Sabato 18 Maggio 2024

12.01.28 Lubiana, Hypo Bank SloveniaHypo Group, la vendetta. Tre ex alti dirigenti della controllata slovena, che poco meno di un anno fa erano stati esonerati senza preavviso dall’incarico per alcune operazioni sospette, mettono ora sotto accusa la casa madre, chiedendo un risarcimento di mezzo milione di euro. Sostengono di essere stati cacciati senza giusta causa.

 

L’episodio risale al febbraio scorso e ne avevamo riferito anche in questo blog. Sette dirigenti della filiale slovena di Hypo Group (i tre che ora chiedono i danni e altri quattro) erano stati messi alla porta da un giorno all’altro, accusati di aver concesso crediti senza le dovute garanzie, di aver ricattato clienti della banca, di aver percepito tangenti, di aver trasferito clandestinamente grosse somme nel Liechtenstein e in altri paradisi fiscali. Il loro esonero era stato così improvviso, che per qualche giorno la Hypo slovena si era trovata acefala, perché i nuovi “capi” nominati da Klagenfurt non avevano ancora ottenuto il benestare dalla Banca nazionale slovena.

 

Gli “ex” che ora hanno promosso l’azione risarcitoria sono l’ex amministratore delegato Anton Romih, il collega di direzione Urban Golob e il responsabile del ramo leasing Bostjan Celofiga. Hypo Group li aveva cacciati, depositando alla Procura della Repubblica di Lubiana un’ampia documentazione accusatoria nei loro confronti. L’inchiesta giudiziaria è tuttora in corso e non si può sapere quale sarà l’esito.

 

I tre “incriminati”, dal canto loro, considerano il loro licenziamento ingiustificato. Secondo quanto riferisce la stampa slovena, Romih chiede un risarcimento di 300.000 euro, perché sarebbe stato rimosso dall’incarico due mesi prima della scadenza del contratto. Gli altri due manager chiedono 200.000 euro, per le stesse ragioni. Insomma, non un risarcimento del danno morale subito per le accuse loro rivolte, ma per una inadempienza contrattuale (risoluzione del contratto di lavoro prima dei termini stabiliti).

 

L’agenzia di stampa austriaca Apa ha raccolto da Alexander Picker, nuovo dirigente di Hypo Slovenia, la seguente dichiarazione: “È come se un ladro, dopo aver svaligiato un negozio, prima di uscire si rivolgesse alla cassa per pretendere i punti sulla sua card di cliente”. Picker non è andato oltre alla battuta. Né lui, né la casa madre hanno voluto confermare l’importo del risarcimento richiesto, di cui si è avuto notizia soltanto dalla stampa slovena.

 

La vicenda sta assumendo tinte paradossali. Degli affari sospetti degli ex dirigenti sloveni di Hypo si sta occupando la Procura del Tribunale penale. Ma i tre che rivendicano il risarcimento si sono rivolti al Tribunale del lavoro. Hypo Group ha presentato istanza a questa seconda giurisdizione, perché prima di pronunciare la sua sentenza attenda l’esito del procedimento penale, in quando un’eventuale condanna dei tre farebbe decadere il loro diritto al risarcimento. Ma il Tribunale del lavoro sembra intenda procedere indipendentemente da quello penale. E poiché in Slovenia le cause di lavoro sono più celeri di quelle penali, potrebbe verificarsi il caso che i tre ex manager vedano riconosciute le loro pretese e che Hypo Group sia condannato a risarcirli.

 

Questa prospettiva è considerata così probabile, che la holding carinziana, a sua volta, ha ritenuto di dover intentare una causa civile (accanto a quella penale) nei confronti dei suoi ex dirigenti, per ottenere il risarcimento dei danni che avrebbero causato mentre erano alla guida di Hypo Slovenia. Anche sull’ammontare del risarcimento Picker ha voluto tacere, ma una tv di Lubiana ha parlato di un importo per milioni di euro.

 

Nella foto, lavori di pulizia nella sede dell’Hypo Bank Alpe Adria di Lubiana.

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