Il “muro” alle frontiere austriache sta per cadere. Il momento previsto è la mezzanotte tra il 15 e il 16 giugno. Non c’è ancora un annuncio ufficiale, ma le voci sono filtrate dalla cancelleria federale di Vienna. Le liberalizzazioni dei transiti riguarderanno l’Italia intera e una dozzina di altri Paesi. In pratica, dalla mezzanotte del 15 giugno gli austriaci potranno viaggiare in tutta Europa, con esclusione della Svezia, che con i suoi 4.717 decessi (dato aggiornato a ieri sera), continua ad essere il Paese a più alto rischio di contagio del continente.
La conferma di queste anticipazioni arriveranno soltanto oggi, nella tarda mattinata, in una conferenza stampa che farà seguito, come l’altra settimana, a un vertice (lo hanno chiamato “tavola rotonda”) tra i ministri degli Esteri, Alexander Schallenberg, della Salute, Rudolf Anschober, degli Interni, Karl Nehammer, e della ministra per i rapporti con l’Europa, Karoline Edtstadler.
Di ufficiale, dunque, per ora c’è solo la notizia che dalla mezzanotte del 15 giugno cadranno le misure anti-Covid con la Croazia. Le ragioni di questo trattamento differenziato sono dovute a un tweet. Ieri mattina c’era stato un colloquio telefonico tra il cancelliere austriaco Sebastian Kurz e il capo del governo di Zagabria, Andrej Plenkovic, nel quale era stata concordato per l’appunto il via libera ai transiti da e per la Croazia. E Plenkovic non era stato nella pelle di farlo sapere al mondo con un tweet. A questo punto il ministero degli Esteri austriaco non aveva potuto far altro che confermare le parole del premier croato.
Che il governo di Vienna stesse cambiando rotta in materia di transiti lo si intuiva già da qualche giorno, ma il primo segnale era venuto lunedì sera, nel corso del programma televisivo “Milborn”, sull’emittente privata Puls4, di cui era ospite il ministro degli Esteri Schallenberg. Intervistato dalla giornalista Corinna Milborn, Schallenberg aveva affermato che “questa settimana, forse già a metà di questa settimana, si potrebbe compiere un ulteriore passo nella direzione della libertà di viaggiare”. E aveva soggiunto: “Ciò che cerchiamo è un approccio regionale, che tenga conto delle circostanze”.
Schallenberg non aveva detto esplicitamente che sarebbero cadute le barriere con l’Italia, ma le sue parole erano state interpretate subito così nell’edizione web del “Tiroler Tageszeitung”, quotidiano di Innsbruck, che già lunedì notte aveva titolato: “Schallenberg fiducioso per l’apertura del confine con l’Italia entro giorni”. Il ministro, evidentemente, già sapeva del proposito del governo di porre fine una volta per tutte al tira e molla sull’apertura dei valichi di Tarvisio e del Brennero, se non altro per le pressioni che giungevano quotidianamente da Friuli e Veneto (che a Vienna contano quel che contano) e dai “fratelli separati” dell’Alto Adige (che invece contano, eccome!). Non dimentichiamo che il Landeshauptmann del Tirolo, Günther Platter, è dell’Övp, lo stesso partito del cancelliere Sebastian Kurz.
Non sapeva invece che l’apertura sarebbe stata completa: per tutta l’Italia, isole comprese (e Lombardia compresa). Rispondendo alle domande di Milborn, il ministro aveva ripetuto il discorso già sentito altre volte dal ministro della Salute, Anschober, e dal cancelliere Sebastian Kurz, che in gran parte delle regioni italiana – e in particolare in quelle del Nord-Est – l’epidemia ormai è arginata, ma che vi sono altre regioni a rischio, per cui “l’approccio sarebbe stato regionale”. Insomma, gli austriaci sarebbero stati autorizzati a raggiungere soltanto alcune aree più sicure.
Così fino a lunedì sera. Ieri, invece, è arrivato il “liberi tutti”.
NELLA FOTO, il valico autostradale del Brennero. Dalla mezzanotte del 15 giugno nessun controllo, nessuna quarantena, nessun certificato medico.
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