Sabato 14 Dicembre 2024

21.03.10 Christa Wirthumer-Hoche, dirigente AgesDue infermiere dell’ospedale di Zwettl, in Bassa Austria, sono state colpite nelle scorse settimane da due distinti “episodi trombotici”. Ragioni di privacy hanno impedito di saperne di più. Una di esse, la più anziana (49 anni), dopo 10 giorni di degenza è stata trasferita nel reparto di terapia intensiva dell’Ospedale Generale di Vienna. Questo accadeva il 6 marzo. Il giorno dopo è deceduta. La collega più giovane (35 anni) è stata trattata anch’essa in terapia intensiva, ma poi le sue condizioni sono nettamente migliorate.

Le operatrici sanitarie hanno due cose in comune: lavoravano entrambe nello stesso ospedale ed entrambe nei giorni precedenti avevano ricevuto il vaccino AstraZeneca. Non esiste alcun nesso dimostrato di causalità tra la vaccinazione e la successiva trombosi, se non una successione temporale, che potrebbe essere del tutto casuale. Ma la circostanza ha fatto suonare i campanelli di allarme e ha indotto le autorità sanitarie a sospendere immediatamente la vaccinazione con le dosi di AstraZeneca appartenenti allo stesso lotto (contraddistinto dalla sigla ABV 5300).

All’ospedale di Zwettl ne erano state assegnate 37.000 dosi. Sono state quasi tutte somministrate e non è stato segnalato alcun effetto collaterale. Dello stesso lotto ce ne sono ancora alcune centinaia, che per il momento rimarranno nelle loro scatole. Nel frattempo è stata disposta l’autopsia dell’infermiera deceduta, che sarà effettuata nello stesso Ospedale Generale di Vienna, come ha riferito Bernhard Jany, dell’Agenzia per la salute della Bassa Austria. L’autorità giudiziaria, per il momento, non si è mossa. Franz Hütter, portavoce della Procura di Stato di Krems, competente per territorio, ha confermato che “non è in corso alcuna indagine, perché non sussiste alcuna notizia di reato”

In attesa di conoscere le cause della morte dell’infermiera le autorità sanitarie austriache hanno scelto la linea della prudenza, ma tutte le fonti interpellate si sono dette convinte che gli episodi trombotici sofferti dalle due infermiere non abbiano nulla a che fare con AstraZeneca. Secondo l’Ospedale Generale e l’Università medica di Vienna i dati clinici non suggeriscono un collegamento tra vaccino e decesso e un’analisi degli effetti collaterali a livello internazionale non segnala casi analoghi.

Lo stesso vaccino – fa sapere Christa Wirthumer-Hoche (nella foto), dirigente dell’Ages (Agenzia per la salute e la sicurezza della nutrizione) – è stato inviato in 17 Paesi. Soltanto in Germania, fino al 5 marzo, ne erano state iniettate 2.102.400 dosi. Finora non sono stati segnalati effetti collaterali di rilievo. In alcuni vaccinati ha provocato febbre, mal di testa, nausea, dolori al punto di iniezione, sintomi durati mai più di qualche ora, al massimo una giornata. Mai però sono stati segnalati problemi di coagulo.

Quelli apparsi nelle due infermiere di Zwettl, quindi, potrebbero non c’entrare nulla con il vaccino o, al contrario, risultare effetti nuovi, mai manifestatisi prima d’ora. È una ipotesi che Wirthumer-Hoche ritiene di dover prendere in considerazione, ma che appare improbabile, perché i casi di embolia nelle due infermiere erano differenti e perché la seconda soffriva già da tempo di problemi di coagulo del sangue. Una risposta definitiva si spera possa venire dai risultati dell’autopsia e dai controlli sulle dosi residue di vaccino del lotto incriminato ABV 5300, che saranno effettuati in un laboratorio in Olanda.

La vicenda ha avuto una ripercussione politica. Norbert Hofer, leader dell’Fpö, partito dell’estrema destra sovranista schierato a fianco dei no-vax, ha subito chiesto di interrompere le vaccinazioni con AstraZeneca, almeno fino all’esito dell’autopsia. È proprio ciò che hanno deciso di fare anche le autorità sanitarie.

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