Venerdì 4 Ottobre 2024

19.11.08 Peter Handke a Kragujevac (Serbia), fabbrica Zastava bombardata 2Quanto è ancora austriaco Peter Handke? Lo scrittore, che recentemente è stato insignito del Premio Nobel per la letteratura, è nato a Griffen, nella Carinzia slovena, 78 anni fa. È quindi austriaco per nascita e tale è rimasto finora, pur abitando abitualmente a Parigi. Ma “The Intercept”, una piattaforma di giornalismo investigativo sostenuta da una organizzazione no profit, ha rivelato ieri che Handke alla fine degli anni ’90, quando stava per concludersi la guerra della Nato contro la Serbia, avrebbe ottenuto il passaporto jugoslavo.

“The Intercept” pubblica anche una foto del documento, che risulterebbe emesso il 15 giugno 1999 dall’ambasciata di Jugoslavia a Vienna. Le ragioni per cui il governo di Belgrado avrebbe deciso di concedere un documento così importante allo scrittore sono intuibili. Negli anni della guerra contro la Serbia, seguita alle guerre che questo Paese aveva condotto contro la Slovenia, la Croazia e la Bosnia-Erzegovina e alla repressione contro la popolazione di etnia albanese della provincia ex autonoma del Kosovo, Peter Handke era andato controcorrente, schierandosi al fianco di Slobodan Milosevic, capo del governo serbo. Lo aveva fatto non soltanto pubblicando saggi e un libro in cui giustificava le aggressioni della Serbia, compreso il genocidio di Sebrenica, ma recandosi spesso a Belgrado, bombardata nel 1999 dalle forze aeree della Nato.

Il passaporto, dunque, sarebbe stato concesso ad Handke quale segno di riconoscenza per l’opera di propaganda pro Serbia svolta in quegli anni. Ma era stato concesso soltanto il passaporto o anche la cittadinanza? Di solito passaporto e cittadinanza viaggiano insieme (ne abbiamo sentito parlare recentemente a proposito del doppio passaporto per i cittadini italiani di lingua tedesca o ladina del Sud Tirolo) e tutto lascia ritenere che anche per Handke sia andata così. Anche perché la legge vigente a quel tempo nella Repubblica di Jugoslavia, menzionata da “The Intercept”, prevedeva che i passaporti potessero essere rilasciati soltanto a persone di cittadinanza jugoslava.

19.11.08 Peter Handke, passaporto jugoslavoQuesto naturalmente non significa che tale legge sia stata applicata anche ad Handke. A un personaggio così “speciale” potrebbe essere stato riservato un trattamento altrettanto speciale. Ma nel passaporto di cui “The intercept” pubblica la foto, alla voce “nazionalità” si legge: “jugoslovensko”.

Il questione della cittadinanza non è irrilevante. Qualora fosse stata concessa ad Handke, assieme al passaporto, lo scrittore verrebbe privato automaticamente della cittadinanza austriaca. Non sarebbe quindi più un cittadino austriaco, ma jugoslavo. E anche l’albo del Premio Nobel per la letteratura andrebbe corretto, in quanto il titolo per il 2019 risulterebbe conferito a uno scrittore di lingua tedesca, ma jugoslavo.

La legge austriaca, infatti, non ammette doppia cittadinanza (la proposta per il Sud Tirolo non fa testo). Chi ne acquista un’altra, perde quella austriaca. Ne sanno qualcosa le migliaia di turchi che vivono in Austria e sono cittadini austriaci ormai da anni. Ma alcuni di loro hanno mantenuto o riacquistato quella del Paese di origine e ora rischiano di perdere la cittadinanza austriaca, con tutti i diritti connessi, in primo luogo quello del soggiorno sul territorio.

La legge consente alcune eccezioni, ma a determinate condizioni. La prima è che se ne faccia richiesta. Non è questo il caso di Handke, che non ha mai fatto una richiesta del genere. Anzi, ha sempre tenuto nascosta la sua presunta cittadinanza jugoslava. La competenza in materia non spetta al Ministero degli Interni o ai suoi organi territoriali, ma ai Länder. Nel caso di Handke, al Land Carinzia. Già ieri sera, come apprendiamo da una nota dell’ufficio stampa, il governatore Peter Kaiser ha dato incarico alla direzione del Land di accertare attraverso tutti i canali possibili se la notizia data da “The Intercept” sia fondata e se lo scrittore abbia effettivamente acquisito la cittadinanza jugoslava. In tal caso Kaiser, che soltanto poche settimane fa aveva reso omaggio al vincitore del Premio Nobel e che lo scorso anno gli aveva conferito la massima onorificenza in oro del Land, si vedrebbe costretto a revocargli la cittadinanza austriaca.

E Peter Handke che dice dello scoop di “The Intercept”? Non disponiamo di una sua reazione diretta, ma sappiamo ciò che ha confidato ad Hans Widrich, portavoce del Festival di Salisburgo e amico da molti anni dello scrittore. Rispondendo alla domanda sul perché del passaporto jugoslavo, Handke ha detto di averlo chiesto solo per avere uno sconto negli alberghi della Serbia. “Sì, ho pregato di farmelo avere, perché io visito spesso quel Paese e non pago volentieri prezzi alti negli hotel, mentre il mio accompagnatore serbo paga la metà di me”. Insomma, non una scelta di vicinanza ideale alla popolazione serba, da lui così appassionatamente difesa, ma una questione di sconti, come quelli che si ottengono al supermercato, riempiendo la tessera punti.

Non sappiamo se gli estimatori di Handke rimarranno più delusi dalla scoperta che lo scrittore ha barattato l’Austria per la Jugoslavia o dal fatto che alla reception degli hotel dove pernotta chiede un prezzo di favore, perché è stato amico di Slobodan Milosevic.

 

NELLE FOTO, Peter Handke in visita alla fabbrica d’auto Zastava di Kragujevac, distrutta dai bombardamenti della Nato, e il passaporto jugoslavo, in cui appaiono la sua foto e il suo nome.

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