Sabato 18 Maggio 2024

13.07.24 Unione Europea - CopiaL’Austria è spaccata in due sull’Unione Europea. Quasi la metà dei cittadini (il 48%) è ottimista sul suo futuro e crede che le difficoltà del momento potranno essere superate; un’altra metà, di poco inferiore (46%), è scettica e teme che la crisi non sia superabile. Il dato emerge da uno dei periodici sondaggi disposti dall’Ue, per tastare il polso all’opinione pubblica.

 

Il sondaggio, ovviamente, era esteso a tutti i Paesi membri dell’Unione, ma a noi qui interessa conoscere ciò che hanno risposto gli austriaci. Una delle domande principali riguardava, ovviamente, l’euro. Quasi due intervistati su tre (il 65%) sono contenti della moneta unica; soltanto il 29% non la gradisce. Su questo tema il parere austriaco si discosta molto da quello della maggioranza degli altri Paesi dell’Unione, dove l’atteggiamento critico nei confronti dell’euro è molto più forte: il dato medio dei sostenitori dell’euro è del 51%, quello dei contrari del 42.

 

Per quanto concerne la situazione dell’economia, l’impressione degli austriaci è molto più favorevole rispetto agli altri Stati membri. Il 63% degli intervistati l’ha definita buona, mentre i commentatori critici non hanno superato il 26%. I Paesi dove si sta peggio sono la Grecia, Cipro e la Spagna, dove quasi il 99% si è dichiarato pessimista. Per il futuro, il 51% degli austriaci intervistati non prevede alcun cambiamento. Soltanto il 24% ritiene che ci saranno dei miglioramenti, mentre il 22% teme al contrario un peggioramento della situazione.

 

Interessante infine la domanda fondamentale relativa all’identità europea. Il 66% degli austriaci intervistati hanno dichiarato di considerarsi “cittadini d’Europa”. Il che significa che, al di là delle riserve espresse sull’euro e su altri aspetti dell’Ue, i cittadini austriaci credono fondamentalmente nei valori ideali che hanno ispirato la costituzione dell’Unione Europea. E ci credono, nonostante le campagne contrarie condotte sia dalla destra populista di Heinz-Christian Strache, sia dal nuovo partito politico, non meno demagogico, messo in piedi dal multimiliardario austro-canadese Frank Stronach.

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