Sabato 18 Maggio 2024

Justizministerium will Ausweitung der elektronischen Fu§fessel angehen19.03.24 Braccialetto elettronico alla cavigliaAnche le carceri austriache sono sovraffollate, per quanto non come quelle italiane. Secondo i dati del Ministero della Giustizia sono circa 9.000 i detenuti in più, rispetto ai posti letto previsti nei vari istituti di pena. È questa fondamentalmente la ragione per cui si punta ad ampliare l’istituto della detenzione domiciliare, utilizzando lo strumento del braccialetto elettronico per il controllo a distanza di quanti si trovano in questa situazione: scontano la pena residua stando in casa, da dove non possono muoversi se non in orari prefissati e autorizzati (per recarsi al lavoro o per una visita medica, per esempio). Il braccialetto elettronico applicato alla caviglia consente alle autorità di Justizministerium will Ausweitung der elektronischen Fu§fessel angehenvigilanza di sapere in tempo reale dove si trovano i portatori o se abbiano tentato o siano addirittura riusciti a liberarsene. È stata allestita una unica sala di controllo per tutto il Paese, che si trova nel carcere giudiziario di Vienna-Josefstadt.

Per poter applicare a un maggior numero di detenuti il braccialetto elettronico e svuotare così le carceri il ministro della Giustizia, Josef Moser (Övp), intende proporre una modifica al residuo di pena: in futuro andranno a casa anche quelli a cui restino da scontare fino due anni (anziché uno solo), con esclusione di quelli che si erano macchiati di gravi delitti di violenza o di delitti sessuali.

Va rilevato, tuttavia, che in Austria l’uscita dal carcere con il braccialetto al piede non è automatica, quando vi siano le condizioni che abbiamo appena menzionato. È necessario anche che il detenuto abbia una casa dove andare a vivere, che tutte le persone che con lui dovranno convivere siano d’accordo, che la persona sia coperta da un’assicurazione per i danni che potrebbe provocare. Queste condizioni sono in vigore dal 2010, da quando cioè è stato introdotto il braccialetto elettronico, e saranno mantenute anche per i nuovi detenuti con residuo di pena fino a 2 anni.

Una curiosità. Per favorire l’inserimento al lavoro di chi si trova agli arresti domiciliari con braccialetto, la sua condizione di detenuto in libertà vigilata non dovrà essere comunicata al suo datore di lavoro. In altre parole, se la persona riuscirà a trovare un impiego da sola o con l’assistenza dell’Arbeitsmarkt Service (un’agenzia che aiuta i disoccupati a trovare lavoro, un po’ come si spera che riescano a fare i non ancora costituiti centri per l’impiego), l’azienda non saprà nulla della sua fedina penale e nemmeno della sia condizione attuale di detenuto domiciliare.

Il riserbo garantito ai detenuti in Austria fa venire in mente il caso del senegalese autista di autobus a Milano, che aveva preso in ostaggio gli allievi di due classi. Molti in Italia (tra questi il ministro Salvini) si erano chiesti come mai l’azienda di trasporti fosse stata così imprudente nell’assumere un autista con precedenti per ubriachezza e molestie sessuali. In Austria una domanda del genere è improponibile, perché è lo Stato stesso a volere che i datori di lavoro non conoscano la fedina penale dei loro dipendenti, per favorire la loro assunzione.

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