Sabato 18 Maggio 2024

16-11-21-vienna-corteo-funerale-francesco-giuseppePochi personaggi hanno lasciato un segno così profondo nella storia come Francesco Giuseppe, per 68 anni imperatore d’Austria. Di lui ricorre oggi il centenario della morte. La nostalgia che molti nella Mitteleuropa provano per quel “mondo di ieri” è legata alla sua figura e anche in ragione del suo nome l’Austria felix è diventata un mito. In questo blog, che si occupa dell’Austria di oggi, vogliamo ricordare l’evento di un secolo fa con l’occhio del cronista, per limitarci a riferire sulle ultime ore del sovrano, senza addentrarci in analisi storiche che non ci competono.

Che Francesco Giuseppe, ormai ottantaseienne, non potesse vivere in eterno era evidente a tutti. E cionostante la sua morte, avvenuta alle 21 e 5 del 21 novembre 1916, colse tutti di sorpresa e impreparati. L’imperatore aveva svolto le sue consuete incombenze fino alle ultime ore, come se non fosse in procinto di esalare l’ultimo respiro.

Per la verità le cose avevano incominciato a mettersi male già da alcuni giorni. Il 13 novembre Francesco Giuseppe aveva accompagnato il granduca russo  Nikolai Nikolajewitsch, che era stato suo ospite, fino alla stazione. Un tragitto su una carrozza scoperta, mentre su Vienna pioveva. Nell’anziano monarca si erano manifestati subito problemi di respirazione, che tre giorni dopo si erano trasformati in una bronchite con febbre e infine in una polmonite accompagnata da pleurite.

Il medico personale del sovrano Joseph Ritter von Kerzl e l’internista Norbert Ortner avevano capito subito che le cose si stavano aggravando. Ciononostante l’imperatore, pur non reggendosi più in piedi, volle fino all’ultimo vedere gli atti di Stato e concedere udienze. Soltanto alle 18 del 21 novembre lasciò che lo mettessero a letto e diede le seguenti disposizioni a Eugen Ketterl, da anni suo cameriere personale: “Non ho finito il mio lavoro, domani mi svegli alle tre e mezzo, come di consueto”. Tre ore dopo Francesco Giuseppe cessava di vivere. Gli erano accanto la figlia Marie Valerie, l’erede al trono arciduca Carlo con la moglie Zita, alcuni parenti e i dignitari di corte.

La morte del vecchio imperatore fu uno choc per l’impero dell’aquila bicipite. Francesco Giuseppe rappresentava per tutti, con la sua stessa persona, un simbolo di stabilità e di sicurezza. La stragrande maggioranza dei suoi sudditi erano venuti al mondo quando lui c’era già e rappresentava un punto fermo a cui aggrapparsi nei momenti difficili di un Paese ormai da tre anni in guerra e in gravi difficoltà.

La salma del vecchio imperatore fu imbalsamata e rivestita con l’uniforme di gala di feldmaresciallo, per essere esposta nella reggia di Schönbrunn. Il 27 novembre la bara fu trasportata nella chiesa di corte su un carro funebre trainato da otto cavalli. Una massa imponente di uomini e donne – le cronache del tempo riferiscono di centinaia di migliaia di persone – fece ala al corteo. Il funerale vero e proprio ebbe luogo tre giorni dopo, con una messa da Requiem nel duomo di Santo Stefano. Da lì la famiglia imperiale con tutti gli ospiti di Stato accompagnarono a piedi il feretro per un chilometro, fino alla cripta dei cappuccini. I primi, dietro alla bara, erano l’appena nominato imperatore Carlo I con l’imperatrice Zita e il loro primogenito Otto, morto 5 anni fa.

La scomparsa di Francesco Giuseppe precede di soli due anni la fine dell’impero. Il suo successore Carlo, costretto all’esilio, morirà nell’isola portoghese di Madeira soltanto 6 anni dopo. La sua salma è tuttora sepolta là. Zita e il figlio Otto, invece, benché l’Austria nel frattempo sia diventata una Repubblica, riceveranno sepoltura anch’essi nella cripta dei Cappuccini, come gli ultimi imperatori della monarchia absburgica.

 

NELLA FOTO, il passaggio del carro funebre con il feretro dell’imperatore Francesco Giuseppe lungo le vie di Vienna.

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