Sabato 18 Maggio 2024

x 08.09.25 Tavagnacco, Hypo ItaliaBasta una parola e la voce subito fa il giro del mondo. È bastato che un alto dirigente di Hypo Bank Italia, in un incontro ristretto tenutosi a Vicenza il 12 settembre, annunciasse l’esistenza di un potenziale acquirente, perché subito la notizia circolasse, alimentando ipotesi, preoccupazioni e speranze sul destino dell’istituto, di cui il socio di riferimento, l’Hypo Group Alpe Adria di Klagenfurt, intende liberarsi al più presto. Anche perché non si era trattato di un annuncio generico. Era stato fatto preciso riferimento a un cittadino austriaco, trapiantato in America, con un grande patrimonio alle spalle, nelle condizioni cioè di far propria una banca.

 

Un identikit vago, ma che in questo momento sembrerebbe corrispondere a quello di Frank Stronach, l’anziano cittadino stiriano, emigrato giovanissimo in Canada per fare il meccanico e diventato negli anni l’artefice di un impero industriale misurato in miliardi di dollari. Da una quindicina di anni fa Stronach fa la spola tra il Canada e la Stiria, dove ha acquistato gli impianti automobilistici Steyr, ribattezzandoli Magna, dove si fabbricano modelli per conto di case automobilistiche soprattutto tedesche, ma non solo tedesche.

 

Stronach potrebbe essere l’uomo interessato a comprare una banca. I mezzi li ha. Un paio di anni fa era in competizione con Marchionne per l’acquisto di Opel. Hypo Bank costa molto di meno. Una sola controindicazione. L’intraprendente vecchietto, una ne fa e cento ne pensa. E l’ultima sua pensata, proprio di questi giorni, è stata di “scendere in campo” in politica, come aveva fatto Berlusconi, fondare un partito e candidarsi alle elezioni per il Parlamento del 2013. Il partito è il suo nuovo “giocattolo”, che forse potrebbe fargli passare in secondo piano il progetto bancario.

 

Ma, attenzione: stiamo parlando soltanto di voci, ancorché originate da una fonte autorevole. Voci che non hanno trovato conferma in Nikola Donig, responsabile della comunicazione di Hypo Group, il quale ieri pomeriggio ci ha rilasciato la seguente dichiarazione: “Come è noto, Hypo Bank Italia si trova da oltre un anno in vendita e ci sono degli interessati. Vi prego tuttavia di capire che per il momento non possiamo comunicare nulla, perché ci troviamo in una fase molto preliminare. Di conseguenza non posso assolutamente confermare che la banca stia per essere venduta prossimamente a un tale gruppo (quello di Stronach, nda)”.

 

“Noi abbiamo sempre detto – ha proseguito Donig – che vogliamo vendere, ma solo se il prezzo sarà buono e se vi sarà una durevole prospettiva per l’istituto. Perciò è molto importante continuare a mantenere la banca in attivo, perché poi nessuno debba temerne una svendita”.

 

Nelle parole del portavoce di Hypo Group è sottinteso il piano di riorganizzazione, che riguarda tutto il gruppo, in Austria e nelle controllate all’estero, e che per l’Italia significa attualmente soprattutto il taglio di 118 posti di lavoro. Ma non soltanto questo. “L’obiettivo – ci ha spiegato Donig – è aumentare le entrate e ridurre le uscite. Sul fronte delle entrate in questo momento il compito è molto difficile, ma ci stiamo lavorando quotidianamente con i nostri prodotti. La riduzione dei costi rappresenta l’altro fronte. Costi del personale, ma anche i costi immobiliari. Qui si pone, per esempio, il problema della manutenzione della sede di Tavagnacco, che non costa mensilmente 200.000 euro, come affermato dai sindacati, ma la metà. Attualmente stiamo verificando ogni soluzione, compresa quella di una locazione parziale dell’edificio, per poter contenere ulteriormente le spese, senza dover puntare ancora o soltanto sulla riduzione dei costi del personale”.

 

Nella foto, la sede della direzione generale di Hypo Bank a Tavagnacco, la cui manutenzione costa 100.000 euro al mese.

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