Sabato 18 Maggio 2024

Bavarian state Premier Seehofer and German Chancellor Merkel hug before parliamentary group meeting of CDU and CSU in BerlinÈ un fiume in piena quello dei profughi che arrivano in Stiria e in Carinzia dalla Slovenia, per poi attraversare l’Austria fino al confine tedesco. Il dato ufficiale dei transiti dell’ultima settimana è di 58.000 persone. A Spielfeld l’emergenza è tale che ieri vi si è recata di nuovo la ministra degli interni Johanna Mikl-Leitner. La rappresentante del governo, durante la visita, ha accennato alla necessità di “interventi di costruzione”. Parole molto vaghe, che hanno fatto subito pensare alla realizzazione di una rete di confine, sul modello di quella ungherese. Dall’entourage della ministra non è giunta nessuna conferma, né alcuna smentita.

Ma il punto più “caldo” del lungo itinerario che porta i migranti dall’Asia al cuore dell’Europa resta in questo momento il confine tra Austria e Germania o, per meglio dire, tra Austria e Baviera. È noto che il presidente di questo Land, Horst Seehofer, contesta la scelta della cancelliera Angela Merkel di aprire le porte del Paese a tutti quelli che chiedono asilo, senza alcun limite. E ieri Seehofer ha fatto sentire ancora più forte la sua voce, in un’intervista alla “Passauer Neue Presse”, giornale di Passau, che è uno dei luoghi principali di transito dei migranti, da quando la porta di Salisburgo si è chiusa.

Il presidente bavarese, lamentando l’arrivo la sera prima dall’Austria, senza preavviso, di un treno carico di 2000 rifugiati, ha intimato ad Angela Merkel di intervenire personalmente sul cancelliere austriaco Werner Faymann, per porre un argine e regolamentare il flusso incontrollato di persone che attraversano il confine, perché “questo comportamento degli austriaci nuoce ai rapporti di buon vicinato”. Seehofer ha anche minacciato, in caso contrario, non meglio definite “Notwehrmassnahme”, “misure di legittima difesa”.

Immediata la risposta da Berlino. “Dall’inizio dell’estate – ha detto Merkel, senza menzionare il leader bavarese – abbiamo contatti quotidiani con l’Austria a ogni livello. Contatti ci sono stati anche oggi (ieri, ndr). Questa è la normalità della nostra azione”. Con evidente riferimento all’ultimatum di Seehofer, la cancelliera ha affermato che “non possiamo girare ad un tratto l’interruttore” e ha aggiunto che “solo con una stretta collaborazione con la Turchia, con la Grecia e con gli altri Paesi dell’Ue” si potrà giungere all’auspicata riduzione degli arrivi.

Ma a Seehofer ha riposto direttamente anche il Consiglio bavarese per l’immigrazione, che ha accusato il governo del Land di essere lui stesso responsabile della situazione al confine austro-tedesco, definita senza mezzi termini “un caos pianificato”. All’origine delle difficoltà vi sarebbe la decisione ingiustificata del governo del Land di bloccare fino al 1. novembre tutti i collegamenti ferroviari tra Salisburgo e Monaco.

Dal battibecco tra Monaco e Berlino si ricava una conclusione molto chiara e in un certo qual modo rassicurante: la Germania non intende chiudere il suo confine, almeno a breve termine. Che questo potesse accadere era stato paventato nei giorni scorsi da giornali sloveni e croati e un’ipotesi del genere aveva subito messo in allarme le forze politiche della nostra regione. Perché, come è evidente a chiunque, se il flusso dei migranti dovesse trovare chiusa la porta della Germania, immediatamente si chiuderebbe anche quella dell’Austria e i disperati in arrivo dai Balcani tenterebbero di aggirare le nuove barriere sconfinando in Friuli Venezia Giulia. Ma ieri Merkel, parlando a nuora perché Seehofer intenda, ha detto chiaramente che l’accoglienza dei migranti non può essere interrotta di colpo, ma con gradualità e con il concorso degli altri Paesi dell’Ue e dei Balcani.

 

NELLA FOTO, l’abbraccio tra il presidente del Land Baviera, Horst Seehofer, e la cancelliera Angela Merkel. Altri tempi.

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