Sabato 18 Maggio 2024

13.09.26 Atrio Villach, direttore Richard OswaldNell’economia globalizzata anche il settore della grande distribuzione non conosce confini. E mentre Alitalia e Telecom prendono il volo per la Francia e per la Spagna, la Spar – colosso della vendita al dettaglio di generi alimentari in Austria – guarda con interesse al nostro Paese. Attraverso una controllata di Bolzano ha acquisito negli anni scorsi i supermercati e gli ipermercati Despar di tutto il Nord-Est e anche più in là. Ma i suoi interessi si estendono anche alla creazione di centri commerciali.

 

Attraverso la Ses (Spar European Shopping), con quartier generale a Salisburgo, gestisce 26 centri commerciali, di cui 14 in Austria e gli altri in Slovenia, Ungheria e Cechia. In Italia è presente soltanto a Padova, con due centri nella stessa città. Ma il mercato italiano le interessa e la penetrazione – per il momento ostacolata da difficoltà burocratiche e normative – prima o poi verrà.

 

Intanto ai consumatori italiani strizza l’occhio dal centro commerciale che la Ses ha aperto a Villach 6 anni fa. Si chiama Atrio e già il nome la dice lunga. Non agli austriaci, che non hanno dimestichezza con il latino, ma agli italiani sì. “Atrium” è lo spazio aperto di un edificio, vicino all’ingresso. E l’Atrio della Ses a Villach rappresenta l’”ingresso” aperto ai visitatori italiani. Il proposito è reso più esplicito dallo slogan “shopping senza confini”, in lingua italiana.

 

La scelta del luogo poi non è casuale. Villach è a due passi dal confine italiano e da quello sloveno. E quella italiana è una buona clientela, come ci assicura il direttore Richard Oswald: “In giugno, in occasione di una festività nel vostro Paese, abbiamo fatto un censimento delle targhe nel nostro parcheggio e un terzo erano di auto italiane”. L’affluenza di quel giorno rappresenta un picco, ma la media annuale è comunque significativa: il 6% dei clienti di Atrio sono italiani, il 3% sloveni, il 6% provengono da altri Länder austriaci; il restante 85% sono carinziani.

 

“Ma il fatto per noi importante – sottolinea Oswald – è che gli italiani spendono mediamente più degli altri, perché chi ha fatto un viaggio per venire fin qui di solito riempie il bagagliaio”. “Comprano pane nero, carne fresca, carne macinata speziata adatta per le polpette, salsicce che da noi sono di tanti tipi. Insomma – spiega il direttore – sono attratti da prodotti che non trovano in Italia. Poi, già che sono qui, comprano anche altre cose. Persino scarpe, che un tempo erano quelle che noi austriaci venivamo a comprare da voi!”. La provenienza? Al primo posto i residenti della provincia di Udine, seguiti dai triestini, dai pordenonesi e dai goriziani.

 

Atrio ha una superficie di 40.000 metri quadrati ed è il maggiore centro commerciale dell’Austria, più grande anche di quelli che sorgono alla periferia di Vienna. Ospita 86 negozi, che richiamano annualmente 5 milioni di visitatori. Vi lavorano 948 persone, di cui 12 per la Ses. Il fatturato 2012 è stato di 150 milioni. Dopo l’apertura, nel 2007, è cresciuto di anno in anno. Soltanto nell’ultimo esercizio finanziario ha segnato il passo, probabilmente per la crisi che ha colpito i Paesi vicini.

 

Gli italiani non vengono più? “No – risponde Oswald – vengono ancora, ma con meno frequenza di una volta”. Continueranno a venire anche dopo che in novembre sarà aperto il nuovo centro commerciale di Villesse, grande il doppio di Atrio? Richard Oswald non sottovaluta la questione, ma, come si suole dire, non vuole fasciarsi la testa prima di essersela rotta. Si limita a rispondere: “Vedremo”.

 

Nella foto, Richard Oswald, direttore del centro commerciale Atrio di Villach.

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