Domenica 2 Giugno 2024

Ignaz KienzlStava salendo con i suoi parrocchiani al santuario del monte santo del Lussari, lungo il “Sentiero del Pellegrino”. Chissà quante volte don Ignaz Kienzl, parroco di St. Josef in Villach, aveva percorso nella sua vita quell’itinerario di fatica e di preghiera! Sempre più stanco, a mano a mano che gli anni passavano. Ieri, quando ne aveva ormai 74 compiuti, il suo cuore non ha retto allo sforzo. I suoi parrocchiani lo hanno visto impallidire e accasciarsi sul terreno, tradito da un probabile infarto.

 

Erano le 10.30 circa. Chi gli era vicino ha cercato in ogni modo di prestargli soccorso, di adagiarlo sull’erba, di aprirgli la camicia per farlo respirare. Qualcuno ha chiesto aiuto con il telefonino. Il 112 ha mandato sul posto gli uomini del soccorso alpino di Cave del Predil e della Guardia di finanza di Sella Nevea, che hanno tentato la rianimazione cardiopolmonare con un defibrillatore. Hanno continuato a farlo anche mentre a bordo di un fuoristrada lo stavano trasportando a valle, fino all’arrivo del medico di turno del poliambulatorio di Tarvisio. Tutto invano. Il sacerdote è deceduto durante il trasporto o poco dopo. La Procura della Repubblica di Tolmezzo ha autorizzato la rimozione della salma, che è stata composta nella camera mortuaria di Tarvisio, in attesa del trasferimento in Austria.

 

Don Ignaz Kienzl era nato nel 1939 nel Sud Tirolo, ad Hafling (Avelengo, nella toponomastica inventata dagli italiani). Dopo aver frequentato le scuole a Merano e a Bolzano, aveva seguito gli studi di teologia e di archeologia a Friburgo e a Berna (Svizzera) e poi a Lovanio (Belgio). Nel 1966 era stato ordinato sacerdote nel duomo di Bressanone. Aveva iniziato l’attività pastorale a Vienna, dove era stato cappellano per 6 anni. Nel 1972 il trasferimento in Carinzia, parroco di Tiffen-Steindorf e contemporaneamente insegnante alla scuola commerciale di Feldkirchen fino al 2000 (negli ultimi 6 anni con l’incarico di direttore).

 

Nel 2000 lascia la scuola per la pensione. Ma un prete non va mai in pensione, specie in un Land dove i sacerdoti sono ormai mosche bianche. Il vescovo di Klagenfurt gli affida l’anno dopo la parrocchia di St. Josef, a Villach, e nel 2007 anche la parrocchia attigua di Heiligenkreuz, rimasta priva di sacerdoti.

 

“Prego il Signore – ha lasciato scritto don Kienzl – di darmi un orecchio in grado di ascoltare le voci dei suoi figli, le voci dei giovani in cerca di orientamento, le voci delle persone amate e di quelle che amano, le voci di quanti si sono detti reciprocamente il grande “sì” e quelle per le quali l’amore è diventato sofferenza. Le voci di quanti sono soli, sono ammalati, sono nel dolore. Le voci dei morenti”. Sono, a ben vedere, le parole del “discorso della montagna”, a cui don Kienzl aveva ispirato la sua vita di sacerdote e che ora lo fanno rimpiangere dai suoi parrocchiani in lutto.

 

Nella foto, i parrocchiani di St. Josef-Villach in pellegrinaggio anche due anni fa al monte santo del Lussari. Don Ignaz Kienzl è al centro della foto in abiti neri.

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