Sabato 18 Maggio 2024

19.06.04 Ministri governo BierleinGiorni di grandi emozioni in Austria. La piccola nazione in due sole settimane ha fatto esperienze senza precedenti nella sua storia: quattro governi in rapida successione, con ministri rimasti in carica chi tre, chi otto giorni; la prima cancelliera in un mondo di maschi. E poi un governo, il quarto, composto da sole 12 persone, un altro record, di cui la metà donne. Anche questa una novità, non solo per l’Austria.

Ieri quel governo ha giurato davanti al capo dello Stato, Alexander Van der Bellen, che ha voluto che i ministri e le ministre fossero tutti alti dirigenti dello Stato, che conoscono perciò perfettamente la macchina dell’amministrazione pubblica e saranno capaci di guidarla nel modo migliore, fino a quando un nuovo governo politico prenderà il loro posto, dopo le elezioni che si terranno in una delle domeniche di settembre.

Governo tecnico, è stato definito, ma l’apparenza inganna. È un governo di persone non elette e quindi non rappresentative, ma non sono tecnici nel vero senso della parola. In Austria nessuno diventa dirigente di un ministero, di una sezione, di un dipartimento o di un’istituzione militare o di polizia, se non ha in tasca la tessera di un partito.

Quando c’è un cambio di ministro, il nuovo arrivato provvede subito a piazzare i suoi uomini negli uffici che dipendono da lui. Certo non può fare un ricambio completo del personale, come forse vorrebbe, ma si limita a sostituire le pedine chiave. Gli altri restano al loro posto e fanno buon viso a cattiva sorte. Un esperto di geologia politica potrebbe condurre un’interessante indagine stratigrafica dei vari ministeri: negli strati più antichi troverebbe conglomerati di impiegati e dirigenti socialdemocratici e popolari, poi uno strato di liberalnazionali, dopo l’arrivo nella stanza dei bottoni delle truppe di Haider. Quindi di nuovo popolari e socialdemocratici e in superficie, qua e là, gli ultimi arrivati di stampo liberalnazionale, seminati da Strache e Kickl..

Ecco dunque che, con tutta la più buona volontà, la nuova cancelliere Brigitte Bierlein, pescando nell’amministrazione pubblica i suoi ministri, non poteva non incappare in personaggi politicamente segnati. Così, per esempio, la nuova ministra per le donne e gli affari sociali è considerata “vicina” all’Spö; quella dell’istruzione è “vicina” all’Övp; e il nuovo ministro delle infrastrutture è considerato uomo dell’Fpö.

Per la poltrona degli Interni i nomi in ballottaggio erano quelli del direttore della Polizia dell’Alta Austria, di area popolare, o al contrario del presidente della Polizia di Vienna vicino all’Spö (svolgono entrambi la stessa funzione, ma in tutta l’Austria i capi regionali della polizia si chiamano “direttori”, mentre soltanto a Vienna si chiamano “presidenti”, anche se non sono eletti, ma nominati). Alla fine la scelta è caduta su Wolfgang Peschorn, che pare non avere parentele politiche, noto soprattutto per le indagini condotte sui crimini di Hypo Bank, nel suo ruolo di procuratore del ministero delle Finanze. Ma, del resto, anche Brigitte Bierlein non è vergine, politicamente parlando: nel corso della sua carriera è apparsa spesso allineata al Partito popolare.

Bene, da ieri questo governo tecnico-non-tecnico è nel pieno delle sue funzioni, per traghettare l’Austria oltre l’estate, fino alle elezioni d’autunno. Il primo incontro con il Parlamento avverrà il 12 giugno, nel corso della prima seduta già prevista in calendario.

 

NELLA FOTO, il governo al completo di Brigitte Bierlein, nella sala rossa della Hofburg, con il grande quadro di Maria Teresa alle spalle.

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