Sabato 18 Maggio 2024

CIMG9909Circa tre settimane fa sono andato a Vienna per seguire le elezioni regionali (ne ho riferito in questo blog) e ho preso alloggio all’hotel “Alexander”, nel nono distretto. Al mattino, quando ho aperto la finestra, mi è apparsa davanti agli occhi una torre scintillante di ceramiche dorate con un bulbo verso la sommità che la faceva assomigliare a un fantastico minareto. Un palazzo delle “mille o una notte”? No, l’inceneritore dei rifiuti di Spittelau.

Spittelau non si trova in una squallida landa di Gomorra, ma nel centro di Vienna, lungo il canale del Danubio. Di fronte ha la Wirtschaftsuniversität, l’Università di economia. Più in là gli Ospedali generali. Al Ring, cioè nel cuore della capitale, ci si può arrivare a piedi in pochi minuti. Insomma, Vienna brucia i suoi rifiuti (non tutti, circa 260.000 tonnellate all’anno, su un totale di 800.000) in centro città. Ma non è che i restanti rifiuti siano fatti sparire in un altrove remoto. No, sono bruciati anch’essi in città: una parte nel termovalorizzatore di Flötzersteig, nel 16. distretto (anch’esso abbastanza centrale), in mezzo a condomini e a parchi; la parte restante nel termovalorizzatore della Simmeringer Haide, alla periferia sud.

Le immagini di questi impianti mi sono venuti alla mente quando ieri sera ho visto su Rai2 la trasmissione “Annozero” che ha riferito del termovalorizzatore di Acerra, con le polemiche connesse alla sua messa in funzione. La gente ne è impaurita, dà per scontato che le sue esalazioni siano tossiche, teme per la propria salute, ascolta parole di allarme pronunciate da “esperti” di rifiuti, con i loro messaggi di morte. E, quando gli esperti non bastano, si aggiungono – non ieri sera, ma in altre occasioni – politici, sindacalisti, vescovi e religiosi (qualche giorno fa padre Zanotelli), per esprimere una condanna senza appello degli inceneritori.

A chi credere? A Bertolaso o al sindaco di Salerno, che vedono negli inceneritori – quello di Acerra e gli altri in progetto – una delle possibili soluzioni al problema rifiuti (non la sola, naturalmente, ma quella conclusiva di una rete che comprenda anche la raccolta differenziata, il riciclaggio, le discariche)? O agli “esperti”, che girano come madonne pellegrine da un luogo all’altro della periferia partenopea, seminando il panico? Difficile rispondere, soprattutto quando anche i tecnici sono in disaccordo tra loro.

E allora l’immagine del termovalorizzatore nel cuore di Vienna sembra un miraggio. Non per le maioliche colorate che gli ha cucito addosso l’artista Friedensreich Hundertwasser, le sfere luccicanti di mosaico dorato, i suoi giardini pensili, facendone un monumento di architettura visitato annualmente da migliaia di turisti (ma vi rendete conto? turisti che vanno in visita a un inceneritore di rifiuti!). Non per questo, ma perché si stenta a credere che ciò che ad Acerra – e in molte parti d’Italia, Friuli Venezia Giulia compreso – è visto come una minaccia, a Vienna diventi invece una risorsa, che produce annualmente 40.000 MWh di elettricità, 470.000 MWh di teleriscaldamento e, en passant, smaltisce anche 260 mila tonnellate di rifiuti. Se si cerca in Internet questo impianto non lo si trova alla voce “rifiuti”, ma “energia”, perché conta per ciò che produce, calore ed elettricità, tant’è che il sito è quello di Wien Energie (www.wienenergie.at), la società comunale che si occupa della produzione di energie rinnovabili (acqua, vento, solare, biomasse).

E mentre ad Acerra ci si lamenta che non sia stato piantato tutto intorno un bosco che avrebbe dovuto nascondere l’inceneritore, a Vienna l’idea di nascondere l’inceneritore non è venuta nemmeno in mente: di fronte all’inceneritore è stata costruita la Wirtschaftsuniversität, che non è una semplice facoltà di economia, ma la “Bocconi” dell’Austria. Studenti e professori – spesso anche premi Nobel – passeggiano tranquillamente sotto l’inceneritore per raggiungere le aule o il chiosco di würstel e kebab che sta dall’altra parte della strada.

CIMG9874E mentre ad Acerra l’inceneritore è stato localizzato in mezzo alla campagna, a Vienna si è scelto proprio quel posto, in mezzo alla città, per poter riscaldare gratis i vicini Ospedali generali e, poiché il calore fabbricato basta e avanza, anche 60.000 abitazioni. Pensate, un inceneritore in prossimità di un ospedale, per il quale si pretenderebbe un ambiente salubre! Che significa allora? Che i medici di quell’ospedale sono incompetenti o, peggio, complici della lobby degli inceneritori? Che rischiano consapevolmente la propria salute e quella dei loro pazienti?

Forse significa soltanto che hanno verificato che i vapori che escono dalla ciminiera dorata di Hundertwasser non sono tossici e che l’impianto di riscaldamento del loro ospedale – se non ci fosse il teleriscaldamento che viene dall’inceneritore – inquinerebbe molto di più. Una verifica che ciascuno può fare per conto proprio, dato che i valori delle emissioni sono aggiornati in tempo reale, ogni 30 minuti, su internet (http://www.wienenergie.at/we/ep/contentView.do/contentTypeId/1001/channelId/-25558/programId/21432/pageTypeId/11894/contentId/21962) . Alla mezzanotte di ieri, per esempio, mentre scrivevo queste righe, il biossido di azoto raggiungeva il 36% della soglia massima, il monossido di carbonio il 20%, le polveri il 9%, l’anidride solforosa il 6%, l’acido cloridrico 5%, assente la diossina. Con valori del genere, il termovalorizzatore di Spittelau può bruciare un anno intero, prima di fare i danni di un solo cassonetto dato alle fiamme ad Acerra.

ECO-TURISMO. Non è uno scherzo. Il termovalorizzatore di Hundertwasser, a Vienna, è ormai meta turistica. Lo si può raggiungere 10-20 minuti dal qualsiasi parte della città, salendo sulla linea 4 o sulla linea 6 della metropolitana e scendendo alla stazione “Spittelau”. L’impianto è situato proprio all’uscita della stazione. Sulla sinistra c’è il Donaukanal, dall’altro lato c’è la Wirtschaftsuniversität. Nella stazione ci sono negozi e anche un bel caffè, con terrazza all’aperto, dove si può fare colazione potendo ammirare a distanza ravvicinata l’inceneritore in funzione. Nel bar è vietato fumare. Il fumo della sigaretta fa male.

Nella foto in alto, il termovalorizzatore di Spittelau nell’abito sgargiante e onirico disegnato per lui da Hundertwasser; in primo piano, la terrazza del bar della stazione della metropolitana. Nella seconda foto, un altro scorcio del camino dell’inceneritore, oltre i volumi edilizi della Wirtschaftsuniversität, dalla finestra dell’hotel Alexander.

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