Sabato 18 Maggio 2024

12.06.03 Innsbruck, Tettuccio d'oro - CopiaGiustizia fulminea in Tirolo. In poco più di quattro mesi la polizia è riuscita a identificare gli autori della rapina a una banca e a portarli davanti al Tribunale. Si tratta di due italiani, rispettivamente di 43 e 49 anni, che sono stati condannati ciascuno a 8 anni di relcusione.

L’episodio risale all’11 gennaio scorso ed era avvenuto in un istituto bancario di Innsbruck. Due uomini incappucciati erano entrati nella sede. Uno dei due era armato di pistola e aveva intimato agli impiegati di consegnare tutto il denaro che avevano in cassa. Per convincerli a fare in fretta, il complice aveva sferrato un pugno in faccia a uno degli impiegati che appariva riluttante. Il tutto era durato meno di un minuto.

Nel processo uno dei due imputati non ha voluto parlare, mentre l’altro ha risposto alle domande del giudice, dichiarandosi del tutto estraneo alla rapina. Era diretto a Monaco di Baviera con l’amico e, giunti a Innsbruck, avevano deciso di fare due passi nel centro cittadino. Il loro difensore ha insistito sul fatto che nessuno dei testimoni della banca aveva riconosciuto gli imputati. Inoltre, nelle deposizioni raccolte dalla polizia dopo il colpo, tutti i testi erano stati concordi nell’affermare che i rapinatori parlavano tra di loro in una lingua dell’Europa orientale.

Il procuratore dello Stato, a sua volta, ha sottolineato gli indizi che mettevano sotto accusa i due italiani. In particolare il fatto che fosse stato loro sequestrato denaro in contanti per 31.000 euro, un importo che corrispondeva esattamente all’ammontare del bottino. Il Tribunale ha ritenuto sufficienti gli elementi esposti dall’accusa e ha condannato i due italiani a 8 anni di reclusione.

La polizia, frattanto, sta proseguendo le indagini, nella convinzione che i due italiani sia responsabili di altri due colpi ai danni di un’altra banca, agli inizi di dicembre, e di un distributore di benzina in Svizzera, poco prima di Natale. La rapina alla banca era rimasta a livello di tentativo, perché dopo l’irruzione dei banditi nell’istituto era scattata immediatamente la chiusura automatica delle casse. I rapinatori erano stati costretti ad andarsene a mani vuote.

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