Sabato 18 Maggio 2024

22.02.03 Andreas Hauer, giudice costituzionaleDa un paio di giorni circola in Austria la notizia che la Corte costituzionale sta verificando la congruità delle norme restrittive decise dal governo per arginare la diffusione del Coronavirus. Se n’è avuta un’eco anche in alcuni organi di stampa italiani, che ne hanno riferito con titoli del genere: “Obbligo vaccinale, la Corte costituzionale di Vienna lo mette in dubbio”. Oppure: “Corte costituzionale convoca ministro della Salute: deve chiarire”.

La notizia è vera solo in parte. È vero che la Corte Costituzionale si sta occupando dei provvedimenti assunti nel corso del tempo dal governo, ma solo per quanto riguarda i lockdown disposti e poi revocati. L’obbligo vaccinale, invece, non c’entra. Non è vero, invece, che la Corte abbia messo in dubbio o intenda mettere in dubbio le misure del governo: l’assunzione di informazioni serve appunto a comprendere la situazione, per poi decidere. Non è vero nemmeno che la Corte abbia convocato il ministro intimandogli di “chiarire”: al ministro il 26 gennaio è stato inviato un elenco di 10 domande, con preghiera di dare loro risposta possibilmente entro il 18 febbraio.

La questione Coronavirus sta impegnando molto la Corte costituzionale. Il movimento no-vax è scatenato e la sta sommergendo di ricorsi di vario genere, contro provvedimenti pubblici locali e nazionali ritenuti illegittimi. Attualmente sono all’esame 100 ricorsi del genere. Quello di cui si è parlato anche in Italia è uno dei cento. Ma si tratta soltanto degli ultimi di una affollata serie. Basti dire che finora la Corte ne ha già esaminati 480, respingendoli tutti.

Probabilmente saranno respinti anche i cento ora all’esame, compreso quello di cui abbiamo avuto notizia anche in Italia, ma la Corte non può procedere facendo di tutta l’erba un fascio: ogni singolo ricorso va istruito e discusso in adunanza plenaria, per poi decidere in merito.

La procedura è sempre la stessa: ogni caso sottoposto all’esame della Corte viene affidato dal presidente a uno dei 13 giudici. L’incaricato raccoglie tutte le informazioni relative, sentendo anche la controparte (in questo caso il ministro della Salute, Wolfgang Mückstein, a cui sono state poste le 10 domande), per poi discuterne con i colleghi.

Il caso di cui si è parlato si trova nella prima fase del procedimento. Il presidente della Corte lo ha affidato al giudice Andreas Hauer (nella foto), che per disporre di dati di conoscenza ufficiali ha rivolto per lettera quella serie di dieci domande al ministro della Salute. Lo scopo è di quantificare il numero dei decessi e dei ricoveri negli ospedali e nelle terapie intensive, distinguendo tra quelli “per Coronavirus” e quelli “con Coronavirus”. Non è il primo caso del genere. Lo stesso giudice nelle settimane scorse si era dovuto occupare di altri due quasi analoghi.

La domanda a questo punto sorge spontanea. La Corte costituzionale ha già esaminato 480 ricorsi, respingendoli, e ora ne sta esaminando altri cento. Come mai è stato reso pubblico soltanto quello di cui ci stiamo occupando, al punto da diventare virale sui social della comunità no-vax?

Una risposta non l’avremo mai. A pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca (copyright Andreotti). Sarà forse perché il ricorso è stato presentato dall’avvocata Ulrike Reisner, dello studio legale dell’avvocato Lothar Stix, entrambi membri attivi dell’organizzazione “Anwälte für die Aufklärung” (“Avvocati per il chiarimento”), schierata con i no-vax e contro i provvedimenti anti Covid, definiti “Gesundheitsdiktatur” (dittatura sanitaria)? Sarà forse perché il giudice Hauer proviene da una Burschenschaft dell’estrema destra ed è stato nominato giudice costituzionale su designazione dell’Fpö, il partito che organizza le proteste no-vax?

__________________________

Austria vicina è anche su Facebook. Clicca “mi piace” alla pagina https://www.facebook.com/austriavicina.

Lascia un commento