Sabato 18 Maggio 2024

18.09.26 Herbert KicklLa libera stampa non piace a Herbert Kickl (nella foto), ministro degli Interni austriaco. Capita spesso e a ogni latitudine che chi è al governo mal tolleri le voci critiche, talvolta scambiate per tendenziose. Ma Kickl, esponente di punta dell’Fpö, il partito della destra nazionalista e populista, è andato oltre. Non si è limitato a esprimere fastidio per l’informazione stampata o televisiva che lo disturba. Ha anche emanato specifiche direttive agli uffici stampa delle direzioni di polizia di ciascun Land su come trattare i giornali “amici” e quelli “ostili”.

In una lunga mail inviata ai responsabili degli uffici “L1” (quelli che si occupano dei rapporti con gli organi di informazione e che, nell’organizzazione della polizia, sono alle immediate dipendenze delle direzioni di polizia di ciascuno dei nove Länder) Kickl spiega loro come devono comportarsi. Le righe più scottanti sono quelle riservate ai “giornali ostili”, riportate in un apposito paragrafo intitolato “Kritische Medien”. Vengono menzionati esplicitamente il quotidiano “Der Standard” e il settimanale viennese “Falter”, ma anche il “Kurier”, per alcuni suoi recenti servizi. Nei confronti di questi organi di informazione il ministro raccomanda di limitare al massimo le comunicazioni e di non passare mai notizie “ghiotte” (nella mail sono definite “Zuckerl”, ovvero “zuccherini”), che possano consentir loro la pubblicazione di servizi in esclusiva.

La mail contiene altri spunti interessanti. Per esempio, in relazione ai reati a sfondo sessuale. In proposito si raccomanda di enfatizzare gli episodi criminosi e di indicare esplicitamente la cittadinanza e lo stato di soggiorno delle persone coinvolte. Evidente l’obiettivo di mettere in luce gli episodi imputabili a immigrati, nonostante che il ministero della Giustizia nel 2014 avesse emanato un’apposita ordinanza per gli organi di informazione, in cui si vietava di menzionare l’appartenenza a gruppi etnici o a condizioni personali, quando ciò non fosse essenziale per la comprensione dell’evento riferito.

La mail era indirizzata ai responsabili degli uffici “L1” e ovviamente doveva rimanere riservata, ma ne è arrivata copia anche al “Kurier” e a “Der Standard”. Florian Klenk, nota firma di “Falter”, ha addirittura pubblicato nella sua pagina Facebook il testo completo in formato pdf. Una volta che le “istruzioni” del ministro erano divenute pubbliche non si poteva far finta di nulla.

Immediata la reazione del cancelliere Sebastian Kurz da New York, dove si trova per l’assemblea dell’Onu. “Per un giornalismo libero e indipendente – ha scritto – soprattutto i partiti e le istituzioni di governo, così come pure le istituzioni pubbliche, hanno una grande responsabilità. Ogni limitazione alla libertà di stampa è inaccettabile”. Naturalmente Kurz ha riconosciuto il diritto del ministro degli Interni di fornire indicazioni guida sui rapporti da tenere con i media, ma “l’emarginazione o il boicottaggio di determinate testate non può aver luogo in Austria. Questo vale per i responsabili della comunicazione di tutti i ministeri e di tutte le istituzioni pubbliche”.

Non sono mancate proteste da parte del sindacato dei giornalisti e dei partiti di opposizione. Il ministero degli Interni ha cercato di fare marcia indietro. Il suo portavoce Alexander Marakovits ha diffuso una nota, nella quale afferma che la mail era stata diffusa dal responsabile del servizio stampa, Christoph Pölzl, e che il ministro Kickl “non ne era stato il committente” e non lo era stato neppure il gabinetto del ministro. Insomma Pölzl (che effettivamente è il firmatario della mail, lunga cinque pagine) avrebbe agito di sua iniziativa, all’insaputa di Kickl. “Peso el tacòn del buso”, direbbero a Padova.

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L’UOMO CHE SUGGERIVA AD HAIDER

Herbert Kickl è ministro degli Interni dal 18 dicembre e ha fatto parlare di sé fin dalla sua prima conferenza stampa, in cui annunciò la creazione di lager in cui concentrare i profughi. La scelta della parola “concentrare” ebbe eco anche all’estero, perché richiamava alla memoria i “Konzentrazionslager”, i campi di concentramento nazisti. Seguirono altri annunci: l’arruolamento di 4.100 poliziotti, la creazione di un reparto “Puma”, per la difesa dei confini, e di un reparto a cavallo, l’acquisto di pistole Taser (come quelle previste dal decreto sicurezza in Italia) e di fucili d’assalto.

Ma Kickl era già noto quando, da giovane, scriveva i discorsi graffianti per Jörg Haider. Noi pensavamo fosse Haider in persona a inventarsi le battute razziste su rom, immigrati ed ebrei, che tanto divertivano il popolo Fpö, mentre era invece questo giovanotto mingherlino e occhialuto a suggerirgliele.

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