Sabato 18 Maggio 2024

14.05.25 Vienna, sede VP, Othmar Karas e Michael SpindeleggerL’Austria è un paese fortemente critico nei confronti dell’Unione Europea, ma non è antieuropeista. Una controprova viene proprio dal risultato delle elezioni europee di ieri, che ha consegnato un 20,50% dei voti al Partito liberalnazionale (Fpö), il solo ad aver condotto una campagna in chiave anti Ue, mentre il restante degli elettori ha scelto partiti tutti convintamente europeisti, ignorando gruppi minori che proponevano l’uscita dall’Ue e il ritorno allo scellino. Nessuno di questi ultimi ha superato la soglia del 4%, anzi, nemmeno quella del 3. Il Bzö, guidato a suo tempo da Haider, non ha superato nemmeno lo 0,5. Certo, l’Fpö può cantare vittoria, perché rispetto al 2009 è cresciuto del 7,79%. Ma allora aveva dovuto dividere i consensi con un Bzö ancora in forze (Haider era appena morto) e con un’altra lista populista di Hans Peter Martin, che ora è scomparsa.

 

La sorpresa maggiore è venuta dal Partito popolare (Övp), che i sondaggi della vigilia davano al 23%, a ridosso dei socialdemocratici (Spö). È risultato invece al primo posto con il 27,26%, nettamente staccato dai socialdemocratici, al 24,22%.

 

Certo, alle Europee del 2009 l’Övp aveva ottenuto il 30%, ma da allora il partito era precipitato in una crisi profonda – dovuta a vari fattori di politica interna, non ultimo la pessima gestione della vicenda Hypo Bank – che non lasciava presagire nulla di buono. Il testa a testa con l’Spö, sul 23-24%, segnalato in tutti i sondaggi, sembrava già un buon risultato. A fronte di aspettative così modeste, l’aver superato il 27% (soltanto 2,73 punti in meno rispetto a 5 anni fa) appare ora un trionfo.

 

Gli analisti cercheranno nei prossimi giorni una spiegazione. Sicuramente non può trattarsi di una ritrovata vitalità del partito, che soffre di una crisi profonda. È più probabile che a convincere gli elettori sia stata la figura del capolista Othmar Karas, eurodeputato uscente, politico di specchiata integrità e di grande competenza, che nella precedente legislatura era andato a Bruxelles non per ripiego, ma da convinto europeista.

 

Tanto per capire il tipo, ricordiamo che qualche anno fa, quando il quotidiano “Kronen Zeitung” stava conducendo una campagna populista anti Ue, pubblicando vagonate di lettere contro la burocrazia di Bruxelles, contro le interferenze nella politica interna austriaca, contro lo sperpero di denaro per i Paesi-cicala del Sud Europa, lui si era preso la briga di rintracciare uno a uno gli autori delle lettere e di chiamarli al telefono, per spiegare loro che si sbagliavano. Li aveva chiamati personalmente, uno a uno.

 

Ha fatto la stessa cosa anche in questa campagna elettorale, girando le piazze di tutta l’Austria, per parlare con la gente. Un metodo antico, in tempi di Facebook e Twitter, ma che ha funzionato. Da notare che l’Övp non lo ha appoggiato, ha lasciato che si arrangiasse da solo e in alcuni manifesti la sigla dell’Övp non è neppure apparsa. A conti fatti, questo è stato un bene.

 

Il secondo partito è l’Spö. I sondaggi lo davano al 23-24 per cento e il risultato finale è stato del 24,33%. Dunque, non ha perso e non ha vinto. Certo che alla partenza le speranze erano altre. Candidato capolista era stato scelto il giornalista Eugen Freund, un noto volto della tv nazionale, che però è inciampato subito in una serie di gaffe. La più tremenda è stata la risposta data in un’intervista del settimanale Profil. Alla domanda se sapesse quale fosse lo stipendio medio di un lavoratore austriaco, aveva risposto “intorno ai 3 mila euro”, dimostrando così di non avere la più pallida idea delle condizioni di vita degli elettori – in particolare degli elettori socialdemocratici – che si candidava a rappresentare.

 

Le urne hanno riservato una sorpresa anche nell’assegnazione del terzo posto. Alla vigilia si presentavano alla pari i Verdi e il nuovo partito dei Neos (liberali conservatori, simili all’Övp, ma senza connotazioni religiose). Invece i Verdi hanno fatto uno scatto in avanti, salendo al 13,92% (+3,98% rispetto al 2009, il loro miglior risultato in assoluto), mentre i Neos si sono dovuti accontentare di un 7,61%.

 

La partecipazione al voto ha toccato un record negativo del 39,78%. I risultati che abbiamo pubblicati sono quelli che risultano dallo spoglio delle schede del 100% dei seggi. Mancano ancora i voti inviati per posta, che saranno conteggiati martedì. Non potranno modificare di molto i risultati delle urne, perché nessuno si trova in bilico sulla soglia di sbarramento del 4%: o sono ben sopra o sono ben sotto. Potrebbe cambiare qualcosa nell’attribuzione dei 18 seggi all’Europarlamento, che attualmente risultano così assegnati: Övp 5 (-1), Spö 5 (-), Fpö 4 (+2), Verdi 3 (+1), Neos 1 (-).

 

Nella foto, Othmar Karas trionfante nella sede centrale dell’Övp a Vienna; al suo fianco il segretario nazionale del partito Michael Spindelegger.

 

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