Sabato 18 Maggio 2024

Politica e informazione. Due mondi che dovrebbero essere contigui, ma separati. Invece le commistioni ci sono, a volte palesi, a volte mimetizzate. I media austriaci non sono esenti da questo rischio e i politici, quando possono, cercano di approfittarne. Lo possono fare con intimidazioni, quando rivestono ruoli di potere che consentono loro di intimidire. Ma lo possono fare anche letteralmente “comprando” il consenso dei giornali.

Recentemente abbiamo riferito in questo blog dei sondaggi manipolati che Sebastian Kurz (Övp) riusciva a far pubblicare sul quotidiano “Österreich”, in cambio di spazi pubblicitari comprati sullo stesso quotidiano e pagati, ovviamente infrangendo la legge, dal Ministero delle Finanze. Ma una prassi del genere era abituale nell’assessorato all’edilizia urbana del Comune di Vienna, ai tempi di Werner Faymann (Spö), poi diventato ministro per le Infrastrutture (il che significa, tra l’altro, Ferrovie dello Stato), dove aveva continuato a praticare lo stesso metodo: milioni di pubblicità sui giornali “amici”, in cambio di servizi giornalistici favorevoli. A beneficiarne era stata soprattutto o esclusivamente la stampa tabloid.

Tutti ricordiamo, inoltre, il sogno vagheggiato da Heinz-Christian Strache, all’epoca segretario dell’Fpö (estrema destra sovranista), di metter mano sul quotidiano tabloid ad alta tiratura “Kronen Zeitung”, con i soldi della sedicente nipote di un oligarca russo.

Non poteva essere esente da questo intreccio l’Orf, l’emittente radiotelevisiva pubblica. Un tempo era un vero e proprio megafono dei partiti di governo, che allora erano sempre e soltanto l’Spö (Partito socialdemocratico) e l’Övp (Partito popolare), insieme o in alternanza; gli altri non contavano nulla o non esistevano ancora. Le cose sono cambiate dopo la riforma del 1966, che ha reso la struttura dell’Orf, soprattutto quella giornalistica, più indipendente dalla politica.

Ma i condizionamenti sono sempre rimasti, soprattutto a livello regionale, dove i direttori di sede vengono nominati con il placet del governatore in carica. Quale sia il genere di questi condizionamenti ci è stato rivelato dal direttore della “Kleine Zeitung”, Hubert Patterer, nel suo “Morgenpost” di un paio di giorni fa.

La sera prima aveva incontrato in centro a Graz un ex membro del consiglio di direzione dell’Orf (è un organo di 35 persone, espressione di varie componenti della società, proprio per evitare un controllo diretto da parte della politica), con cui aveva parlato della Bassa Austria, dove in gennaio si terranno le elezioni regionali. La Bassa Austria è un Land dove l’Övp è da sempre egemone: non soltanto ha goduto quasi sempre della maggioranza assoluta nel Landtag (alle prossime elezioni probabilmente la perderà, pur rimanendo il primo partito), ma è stato ed è tuttora infiltrato in ogni istituzione del Land, dai grandi centri di ricerca scientifica ai circoli delle bocce.

Un simile potere non si conquista e non si conserva senza metterci grande impegno. L’interlocutore di Patterer ne ha portato un esempio. Ogni lunedì – ha spiegato l’ex consigliere dell’Orf – la direzione dell’Orf Bassa Austria riceve dalla segreteria del Landeshauptmann (attualmente è una Landeshauptfrau: Johanna Mikl-Leitner) una nota di eventi in cui il governatore (o la governatrice) sarà presente, perché siano opportunamente “valorizzati”.

Non si tratta di un semplice ausilio pratico per la redazione, perché sia informata dei movimenti del governatore (o governatrice). Anche il Capo dello Stato lo fa. Quando ai primi di ottobre ci siamo accreditati alla cancelleria presidenziale, per seguire le elezioni, ci sono stati segnalati tutti gli appuntamenti di Van der Bellen (dove avrebbe tenuto l’ultimo comizio, in quale seggio e quando avrebbe votato, dove avrebbe festeggiato l’esito della votazione), perché potessimo essere presenti, qualora ne fossimo stati interessati.

Nel caso del governatore (o governatrice) della Bassa Austria si tratta invece di veri e propri ordini di servizio. Ciascuno degli eventi menzionati nella lista della settimana riporta a margine un pittogramma. Ce ne sono di due tipi: uno riproduce in bianco e nero un piccolo microfono, l’altro sempre in bianco e nero una piccola telecamera. Significa che il governatore (o la governatrice) chiede per quell’evento un servizio radiofonico e un servizio televisivo. E vuole che a farlo sia un giornalista della sede regionale e non uno inviato da Vienna, non sia mai che gli salti in mente di porre domande scomode, che è poi quello che un giornalista dovrebbe sempre fare.

Il caso Bassa Austria non può essere generalizzato. Altrove non va così o, quanto meno, non sappiamo come va. Ma è sintomatico di un certo modo di concepire il potere e i suoi rapporti con l’informazione. Qualcuno in Austria parla si sistema feudale, ma probabilmente esagera. O no?

NELLA FOTO, Johanna Mikl-Leitner, governatrice della Bassa Austria, intervistata da un giornalista della sede regionale dell’Orf.

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