Sabato 18 Maggio 2024

12.04.18 Hypo Bank Alpe Adria, TavagnaccoTra il personale di Hypo Bank è incominciato il conto alla rovescia. Si contano i 50 giorni annunciati dalla direzione dell’istituto per il “confronto con le rappresentanze sindacali aziendali, prima di dare avvio alla vera e propria procedura di licenziamento”. Si può ben comprendere l’apprensione dei dipendenti, ciascuno dei quali teme di poter finire nella “lista” dei 118 che se ne dovranno andare.

 

Di tale stato d’animo si è avuta chiarissima percezione nell’assemblea tenutasi ieri pomeriggio all’hotel Executive di Udine – la prima dopo l’annuncio degli esuberi – che ha visto la partecipazione di quasi 200 persone, più di quelle che avevano partecipato all’assemblea indetta in occasione dello sciopero di aprile. Presenti anche i sindaci di Udine, Furio Honsell, e di Tavagnacco (dove ha sede la direzione generale), Mario Pezzetta, e il consigliere regionale Roberto Asquini. Prima dei lavori dell’assemblea aveva fatto fugacemente visita anche il consigliere Franco Jacop.

 

Il punto della situazione è stato fatto dai rappresentanti delle quattro organizzazioni sindacali: Guido Fasano per Fabi, Roberto De Marchi per Fiba-Cisl, Mattia Grion per Fisac-Cgil. Per Dircredito era presente il responsabile provinciale Luigi Cattarossi, ma ha preso la parola Pietro Santoro, dirigente provinciale del sindacato, ma anche rappresentante interno in Hypo Leasing.

 

L’esposizione è stata ampia e articolata. Cerchiamo di riassumerla per punti. Il primo è stato un resoconto degli eventi che hanno preceduto e seguito la comunicazione dei 118 esuberi da parte della direzione della banca. In particolare è stato fatto riferimento alla lettera inviata ai dipendenti, dalla cui conclusione emergerebbe una possibilità di accordo con i sindacati, che questi invece hanno energicamente smentito.

 

Sono state poi illustrate le iniziative assunte congiuntamente dalle rappresentanze sindacali. È stata inviata una lettera alla direzione generale, per contestare la procedura seguita negli annunciati licenziamenti che impedirebbe una negoziazione con i sindacati, che pure è prevista dal contratto di lavoro. A questo proposito, i sindacati si sono dichiarati disponibili a un incontro con l’azienda, purché serva a negoziare e non soltanto per ascoltare decisioni già prese.

 

L’azione sindacale si è svolta poi anche sul fronte politico, come è noto. Si sono avuti incontri con le assessore Brandi (lavoro) e Seganti (attività produttive), con partiti e istituzioni pubbliche. È stata rilevata la difficoltà di riuscire ad avere un incontro con il presidente della Regione Tondo, che pure invece – ha lamentato un sindacalista – aveva immediatamente accolto la richiesta di essere ascoltata da parte della direzione di Hypo Bank.

 

Nessun ha parlato di scioperi. I rappresentanti sindacali non li hanno esclusi, ma al momento vengono considerati una “extrema ratio”. Con un quarto del personale che tra meno di due mesi sarà senza lavoro e senza stipendio si vuole evitare anche il costo di una giornata di assenza dal lavoro, che per molti non potrà più essere recuperato.

 

Non sono mancati commenti polemici nei confronti della gestione di Hypo Bank e Hypo Group. Qualcuno ha ricordato che con i 118 licenziamenti si conta di risparmiare 7 milioni di euro, mentre se ne sono spesi 37 per costruire il palazzo in vetro e cemento di Tavagnacco e i costi mensili di manutenzione ammonterebbero a 200 mila euro.

 

Nella foto, il palazzo della direzione generale di Hypo Bank a Tavagnacco.

 

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Quattro giorni fa, in questo blog, avevamo dato notizia della chiusura in Austria della filiale esistente nella sede centrale di Hypo Bank a Klagenfurt e del trasferimento dei rapporti con la clientela nella filiale più vicina, nel centro città. Le cose stanno così, ma le modalità della cancellazione della filiale sono differenti da quelle da noi descritte.

 

La più importante riguarda i tempi della chiusura, che risale al 12 luglio e non a qualche giorno fa. Inoltre, la chiusura era stata annunciata per lettera a ciascun cliente fin dal mese prima con la comunicazione che i suoi rapporti con la banca sarebbero stati trasferiti nella filiale più vicina, in Domgasse, per cui nessuno era stato preso alla sprovvista. Allo sportello nella sede centrale, ora soppresso, lavoravano 5 impiegati, che sono stati trasferiti nella filiale in Domgasse, ampliata per far fronte all’afflusso dei nuovi clienti. Sono stati presi provvedimenti anche per agevolare il parcheggio in centro città, aprendo i cancelli della corte privata della banca o, in mancanza di posti liberi, rimborsando il ticket per un’ora di sosta in un parcheggio pubblico.

 

Si tratta di sviste che all’apparenza sembrerebbero e forse sono marginali. Ma, nel contesto delle turbolenze che accompagnano la vita di Hypo Group e delle sue controllate (a cominciare da quella italiana), sono sviste che gettano una luce negativa su Hypo Austria, che invece – si fa rilevare da Klagenfurt – in due anni di sacrifici è stata risanata e rilanciata. Due anni fa erano stati tagliati 100 posti di lavoro, mentre ora i conti sono stati messi a posto, la banca funziona, la situazione occupazionale è stata stabilizzata e addirittura si ricomincia ad assumere.

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