Sabato 18 Maggio 2024

13.06.27 Congresso riunificazione liberalnazionaliLa destra austriaca è di nuovo unita. Nel 2005 si era scissa in due tronconi, che per otto anni si erano guardati in cagnesco, dicendo peste e corna l’uno dell’altro. Ma ora tutto è finito. L’altro ieri, al congresso straordinario di Pörtschach (Carinzia, sponda nord del Wörthersee), le due anime della destra sono rientrate nello stesso ovile, tra baci, abbracci ed espressioni di giubilo. È come se agli elettori della destra, che in questo lasso di tempo avevano fedelmente seguito l’una o l’altra corrente, avessero detto: “Contrordine compagni, ci siamo sbagliati, tutto torna come prima”.

 

Ma come prima non si torna. È impossibile tornare, perché prima c’era “lui” e ora “lui” non c’è più. È morto nel 2008, schiantandosi con l’auto che guidava ubriaco a folle velocità. La scissione di otto anni fa era stata voluta da Haider e la riunificazione può avvenire ora proprio perché Haider non c’è più. La parola d’ordine (senza mai nominare l’ingombrante defunto) è stata: dimenticare gli errori del passato.

 

Insomma, un ritorno al futuro? Sì è no. La risposta è incerta perché incerte sono anche le ragioni della scissione del 2005, che non hanno mai avuto connotazioni ideologiche. Haider a quel tempo aveva motivato la rottura con l’esigenza di liberarsi dalla componente tedesco-nazionale, a volte propriamente neonazista, nel partito, l’Fpö (Partito liberalnazionale austriaco), e aveva fondato il Bzö (Lega per il futuro dell’Austria). Ma si era trattato di un pretesto, tant’è vero che anche nel Bzö erano presenti i cosiddetti “Kellernazis”, i nostalgici del Reich.

 

La vera ragione della scissione era stata il controllo dell’Fpö, di cui Haider aveva assunto la guida nel 1983, portandolo da un successo elettorale all’altro, fino a farne nel 1999 la seconda forza politica nel Paese e addirittura partner di governo con l’Övp (Partito popolare austriaco). Ma proprio l’esperienza di governo aveva eroso i consensi, come capita spesso quando un partito populista è chiamato ad assumersi la responsabilità delle scelte politiche.

 

Perdita di consensi, conflitti interni e soprattutto l’emergere di un pericoloso concorrente: l’odiato  Heinz-Christian Strache. Il 2005 è anno di congresso e in quella sede il confronto con il rivale (che a quel tempo ha l’età che Haider aveva quando aveva assunto la guida dell’Fpö) rischia di minare la leadership del “grande capo”. Una minaccia che Jörg Haider, abituato da sempre a essere leader indiscusso, non può tollerare.

 

La soluzione che trova è in realtà una fuga. Molla l’Fpö e fonda il Bzö, confidando che gli uomini del partito e soprattutto gli elettori lo seguano. Le cose vanno diversamente. Il nuovo movimento trova spazio soltanto in Carinzia, dove Haider governa e per lui quindi è più facile trovare consensi. Nel resto dell’Austria prevale l’Fpö e la presenza del Bzö è soltanto simbolica.

 

Alla morte di Haider i suoi luogotenenti ne raccolgono l’eredità politica e si presentano alle elezioni regionali del 2009 – caso senza precedenti nella storia delle elezioni in tutto il mondo – intitolando la lista al nome del defunto governatore. Stravincono (44,9% dei voti), promettendo: “Vigileremo sulla tua (di Haider) eredità”. Ma già un anno dopo tradiscono il giuramento, incominciando a riallacciare i rapporti con l’odiato Strache. Non si parla ancora di riunificazione, ma di cooperazione, “per contare di più a Vienna”. In realtà gli epigoni carinziani di Haider sanno che il successo regionale non si ripeterà a livello nazionale e che il Bzö non ce la farà più a essere rappresentato in Parlamento (il 29 settembre prossimo si terranno le elezioni politiche e potremo verificare se quella previsione era corretta); Strache a sua volta sa che per contare di più a Vienna e addirittura aspirare alla carica di cancelliere ha bisogno anche dei voti che il Bzö monopolizza in Carinzia.

 

In questi ultimi due anni, che potremmo definire di “fidanzamento”, i due partiti della destra stabiliscono rapporti sempre più stretti, ma restano autonomi. L’unica novità è che il Bzö, per assomigliare di più all’Fpö, cambia nome: ora si chiama Fpk, dove la “k” sta a indicare la Carinzia (Kärnten, in tedesco).

 

L’accelerazione avviene negli ultimi mesi, a causa di due eventi. Il primo è la nascita di un nuovo movimento politico che fa capo all’industriale multimiliardario austro-canadese Frank Stronach. Si chiama “Team Stronach” e con i suoi atteggiamenti populisti sottrae voti all’Fpö, che nei sondaggi scende sotto il 20% (un anno fa stava quasi per diventare il primo partito). L’altro evento sono le elezioni regionali in Carinzia, dalle quali l’Fpk (ex Bzö) esce sonoramente sconfitto. Non solo deve lasciare la “stanza dei bottoni” nel Land, ma rischia la bancarotta, per il venir meno dei finanziamenti pubblici, che sono rapportati al numero dei voti ricevuti.

 

Urge dunque correre ai ripari, per ragioni che, come si vede, non sono ideologiche, ma di sopravvivenza. L’Fpö ha bisogno dell’Fpk e l’Fpk ha bisogno dell’Fpö. Quello che si è celebrato l’altro ieri a Pörtschach è dunque un matrimonio di convenienza, che in un certo senso segna la conclusione definitiva dell’era Haider. Per questo, nella sala del congresso, tutti hanno esortato a “imparare dagli errori del passato e a guardare al futuro”. Perché sarebbe stato imbarazzante qualsiasi riferimento ad Haider. Tanto imbarazzante che 208 dei 292 delegati hanno preferito non partecipare ai lavori. Probabilmente per la vergogna.

 

Nella foto, al centro, il leader dell’Fpö austriaco Heinz-Christian Strache, tra il nuovo leader carinziano del partiti Christian Ragger (a destra) e il capogruppo al Landtag Christian Leyroutz.

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