer.

 

NELLA FOTO, Norbert Hofer alla seduta di insediamento del Parlamento. Come tutti i deputati del Partito liberalnazionale, in quell’occasione portava all’occhiello il fiordaliso, simbolo dei nazisti austriaci prima dell’Anschluss, quando il nazionalsocialismo in Austria era ancora fuorilegge. Quel fiore era stato scelto, a quel tempo, in ricordo del movimento antisemita di Georg von Schönerer.

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