Sabato 18 Maggio 2024

14.05.27 Heinz-Christian Strache e Harlad VilimskySembra un paradosso, ma in Austria tutti i partiti dicono di aver vinto, perché hanno aumentato i consensi, hanno conservato quelli che avevano o, come nel caso dell’Övp, li hanno perduti, ma di poco. Una spiegazione però c’è: alle precedenti elezioni si era candidato un signore, Hans Peter Martin, ex giornalista dello Spiegel, che aveva presentato una sua lista personale fortemente euro-critica. Grazie all’appoggio del giornale a grande diffusione “Kronen Zeitung”, aveva ottenuto il 17,7% dei voti. Questa volta Martin è uscito di scena, anche per alcuni scandali che lo hanno accompagnato della sua esperienza di europarlamentare, e quegli elettori che lo avevano votato hanno dovuto scegliere altre liste oppure sono rimasti a casa.

 

L’analisi del flusso dei voti chiarirà  dove siano finiti quelli di Martin, ma di sicuro non hanno contribuito a far aumentare la “massa” euro-critica nell’elettorato austriaco. Il conto è presto fatto, partendo dai risultati finali del voto di domenica (compresi i 350.000 voti per posta scrutinati ieri): Övp (popolari) 27,0%, Spö (socialdemocratici) 24,1%, Fpö (liberalnazionali) 19,7%, Verdi 14,5%, Neos 8,1%. Il risultato è che tre quarti dell’elettorato ha scelto forze politiche europeiste, mentre un quarto si è espresso contro l’Europa, dando il proprio voto all’Fpö o a liste minori (anche di estrema sinistra) che non hanno superato la soglia del 4% necessaria per andare a Strasburgo.

 

Questa volta, dunque, l’euroscetticismo ha trovato meno spazio rispetto al voto del 2009, quando, è vero, l’Fpö aveva preso soltanto il 12,7% (mentre domenica è balzato al 20,5), ma accanto a lui c’erano anche il Bzö di Haider (4,6%) e la già citata lista Martin (17,7%). Insieme facevano il 35,0%. Ora Martin non c’è più e il Bzö è riconfluito nell’Fpö, che così ha potuto sommare i suoi consensi. Ma l’asticella si è fermata sotto il 20 per cento. Aggiungiamo il 5% circa dei mini-partiti che non sono riusciti ad eleggere europarlamentari, si arriva al 25%: dieci punti percentuali meno di cinque anni fa.

 

Ieri il capolista dei liberalnazionali Harald Vilimsky parlava di un “risultato sensazionale”, ma erano evidentemente parole di circostanza, perché le aspettative sono state disattese. L’Fpö fino a un paio di mesi fa viaggiava in testa ai sondaggi, affiancato all’Spö intorno al 27%, e il suo leader Heinz-Christian Strache già vagheggiava di diventare cancelliere dopo le prossime elezioni politiche. Il risultato dell’altro ieri ridimensiona di molto le sue aspettative.

 

I veri vincitori, dunque, sono l’Övp e i Verdi. La vittoria del primo è tutta merito del candidato capolista Othmar Karas, che ha saputo convincere anche elettori che non avrebbero votato Övp. Per i Verdi si tratta del miglior risultato in assoluto in tutta la loro storia. A Vienna hanno sfiorato il 21%, risultando addirittura il primo partito in 10 distretti della capitale. Il loro successo è stato una sorpresa, perché in passato il risultato era stato sempre inferiore ai sondaggi. Questa volta è accaduto il contrario.

 

Nella foto, il leader dei liberalnazionali Heinz-Christian Strache (a sinistra) con il candidato capolista Harald Vilimsky.

 

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