Sabato 18 Maggio 2024

15.08.30 Migranti a piedi dalla Macedonia - CopiaNon c’è quasi traccia nella stampa austriaca del camion con 26 migranti fermati dalla polizia, di cui ieri davano notizia tutti i media italiani. Possibile che la stampa italiana sia meglio informata di quella dove è avvenuto il fatto? No, la ragione è un’altra e va ricercata in quel perverso meccanismo dell’informazione che tutti noi giornalisti ben conosciamo.

Ci sono notizie che sono “di moda” e altre che non lo sono. Ora sono “di moda” le notizie che riguardano i disperati che arrivano in Austria dalla rotta dei Balcani, chi a piedi, chi in treno, chi nascosto nel cassone di un camion. Per qualche giorno o per qualche settimana ne scriveremo, per poi tornare a dimenticarcene, come avevamo già fatto in tutti i mesi passati.

Perché, sia ben chiaro, i profughi in Austria non sono una novità. Da mesi la piccola repubblica transalpina è meta o territorio di transito di migliaia di uomini e donne in fuga da guerre e violenze (quasi 30.000 soltanto nei primi sei mesi dell’anno, un quarto dei quali siriani), solo che noi non ce ne eravamo accorti, concentrati come eravamo sui “nostri” migranti, che ci sembravano tantissimi, mentre invece erano – in proporzione e, a volte, anche in numeri assoluti – inferiori a quelli diretti in Austria.

Il ritrovamento di un camion frigorifero con dentro 71 cadaveri, a 50 chilometri da Vienna, ci ha fatto scoprire improvvisamente questo nuovo scenario e ora stiamo tutti attenti a registrare ogni notizia che riguardi questa via di fuga. Come quella dei 26 migranti trovati su un camion, che la stampa austriaca, invece, ha pressoché ignorato, perché sono cose che qui, in Austria, accadono ormai da mesi.

Il tema dominante sulla stampa austriaca resta quello dei controlli intensificati sui camion provenienti dall’Ungheria. Il Ministero degli interni ha disposto il trasferimento temporaneo nel Burgenland di poliziotti degli altri Länder, invitando la popolazione ad aver pazienza se lungo le strade si formeranno code. Lo scopo principale non è quello di intercettare i clandestini, impossibili da fermare, ma di evitare nuove tragedie, come quella di Neusiedl-Parndorf. Per arginare il fenomeno dei clandestini si studiano altre soluzioni, che vanno da una nuova politica europea dell’immigrazione a un intervento armato contro lo Stato islamico, sotto la bandiera dell’Onu, sollecitato ieri anche dal cancelliere federale Werner Faymann.

Intanto il flusso di migranti continua attraverso mille canali. Un fenomeno efficacemente illustrato da Petar Pismestrovic, vignettista della “Kleine Zeitung”. Nel giornale di ieri ha pubblicato quattro disegni di una stazione ferroviaria. Il monitor lungo i binari annuncia l’arrivo del “Balkan Express”. Nel primo disegno, il binario si perde nel vuoto all’orizzonte. Nella seconda e nella terza, si intravvede l’arrivo di qualcosa sullo sfondo. Nel quarto, appare non un treno, ma una colonna di uomini e donne, che camminano con i loro fagotti lungo i binari.

Pismestrovic sa bene che cosa spinge quella gente disperata a lasciare il proprio paese, per avventurarsi sulle rotte rischiose che conducono all’Europa. È una storia che lui conosce di persona. Perché Pismestrovic è un croato fuggito dal suo Paese nel 1992, quando vi infuriava la guerra civile, trovando asilo in Austria, come tanti suoi connazionali.

 

NELLA FOTO, migranti in cammino lungo i binari ferroviari che dalla Macedonia, attraverso Serbia e Ungheria, portano in Austria. Chi non ha i soldi per pagare un passeur, affronta il lungo viaggio a piedi.

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