La “Kleine Zeitung” di ieri ospitava una intervista al presidente del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga. Il messaggio rivolto ai lettori era chiaro: “La nostra regione sta bene come poche altre”. Il giornale austriaco – che in Carinzia e in Stiria entra quasi in ogni casa – si era servito delle parole del presidente per il titolo. Era quasi un invito agli austriaci a tornare in Italia. E non il primo.
Una settimana fa nello stesso quotidiano era apparsa un’altra intervista all’industriale triestino Andrea Illy (un marchio che in Austria gode di grande prestigio). I contenuti riguardavano prevalentemente temi economici, in particolare gli aiuti finanziari dell’Ue, ma il messaggio che emergeva dal titolo era analogo: “È tempo di aprire i confini con l’Italia”.
Chi in questi giorni di Coronavirus vede nell’Austria un Paese ostile all’Italia rischia un inganno ottico. C’è un governo che con pretesti virologici stenta ad aprire i confini verso il nostro Paese e che con rigore calvinista si oppone al Recovery Fund. Poi ci sono gli austriaci, che invece amano l’Italia e non vedono l’ora di tornare a metterci piede.
Difficile sostenere l’esistenza in Austria di un vero e proprio partito degli “amici dell’Italia”, ma qualcosa del genere c’è. La deputata carinziana Petra Oberrauner, fino allo scorso anno vicesindaca di Villaco, afferma che nel Parlamento di Vienna esiste un movimento di simpatizzanti del nostro Paese, che attraversa tutti i partiti e che sta esercitando forti pressioni sul governo, per indurlo ad abbandonare la sua linea di chiusura,
E, sempre restando in campo politico, non si può non ricordare ciò che ha detto il Capo dello Stato austriaco, Alexander Van der Bellen, in una recente intervista televisiva. A proposito dell’economia legata al turismo e dell’apertura dei confini (l’Austria li ha aperti con tutti i Paesi confinanti, meno che con il nostro), il presidente ha dichiarato: “L’Italia non si trova da qualche parte sulla luna. È il Paese confinante a sud dell’Austria e il secondo più importante partner commerciale. Chi aiuta l’Italia aiuta perciò anche l’Austria”.
Se c’è quel partito di “amici dell’Italia”, Van der Bellen ne fa parte di sicuro. Per questo capita spesso a Trieste, in incognito e senza scorta, affascinato dal nostro mare. C’è in lui una sorta di innamoramento per il nostro Paese, quel “Drang nach Süden” – espressione letteraria per esprimere l’anelito verso il sud – che ispira molti suoi connazionali. Lo sbocco al mare, perduto dopo la Prima guerra mondiale, resta anche dopo cento anni il “luogo della nostalgia” dei nostri vicini.
A ben pensare, non riusciamo a immaginarci austriaci che vogliano fare le loro vacanze in Germania, con i loro amati-odiati cugini tedeschi, o altrove. Il desiderio più diffuso è di scendere al sud, nel nostro Paese oppure in Istria o sulle coste dalmate. Un desiderio così radicato che nel 2012 la Carinzia dedicò addirittura una mostra a oltre un secolo di vacanze in Italia, dal titolo “Ans Meer!”. La traduzione non serve. È stato così per oltre cent’anni e sarà di nuovo così quando il cancelliere Kurz toglierà i controlli Covid anche ai nostri confini. Potrebbe accadere, forse, il 15 giugno, come si augura il governatore della Carinzia, Peter Kaiser, presidente di turno dell’Euroregione senza confini. Anche lui “iscritto” al partito dei nostri amici.
NELLA FOTO, l’intervista al presidente del Friuli Venezia Giulila, Massimiliano Fedriga, pubblicata ieri dalla “Kleine Zeitung”.
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