Sabato 18 Maggio 2024

x 07.04.06 Tavagnacco, Hypo Italia sede 1Potrebbe avvenire prima del previsto la divisione di Hypo Bank Italia in una “good bank” e in una “bad bank”, divisione che dovrebbe essere il presupposto per facilitare la vendita della prima al miglior prezzo. Che poi anche la vendita avvenga prima del previsto è ancora “nelle stelle”, come si usa dire in Austria, quando non si ha la più pallida idea di quel che accadrà.

 

Il condizionale è d’obbligo, perché non esistono comunicazioni ufficiali. La direzione della banca, a Tavagnacco, ha scelto la strada del riserbo e non dice nulla. Ma, quando in un’operazione sono coinvolte più persone, è inevitabile che qualche notizia trapeli. Quelle più accreditate in circolazione indicano la data di nascita delle due Hypo Bank Italia – quella “buona” e quella “cattiva” – nella prima metà di gennaio, se non addirittura negli ultimi giorni di dicembre.

 

A “notizie trapelate” fa riferimento un comunicato inviato dai sindacati – da tutti i sindacati del settore, che ormai hanno scelto di lavorare insieme: Dircredito, Fabi, Fiba Cisl e Fisac Cgil – ai dipendenti. Si accenna a “cessioni di pezzi d’azienda”. Il comunicato non lo dice, ma, secondo altre fonti, sarebbero in corso riunioni della direzione con gruppi di dipendenti ad alto livello, per predisporre il passaggio alla “bad bank”.

 

Che cosa ciò significhi lo abbiamo già scritto. Tutti gli immobili confiscati a clienti insolventi verrebbero trasferiti nella “bad bank”, che diventerebbe così una sorta di società immobiliare e che avrebbe il compito di rivenderli quando le condizioni di mercato saranno migliori, in modo da recuperare il più possibile il capitale investito e magari anche guadagnarci. Nella “good bank” andrebbe invece la banca vera e propria, con tutti i suoi sportelli in Friuli e nel Nord Italia,  quelli esistenti e quelli in procinto di essere aperti, per potenziare la rete. L’obbligo imposto dall’Unione Europea di vendere Hypo Italia potrebbe essere soddisfatto, dunque, vendendo la nuova “good bank”, sicuramente più interessante sul mercato una volta sgravata della zavorra di tutti gli immobili sequestrati a clienti insolventi e che ora nessuno vuol comprare.

 

La trasformazione dalla struttura attuale a quella doppia ipotizzata in futuro comporta vari passaggi, tra cui l’assegnazione del personale, che nella nuova prospettiva risulta esuberante nella direzione generale di Tavagnacco e scarso invece nelle filiali sul territorio. Alcuni uomini potranno continuare a lavorare dove già si trovano, ad altri sarà chiesto di cambiare sede, con altri infine il rapporto di lavoro potrebbe essere interrotto.

 

Proprio in questa prospettiva le organizzazioni sindacali “hanno alzato il livello d’attenzione” e lamentano di non aver ricevuto riscontro alle loro richieste di essere informate. Si teme per i dipendenti di Hypo Bank che potrebbero rimanere senza lavoro, ma si teme anche per quelli che, trasferiti nella “bad bank”, potrebbero vedersi applicare il contratto del commercio, meno favorevole di quello bancario in termini normativi e retributivi. I sindacati insistono nel voler essere informati per “avviare il processo di valutazione delle ricadute sul personale”. Se, come essi sospettano, i provvedimenti per lo sdoppiamento di Hypo Italia fossero già in corso, ciò comporterebbe una violazione degli obblighi contrattuali.

 

I sindacati non vogliono essere messi di fronte al fatto compiuto e stanno valutando “le opportune azioni, anche legali, per la tutela e la difesa di tutti i lavoratori di Hypo Alpe Adria Bank”. Che intendano fare sul serio lo si evince da un incontro avvenuto il 14 novembre a Roma tra la segreteria provinciale Fabi e il coordinamento Rsa Hypo Bank con la segreteria generale del sindacato, cui è stato riferito per filo e per segno il piano di ristrutturazione e riorganizzazione della banca, evidenziando gli scenari collegati con la costituzione della cosiddetta “bad bank” e con la vendita della restante parte dell’istituto, con le conseguenti ricadute sul personale in riferimento agli esuberi, alla mobilità, ai livelli occupazionali e all’area contrattuale.

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