Sabato 18 Maggio 2024

18.02.25 Innsbruck, Sebastian Kurz con Guenther Platter dopo successo elettoraleIl Tirolo era da sempre un feudo dell’Övp, il Partito popolare austriaco. Da ieri lo è ancor di più. Le elezioni per il rinnovo del Landtag (il consiglio regionale), gli hanno assegnato il 44,26%, con una crescita di 4,91 punti rispetto alla precedente consultazione del 2013. Significa quasi la maggioranza assoluta, perché il meccanismo elettorale assegna all’Övp 17 seggi su 36. È una chiara vittoria del partito, ma anche del suo leader, il governatore uscente Günther Platter.

È merito suo se l’Övp, che cinque anni fa era sceso al minimo storico del 39,35%, ha ottenuto un simile recupero. Che restasse il primo partito del Land era fuori discussione. Che riuscisse a superare la soglia del 40% era ritenuto abbastanza probabile, se non altro come riflesso della fortunata stagione che il partito sta vivendo a livello nazionale. Nessuno, però, avrebbe potuto immaginare – e i sondaggi non lo dicevano – che sarebbe andato oltre al 44%. Per ritrovare un risultato migliore si deve risalire nel tempo fino alle elezioni del 2003.

L’altro vincitore della giornata è l’Fpö, il partito della destra populista, che ha guadagnato 6,19 punti, passando dal 9,34% al 15,53%. Un bel risultato, non c’è che dire, ma inferiore alle aspettative. Soprattutto è un risultato che non ha consentito di scavalcare il Partito socialdemocratico (Spö), che resta al secondo posto. Con il grande balzo in avanti nelle elezioni politiche nazionali dell’ottobre scorso e con la partecipazione al governo, i dirigenti tirolesi dell’Fpö contavano di superare la soglia del 20%. Il 15,53% non è propriamente un grande risultato.

Probabilmente deve aver pesato negativamente l’atteggiamento assunto a livello nazionale dall’Fpö nella questione del fumo nei locali pubblici: il partito dell’ultradestra vuole abolire il divieto generalizzato, che era già stato disposto con legge, mentre esiste un’ampia maggioranza trasversale che invece vorrebbe fosse mantenuto, come accade in Italia e nella quasi totalità degli altri Paesi d’Europa.

Un’altra spiegazione del successo contenuto dell’Fpö può essere ricercata nel fenomeno profughi, che ormai da tempo non è più la prima preoccupazione dei tirolesi. La destra ne aveva fatto il suo cavallo di battaglia, ma senza insistere molto, perché ormai da oltre un anno dal Brennero non arriva più nessuno.

Il problema del giorno dopo è quello della coalizione di governo del Land. L’Övp non ha i seggi per governare da solo, per cui dovrà scegliersi un “socio”. Nella passata legislatura aveva per alleato i Verdi, una coalizione che ha funzionato bene. Sarà riproposta?

Nel corso della campagna elettorale, Platter era spesso stato interpellato in proposito, ma aveva sempre eluso la domanda, dichiarandosi aperto a ogni soluzione. Ora ha davanti a sé tre scelte: confermare la coalizione con i Verdi, che hanno perso il 1,92%, scendendo al 10,67, che pure è una dimensione sufficiente per formare una maggioranza. Le altre soluzioni possibili sono l’alleanza con l’Spö, secondo partito del Land, come abbiamo detto, che ha ottenuto il 17,25%, oppure con i liberal-populisti dell’Fpö.

L’ultima sarebbe una coalizione fotocopia di quella varata nel governo nazionale, ma non sembra che Platter ne sia molto entusiasta. Lui, per ragioni tattiche, non si è mai espresso, ma persone vicine a lui riferiscono dei suoi timori di una simile alleanza, che lo costringerebbe a giustificarsi a giorni alterni per le improvvide esternazioni antisemite, razziste, se non addirittura naziste degli esponenti di questo partito.

Non resta, dunque, che attendere. Non servirà molto tempo: quando si dispone di oltre il 44% le scelte non sono difficili. Nel frattempo si avvicinano altre due elezioni in Austria, le ultime per quest’anno: domenica prossima andrà al voto la Carinzia, il 22 aprile il Salisburghese.

 

NELLA FOTO, il vecchio e futuro governatore del Tirolo Günther Platter, a destra, festeggia la vittoria con il leader nazionale del suo partito (e cancelliere) Sebastian Kurz.

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