Sabato 18 Maggio 2024

11.09.27 Klagenfurt, Gerhard Dörfler e Luis DurnwalderParadossi della storia e della politica. Tutti conosciamo Luis Durnwalder, presidente della Provincia autonoma di Bolzano o Landeshauptmann del Südtirol che dir si voglia. E tutti conosciamo il suo impegno di paladino dell’autonomia e della tutela della minoranza di lingua tedesca. Periodicamente si reca a Vienna per richiamare all’attenzione pubblica la funzione tutrice dell’Austria nei confronti dei “cugini” in terra italiana e periodicamente solleva la questione del diritto all’autodeterminazione, pur ammettendo pragmaticamente l’intangibilità degli attuali confini in Europa. Anche perché l’eventuale esercizio dell’autodeterminazione e il ricongiungimento del Tirolo del Sud alla madrepatria Austria significherebbe la perdita di privilegi economici di cui i loro “cugini” in patria possono soltanto sognarsi e il dimezzamento dell’indennità di carica di Durnwalder, che ora supera quella di Obama e della Merkel.

Ma il pragmatismo del Landeshauptmann sudtirolese si manifesta anche in tanti altri modi. Per esempio a livello romano. La Südtiroler Volkspartei (Svp), di cui Durnwalder è leader, è un partito conservatore, come la gemella austriaca Österreichische Volkspartei (Övp), e quindi in sintonia con i partiti italiani di centrodestra. Di fatto, però, la Svp è più vicina al centrosinistra, perché più sensibile alle esigenze delle minoranze di quanto non lo sia il partito di Berlusconi. Ciononostante lo scorso anno il governo italiano ha superato la prova della fiducia in Parlamento grazie anche ai voti dei due deputati dell’Spv (oltre che di quelli dei “responsabili”), per ottenere i quali è stato smembrato il Parco nazionale dello Stelvio e la parte ricadente in territorio altoatesino è stata ceduta all’autonoma gestione della Provincia di Bolzano. Insomma, parco in cambio di voti.

Un impegno meno noto di Durnwalder è quello in trasferta. Più volte in passato il presidente di Bolzano si è recato in Carinzia, per sostenere le istanze di tutela della comunità slovena presente nel Land. Una sorta di solidarietà tra minoranze. Le sue visite e le sue dichiarazioni alla stampa erano fumo negli occhi per il governo di Haider, che pure aveva fatto molto per gli sloveni, ma si era lungamente opposto all’istanza più significativa, anche dal punto di vista simbolico: la segnaletica bilingue. Durnwalder veniva a dire proprio questo: che i cartelli in tedesco e in italiano andavano posti, come già è avvenuto in Alto Adige.

Lo scorso anno questo appello è stato finalmente accolto, grazie a un accordo a livello politico e di comunità locali, che ha avuto anche la sanzione di un referendum popolare. Ne abbiamo riferito più volte e abbiamo anche riferito che uno degli artefici della storica soluzione al problema – storica perché giunta dopo oltre sessant’anni di rinvii e di polemiche – era stato Gerhard Dörfler, attuale governatore della Carinzia.

Un primo paradosso di quelli citati in apertura sta proprio qui. Dörfler è il successore di Haider, era uno dei suoi più stretti collaboratori e, come Haider, si era sempre opposto alla segnaletica bilingue, giungendo addirittura a smantellare di persona quelli esistenti, armato di pala e piccone. Nel programma delle ultime elezioni cui Haider aveva partecipato, uno dei punti escludeva proprio l’installazione di nuovi cartelli bilingui. Ebbene ora è proprio Dörfler, epigono di Haider, ad aver dato l’impulso determinante alla soluzione del problema.

Un secondo paradosso risale a ieri mattina e per questo ne riferiamo oggi in questo blog. Luis Durnwalder era in visita in Carinzia e Dörfler gli ha conferito a sorpresa la più alta carica del Land: le insegne in oro dell’Ordine della Carinzia. Lo ha fatto, ha spiegato, perché il presidente della Provincia di Bolzano “era stato un consigliere importante e un motivatore per la soluzione della questione della segnaletica bilingue”. Insomma, non più un rompiscatole, che si era ripetutamente intromesso nella politica delle minoranze in Carinzia, anziché farsi gli affari suoi, ma un amico che aveva aiutato il governo carinziano ad affrontare e risolvere uno dei più annosi problemi di casa.

La “rivoluzione copernicana” ha molte spiegazioni, ma due soprattutto. Dörfler ha improvvisamente scoperto i vantaggi della soluzione trovata alla segnaletica bilingue. Ha acquistato prestigio in Carinzia e considerazione a livello nazionale, “malgrado” appartenga al partito che fu di Haider. Non passerà allo storia, ma l’accordo faticosamente raggiunto con tutte le forze politiche e con le rappresentanze slovene in Carinzia porterà il suo nome.

La seconda spiegazione è di politica interna. Dörfler si era trovato per caso a succedere ad Haider, dopo la morte improvvisa di quest’ultimo, ma senza avere la leadership del partito, subito accaparrata da Uwe Scheuch. In tutto questo tempo i due si erano divisi i compiti: Scheuch si occupava delle strategie politiche, Dörfler dell’ordinaria amministrazione al Land. Ora la musica è cambiata. Scheuch è alle strette, colpito da una condanna a 18 mesi di reclusione (6 senza condizionale) per corruzione. Non si è dimesso e non intende farlo, ma è solo questione di tempo: prima o poi arriverà la sentenza di secondo grado, quella definitiva, che potrebbe portarlo in carcere. Nel frattempo la figura di Dörfler ha acquistato rilievo, grazie anche alla questione slovena. La sostituzione di Scheuch appare ormai possibile, se non addirittura probabile.

L’onorificenza a Durnwalder si inquadra in questa prospettiva. Premia il Landeshauptmann del Südtirol, ma accelera il “cursus honorum” di Dörfler.

 

Nella foto, il Landeshauptmann della Carinzia Gerhard Dörfler (a sinistra), mentre consegna la massima onorificenza del Land a Luis Durnwalder, presidente della Provincia autonoma di Bolzano.

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